UN ANNO DAI TERREMOTI IN SIRIA E TURCHIA
Solo in Turchia, più di 800.000 persone devono affrontare un altro inverno senza casa, servizi igienici, acqua.
Azione contro la Fame: “in un anno abbiamo aiutato oltre 400.000 persone in entrambi i Paesi”.
Ahmed, otto anni, uno dei bambini che vivono in una scuola trasformata in rifugio per i terremotati, con l’aiuto di Azione contro la Fame, porta in braccio la sorellina nel cortile del rifugio ad Aleppo.
© Hasan Belal per DEC e Azione contro la Fame.
FOTO © Azione contro la Fame
- Un anno dopo i terremoti che hanno colpito la Turchia e la Siria, circa 800.000 persone continuano a vivere in insediamenti temporanei, e hanno bisogno di acqua potabile, servizi igienici, cibo e assistenza sanitaria e psicosociale.
- Nel corso di quest’anno, più di 100.000 donne hanno partorito e stanno crescendo i loro figli nell’incertezza e nella mancanza di servizi di base.
- Nell’ultimo año, Azione contro la Fame ha fornito sostegno umanitario a più di 400.000 persone in entrambi i Paesi.
Milano, 6 febbraio 2024. Un anno dopo i devastanti terremoti che hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, migliaia di famiglie continuano ad affrontare la sfida di vivere in insediamenti temporanei.
“Nell’ultimo anno le nostre squadre hanno lavorato duramente per sostenere le vittime di questi terremoti catastrofici, ma la ripresa non è ancora completa. Continuiamo a lavorare alla riabilitazione dei sistemi igienico-sanitari e idrici; distribuiamo pasti caldi, ripari e materiali igienici e forniamo assistenza psicosociale”, spiega Daniel Martin Santos, direttore dell’ufficio turco di Azione contro la Fame.
I terremoti hanno avuto conseguenze devastanti in entrambi i Paesi, con quasi 60.000 morti e più di 100.000 feriti. In Turchia, quasi 300.000 edifici sono stati distrutti, costringendo più di tre milioni di persone a fuggire dalle loro case. A un anno dalla tragedia, circa 800.000 persone continuano a vivere in insediamenti temporanei, con l’ulteriore sfida di dover affrontare il secondo inverno senza una casa.
Secondo il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA), tra le persone colpite, ci sono più di 100.000 donne che hanno partorito e stanno crescendo i loro figli nell’incertezza e nella mancanza dei servizi di base. Secondo le stime delle Nazioni Unite, in Siria, prima dei terremoti, più di 15 milioni di persone avevano già bisogno di assistenza umanitaria a causa di conflitti, crisi economica ed epidemie.
Nel nord della Siria, oggi, oltre a una crisi crisi pluriennale, le persone stanno affrontando anche le conseguenze del terremoto, come la perdita di case e servizi pubblici. Tutte le scuole utilizzate come rifugi collettivi sono state evacuate e ripristinate per riprendere le lezioni. Le famiglie accolte hanno ricevuto assistenza in denaro per coprire l’affitto per 6 mesi, ma c’è incertezza su cosa accadrà dopo questo periodo, soprattutto per coloro che hanno perso i propri mezzi di sostentamento e stanno ancora affrontando il trauma della catastrofe.
“A un anno dal terremoto, Azione contro la Fame, insieme ai suoi partner in Turchia, si sta concentrando sulle oltre 800.000 persone che vivono ancora in rifugi temporanei (tende e container) e, all’interno di questa popolazione, sui soggetti più vulnerabili come donne, bambini e anziani”, afferma Daniel Martin, direttore di Azione contro la Fame in Turchia.
“Lavoriamo insieme ad altre organizzazioni e con il sostegno dello Stato per rispondere a bisogni essenziali come cibo, nutrizione, accesso all’acqua potabile, igiene e servizi igienico-sanitari. Inoltre, ci concentriamo sull’aiutare le famiglie a generare risorse e reddito. Stiamo individuando e valutando i settori maggiormente legati a possibilità di inclusione socio-economica, come ad esempio quelli dell’istruzione e della formazione. Questa iniziativa ci permetterà di individuare i settori con il maggior potenziale, di concentrarvi la nostra formazione e, naturalmente, di sostenere le famiglie che hanno già intrapreso delle iniziative in questa direzione”, continua Daniel Martin.
IL LAVORO DI AZIONE CONTRO LA FAME NELL’ULTIMO ANNO
Fin dalle prime ore dell’emergenza terremoto, le équipe di Azione contro la Fame si sono mobilitate e hanno fornito un sostegno continuo alle persone colpite in Turchia e in Siria, in collaborazione con i partner locali. Nell’ultimo anno, più di 400.000 persone hanno ricevuto la nostra assistenza. In particolare, circa 152.000 persone hanno ricevuto assistenza per l’acqua, i servizi igienici e l’igiene; più di 175.000 hanno ricevuto assistenza sanitaria e nutrizionale; e 62.400 hanno ricevuto assistenza per la sicurezza alimentare e i mezzi di sussistenza.
Bassel, responsabile del team di monitoraggio e valutazione di Azione contro la Fame ad Aleppo, con una delle bambine che hanno ricevuto kit per l’inverno © Azione contro la Fame.
“Non so dirvi quanto sono orgoglioso di far parte di questa grande squadra e organizzazione che, onestamente, non ha risparmiato sforzi e tempo per poter fornire aiuti immediati all’indomani del terremoto. Nessuno dei miei colleghi pensava alle proprie case o alle proprie famiglie, ma a ciò che potevamo offrire alla comunità in un determinato momento e in queste circostanze. È la prima volta che sento così tanto il valore umano del lavoro che svolgiamo”, dice Bassel, responsabile del team di monitoraggio e valutazione di Azione contro la Fame ad Aleppo, la città più popolosa della Siria.
LE TESTIMONIANZE
Le due testimonianze che seguono sono state raccolte a gennaio 2024 ad Hatay, in Turchia. Si tratta di due donne: una madre di 5 figli che ha beneficiato dei servizi dei centri per madri e bambini, e una operatrice impegnata a fornire supporto in quegli stessi centri.
Gli Spazi per Madri e Bambini, sono stati creati in Turchia da Azione contro la Fame e l’associazione partner Solidarity, Respect and Protect (SRP). Sono luoghi di cura e di educazione, fondamentali per sostenere gli sfollati dopo il terremoto e hanno dimostrato di essere non solo punti di riferimento per la nutrizione e la salute, ma anche centri in cui le madri e i loro figli si impegnano in attività educative e comunitarie, promuovendo un senso di comunità e di guarigione collettiva.
Ubeyde e Çağla incarnano due esempi di forza e di resilienza al femminile, in un contesto che a distanza di un anno resta estremamente drammatico.
UBEYDE ha 37 anni ed è madre di cinque figli. Dopo il terremoto del 6 febbraio, lei e la sua famiglia hanno vissuto prima in una tenda, poi si sono trasferiti in un container. Hanno trovato sostegno in Azione contro la Fame e il suo partner locale SRP grazie allo Spazio per Madri e Bambini (Mother Baby Space). Un medico li visita settimanalmente per le esigenze sanitarie. La sua principale preoccupazione è ora quella di migliorare i servizi igienici nel container. I bambini, infatti, sono costretti ad uscire per poter andare in bagno e questo li fa ammalare spesso. Il marito di Ubeyde lavora a Erzin e lei si assume le maggiori responsabilità. Lo Spazio per Madri e Bambini, offre un luogo di cura ma anche un importante spazio di socializzazione, sia per i piccoli che per le famiglie, specie in un momento in cui la disgregazione sociale è molto forte.
“È molto difficile per i bambini: devono uscire sempre, è difficile andare in bagno, è lontano e complicato, specie di notte. Quando gli operatori dell’ONG vengono qui, li mando da loro. Grazie a Dio si prendono cura dei bambini. Insegnano loro delle cose, ad esempio, cosa devono mangiare e bere. Nella vecchia scuola non facevamo molto. Ora stanno imparando. Facciamo disegni. Danno lezioni. Qui si discute. Ogni settimana, il mercoledì, ci invitano per fare colazione e a stare insieme. È molto bello. Qui allo Spazio Madre e Bambino ho ottimi rapporti con tutti. Prima non conoscevo nessuno, ora ci conosciamo tutti e ci facciamo spesso visita, anche solo per un café. Noi donne siamo diventate amiche e anche i nostri mariti si sono conosciuti. Siamo diventati come una famiglia. Resto fiduciosa per il futuro. Confido nel piano di Dio e spero in un miglioramento delle condizioni del Paese”.
ÇAĞLA ha 23 anni ed è operatricce medica e coordinatrice nell’organizzaizone partener di Azione contro la Fame, SRP.
“A Yıldırımtepe, facciamo formazione sull’allattamento al seno, principalmente alle madri incinte e che allattano al seno, rivolgendoci a quelle con bambini di età non superiore ai due anni. Affrontiamo anche temi come lo svezzamento e l’introduzione di cibi solidi. Le donne, tra cui madri e persino nonne, condividono le loro sfide e noi adattiamo le nostre lezioni in base alle loro richieste. Anche se molte di loro hanno molti figli, dicono di aver imparato molte cose qui e danno un feedback positivo sullo spazio. Inoltre, questi spazi aiutano la socializzazione tra le donne e favoriscono la creazione di legami di vicinato.
Nel corso del tempo, i bisogni sono cresciuti, mentre gli aiuti stanno gradualmente diminuendo e questo è un problema. La continuità degli aiuti è fondamentale per la ripresa a lungo termine. Dovremmo fornire ogni tipo di assistenza, grande o piccola che sia, perché i bisogni sono ampi e vanno dall’abbigliamento, all’alloggio, al cibo, all’igiene. Tra le priorità attuali c’è anche la distribuzione di tessere alimentari per le famiglie per acquistare i beni di prima necessità.
Il cambiamento più significativo avvenuto dopo il terremoto è il cambio di prospettiva sulla vita. Pur piangendo le perdite, la vita va avanti e l’esperienza del terremoto ha insegnato lezioni preziose”.
* * *
CHI È AZIONE CONTRO LA FAME | www.azionecontrolafame.it
Azione contro la Fame è un’organizzazione umanitaria internazionale che crede che ogni persona ha diritto a una vita libera dalla fame.
Specialisti da oltre 40 anni, prevediamo fame e malnutrizione, ne curiamo gli effetti e preveniamo le cause.
Siamo in prima linea in 55 paesi del mondo per salvare la vita dei bambini malnutriti e rafforzare la resilienza delle famiglie con cibo, acqua, salute e formazione.
Guidiamo con determinazione la lotta globale alla fame, introducendo innovazioni che creano progresso, lavorando in collaborazione con le comunità locali, mobilitando persone e governi, per realizzare un cambiamento sostenibile.
Ogni anno aiutiamo 28 milioni di persone.