Il 9 febbraio abbiamo ricordato sui nostri canali social la vicenda di Florentina Motoc, uccisa dalla mafia il 9 febbraio del 2001. La sua storia viene raccontata dalla studentessa Vanessa Audia della classe III sez. C del Liceo scientifico Filolao di Crotone.
“Florentina Motoc, chiamata da tutti Tina, era una giovane ragazza di origini rumene che viveva a Torino, città dove era costretta a prostituirsi e dove ha perso drammaticamente la vita.
Tina nasce nel 1980 a Dorohoi, trascorre la sua infanzia in una famiglia semplice e con un forte legame affettivo; il padre e i fratelli perdono il lavoro, così la famiglia si trova improvvisamente senza alcun guadagno. L’unica soluzione per Tina, nonostante la sua giovane età, è andare via dal proprio paese alla ricerca di un lavoro per poter aiutare la famiglia. Arriva in Turchia, dove si ritrova sola e in un paese straniero, riceve una proposta di lavoro con la promessa di un buon stipendio, invece viene costretta a prostituirsi e impaurita, senza sapere a chi rivolgersi non può far altro che restare lì. Tina resta incinta e i suoi sfruttatori le permettono di tornare in patria per dare alla luce la sua bambina con la quale resta per un po’ di tempo, ma subito dopo viene costretta dai suoi ruffiani a tornare a prostituirsi, e questa volta viene mandata in Italia, a Torino.
Tina trova la forza di affrontare questa situazione accarezzando l’idea di poter abbandonare la strada e tornare dalla figlia e dalla sua famiglia. Il 9 Febbraio 2001 Tina si allontana con un cliente e di lei non si sa più nulla. A distanza di 8 giorni il suo corpo viene ritrovato senza vita vicino lo svincolo Pianezza Collegno a Torino. Sul corpo sono presenti segni di violenza, oltre al fatto che aveva le mani legate dietro la schiena, le gambe ed un piede erano bruciati dal fuoco come i resti dei suoi abiti. Tina muore all’età di 21 anni uccisa dal serial killer Maurizio Minghella.
Purtroppo lo stesso destino di Tina capita a molte persone, che sono costrette a lasciare il proprio Paese a causa di guerre e povertà, per cercare un futuro migliore, per dare una speranza ai propri figli, ma vengono ingannate e così i loro aguzzini che le trasformano in merce umana.”
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, impegnato ormai da anni, in prima linea, contro l’illegalità e l’irresponsabilità civica, nella divulgazione dei fatti storici e nella conservazione nella memoria collettiva dei protagonisti della società civile, continua a proporre, attraverso la voce degli studenti, nomi e vicende di cittadini esemplari nelle scuole italiane perché dalle aule si propaghi un’onda di partecipazione e resilienza legalitaria, sollecitando i docenti a sensibilizzare costantemente i propri studenti sulle storie e le vicende che hanno interessato i martiri della legalità.
Il CNDDU invita nuovamente gli studenti e i docenti ad aderire al progetto #inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità. Gli elaborati possono essere segnalati al CNDDU che li renderà visibili sui propri canali social (email: coordinamentodirittiumani@gmail.com)
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU