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Un telefonino chiamato delatore

di Paolo Mario Buttiglieri

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E’ da un po’ di anni che i telefonini vengono usati non tanto per telefonare ma per mille altre cose. Tra cui come strumento di registrazione e riproduzione della realtà. Se ci fossero stati i telefonini nel passato più remoto oggi la nostra conoscenza della storia e non solo di essa sarebbe molto più precisa e diversa.

Il telefonino registra audio e video di quel che accade. Ed è per questo che le sue registrazioni rivelano pubblicamente ogni nostra comunicazione privata. In altre parole dove c’è un cellulare la privacy sparisce completamente. E più lo usiamo per comunicare, per fare un audio, un video o una fotografia e più la nostra vita diventa eternamente pubblica.

In pratica è come se avessimo sempre con noi una spia che registra gran parte di quel che facciamo.

Oggi quasi tutti hanno un cellulare che sempre di più oltre a spiare la nostra vita ci distrae dalla realtà. Anzi è il telefonino che usa noi e non noi lui.

Tra poco molti si stuferanno di vivere prigionieri del telefonino e lo abbandoneranno…dove non ce ne sono, come accadeva agli albori dell’ecologia quando molti lasciavano le città per andare a vivere in campagne sperdute dove non esisteva tecnologia alcuna.

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