La sperimentazione condotta negli Iblei approda al Roma Innovation Hub: un esempio di eccellenza da una piccola provincia siciliana
L’Auditorium della Tecnica è stato il palcoscenico della nuova edizione del “Roma Innovation Hub” (25-26 gennaio), la prestigiosa convention nazionale delle Professioni Tecniche, focalizzata sulla progettazione, l’innovazione e la strategia per il futuro del nostro Paese.
Tra i partecipanti di spicco, il professor Corrado Monaca, rappresentante del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, ha presentato una relazione che ha messo in luce l’eccezionale lavoro di sperimentazione condotto nella provincia di Ragusa.
L’evento, che ha coinvolto nove Ordini professionali tecnici e ministri, si è concentrato sulla programmazione strategica per raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’Unione Europea in termini di digitalizzazione e decarbonizzazione. In questa cornice, il Professor Monaca ha portato la sua esperienza unica alla tavola rotonda dedicata alla lotta contro il cambiamento climatico.
La relazione di Monaca ha toccato diversi ambiti, dall’utilizzo innovativo del fascicolo del fabbricato come strumento di controllo delle manutenzioni e monitoraggio delle criticità, al calibro -correlatore per misurazioni ai raggi x in edilizia. Ha esplorato l’uso creativo dei muri in pietra a secco per contrastare l’erosione costiera e ha presentato ricerche pionieristiche sulle nano plastiche, effettuate direttamente sulle sabbie locali.
Un punto chiave della presentazione è stata la metodologia applicata alle analisi sugli edifici dei centri storici ad alto rischio sismico, utilizzando un diffrattometro da laboratorio mobile su cingoli ai raggi X per misurare alla nanoscala la distanza fra i reticoli molecolari nelle infrastrutture esistenti. Inoltre, è stata introdotta l’innovativa tecnologia del “diffrattometro calibratore” sviluppato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’UNI Salento, permettendo di tarare i dati rilevati in campo e correlarli alla scala metrica attraverso un algoritmo avanzato.
Monaca ha sottolineato l’importanza di adottare un approccio basato sul ciclo di vita per raggiungere livelli più sostenibili di produzione e consumo, conforme agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Ha enfatizzato la necessità di misurare l’impronta ambientale come strumento chiave per valutare la sostenibilità di prodotti e servizi, promuovendo la responsabilità sia per aziende pubbliche che private.
L’esperienza portata dal professor Monaca dimostra che l’innovazione può provenire da qualsiasi angolo del Paese, fornendo un esempio tangibile di come la Sicilia Sud orientale possa contribuire in modo significativo alla resilienza ambientale, alla ricerca, alla sperimentazione e all’avanzamento tecnologico a livello nazionale.
Infine Monaca ha dato atto al ministro Musumeci di avere varato a fine 2023 il primo “Piano del mare” e, rivolgendosi all’ingegner Armando Zambrano, Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche, ha concluso il suo intervento con due proposte. La prima: in merito alla predisposizione di piani nazionali di sostenibilità, ha proposto l’istituzione di tavoli tecnici per creare sinergie tra i vari governi per macro-aree caratterizzate da specifiche peculiarità, presso il Ministero degli Affari esteri. La seconda, ha proposto che l’Unione Europea consideri il Mar Nero come parte integrante del Mediterraneo, come previsto fin dalla fase d’ingresso della Romania e della Bulgaria tra i paesi dell’Unione.