La fiabesca cantonata di Paola Cortellesi
“Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso?”. Poteva fare, Paola Cortellesi, un discorso più strampalato di questo? E non è andata a farlo proprio in un’università? Cose ‘e pazze! Povero cacciatore che salva una creatura innocente, povero cacciatore che non è crudele come la Cattiva Regina, e la Cortellesi insinua che salva Biancaneve solo perché è bella. Una vera cattiveria. La Cortellesi evidentemente non conosce bene la fiaba, giacché è proprio l’ossessione della bellezza che il famoso racconto vuole condannare. La regina Crimilde vuole essere la più bella del reame, ha l’ossessione della bellezza e per questo tenta di uccidere la povera Biancaneve che è più bella di lei. Insomma, la Cortellesi ha preso una fiabesca cantonata. Detto questo, è ovvio che le fiabe risentono della cultura patriarcale dell’epoca in cui sono state scritte, ma di norma non sono belle solo le principesse, anche i principi sono belli, ed hanno sempre gli occhi azzurri. A proposito, qualcuno conosce una canzoncina che recita così: “Principe azzurro vieni a me, fammi vivere con te, principe azzurro, o bel figlio di re” ? La sentivo cantare da mia madre quando ero piccolo. Mi è rimasto impresso il motivo e le poche parole che ho riportato. Non ne ho trovato traccia su Internet.
Renato Pierri