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EDDIE MARTINEZ. Nomader
A cura di Alison M. Gingeras
Padiglione della Repubblica di San Marino alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia
Organizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a
La Repubblica di San Marino partecipa alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia con il progetto Nomader di Eddie Martinez, a cura di Alison M. Gingeras.
Ospitato presso La Fucina del Futuro, il Padiglione di San Marino è progettato e realizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a., che si conferma nel ruolo di organizzatore.

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La Repubblica di San Marino partecipa alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia con il progetto Nomader di Eddie Martinez, a cura di Alison M. Gingeras. In esposizione, un nuovo corpus di opere dell’artista americano, pensate appositamente per La Fucina del Futuro (Calle San Lorenzo 5063B, Castello), sede del Padiglione in continuità con la Biennale Architettura 2023.

Il Padiglione di San Marino è progettato e realizzato da FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a., azienda sammarinese che fa capo a Roberto Felicetti, Vincenzo Rotondo e Alessandro Bianchini, con il supporto della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura e la supervisione del commissario Paolo Rondelli e del vice commissario Riccardo Varini.

La repubblica più antica del mondo, da sempre aperta e accogliente, ha spesso guardato ad artisti stranieri per le proprie partecipazioni nazionali a La Biennale di Venezia. Una scelta che rende omaggio alla storia del Paese: luogo di ospitalità e rifugio in passato e oggi importante centro turistico e sede universitaria di respiro internazionale.

La biografia e i fondamenti concettuali dell’opera di Eddie Martinez presentano una stretta affinità con Stranieri Ovunque, il tema proposto da Adriano Pedrosa, curatore della Biennale Arte 2024. Martinez, infatti, è stato segnato da un’infanzia itinerante, priva di una convenzionale stabilità. Durante il periodo della sua maturazione, Martinez si è spostato con la famiglia da una regione all’altra degli Stati Uniti, da costa a costa, spesso più di una volta all’anno. L’inclinazione ad appropriarsi di frammenti di immagini e temi deriva quindi dal suo background nomade. Tracce dei diversi paesaggi attraversati durante la giovinezza compaiono occasionalmente nella sua iconografia, che accoglie porzioni di immagini provenienti da una vita itinerante, riviste e trasformate di opera in opera. Martinez si è sentito perennemente straniero, indipendentemente dal luogo di permanenza, fino a quando, da adulto, ha messo radici a Brooklyn.

Il disegno è stato l’elemento che ha dato continuità a Martinez nel corso della sua vita, avendo iniziato a praticarlo in giovane età. Anche quando era costantemente in viaggio, i materiali portatili gli hanno permesso di investire nel disegno come pratica di base, che da allora costituisce la spina dorsale del suo lavoro. Il disegno ha fornito a Martinez un senso di casa, dandogli conforto e permettendogli di esplorare la sua immaginazione; a sua volta, il disegno è diventato il motore generativo delle sue pratiche pittoriche e scultoree.

Si legge nel testo di Alison M. Gingeras: «Così come il tema curatoriale della Biennale abbraccia la nozione di “Homo Migrans” – la supposizione che essere umani significhi migrare, spostarsi fisicamente, cambiare mentalmente e attraversare culture e identità – così fa l’universo visivo dell’opera di Martinez. L’artista ha permesso al suo lavoro di migrare formalmente e concettualmente dall’eredità del disegno automatico e dell’astrazione praticata dal gruppo CoBrA alla sua peculiare interpretazione della figurazione fumettistica post-Philip Guston, nonché alla sua insolita rivisitazione di vari generi classici dell’arte come le nature morte e la ritrattistica. La sua pratica sperimentale ed eterogenea è in continua evoluzione: utilizza diversi media come se cercasse sempre di rendere il suo linguaggio visivo estraneo a se stesso».

Il titolo Nomader sintetizza il rapporto di Martinez con le forme e le idee, passando dal disegno alla scultura e alla pittura, dalla figurazione all’astrazione e viceversa. Questo neologismo suggerisce sia il tema del nomadismo, fisico e culturale, sia un gioco fonetico sulla pronuncia americana che suona come “no matter” (non importa). Entrambi i significati risuonano con l’opera dell’artista e con il suo immaginario.

«Sono onorato di rappresentare la Repubblica di San Marino alla Biennale Arte 2024 – dichiara Eddie Martinez – e sono grato al team di FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a. che ha organizzato il Padiglione e ha scelto un artista al di fuori dei propri confini per rappresentarli sulla scena mondiale. Sono anche grato ad Alison M. Gingeras per la sua continua collaborazione e per la sua coraggiosa ricerca sulla pittura e sulle sue possibilità. Questo progetto è il risultato di un viaggio di oltre dieci anni, che traduce il mio lessico visivo e lo porta verso nuove terre, metaforiche e letterali».

Concepita appositamente per gli spazi de La Fucina del Futuro, un’ex bottega fabbrile nel cuore del sestiere di Castello, l’installazione ideata da Eddie Martinez e Alison M. Gingeras intende dare allo spettatore pieno accesso al processo creativo dell’artista. Nella prima sala sarà allestito un tavolo trapezoidale con un’ampia selezione di disegni e alcune sculture in bronzo, che l’artista ha realizzato assemblando vari materiali di scarto trovati sulla spiaggia di Long Island. Intorno al tavolo ci sarà una selezione di dipinti realizzati appositamente per il Padiglione San Marino. L’installazione delle opere pittoriche continuerà quindi nella seconda sala. Sia le sculture che i disegni sono parte integrante dei processi concettuali e formali migratori cui Martinez si sottopone per produrre i suoi dipinti su larga scala.

Maggiori informazioni relative alla partecipazione nazionale sammarinese alla Biennale Arte 2024 sono disponibili all’indirizzo www.biennaleveneziasanmarino.com, Facebook @biennaleveneziasanmarino, Instagram @biennalevenezia_sanmarino. Hashtag ufficiali: #biennaleveneziasanmarino – #eddiemartinez – #nomader.

Eddie Martinez (n. 1977, Gordon Naval Base, Connecticut) è un pittore e scultore americano che vive e lavora a Brooklyn, NY. Martinez è noto soprattutto per le sue opere a parete di grandi dimensioni che incorporano figurazione e astrazione, pittura e disegno, mettendo in primo piano il forte segno grafico che lo contraddistingue. L’artista posiziona spesso le sue forme e figure su sfondi monocromatici che servono a delineare ed enfatizzare i suoi gesti audaci nel realizzare i dipinti attraverso la combinazione di tecniche come olio, smalto e vernice spray, e spesso includono oggetti trovati. Martinez utilizza questi oggetti recuperati anche nella costruzione di opere tridimensionali, combinandoli e gettandoli in bronzo. Le sculture risultanti ricordano le forme esuberanti che dominano le sue tele. Martinez ha esposto in gallerie e musei di tutto il mondo, con mostre personali al The Drawing Center di New York, al Davis Museum presso il Wellesley College in Massachusetts, al Bronx Museum di New York, al Yuz Museum di Shanghai, al Museum of Contemporary Art di Detroit, e più recentemente allo Space K di Seoul. Il suo lavoro è incluso nelle collezioni permanenti di istituzioni come il Thyssen-Bornemisza Museum, il Carnegie Museum of Art, la National Gallery of Art e l’Hirshhorn Museum di Washington DC, il Los Angeles County Museum of Art, il Museo Nacional Reina Sofía di Madrid, il Yuz Museum e The Morgan Library di New York City.

Alison M. Gingeras è una curatrice e scrittrice di base a New York e Varsavia. Gingeras ha lavorato come curatrice presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York, il Centre Pompidou di Parigi e Palazzo Grassi a Venezia. Attualmente, è curatrice aggiunta presso il Dallas Contemporary e guest curator presso il Museum of Modern Art di Varsavia, il Tel Aviv Museum of Art e il Museum of Contemporary Art di Miami, oltre a lavorare come curatrice indipendente. Conosciuta per il suo approccio erudito ma anarchico alla storia dell’arte, Gingeras ha organizzato diverse mostre innovative come Dear Painter, Paint Me: Painting the Figure Since Late Picabia al Centre Pompidou di Parigi (2002) e ha co-curato Pop Life alla Tate Modern di Londra (2009). Più recentemente, ha curato My Name Is Maryan presso il Tel Aviv Museum of Art (2023). I suoi scritti appaiono regolarmente su periodici come Artforum, Playboy, Tate Etc., Spike, nonché in numerosi libri e cataloghi di mostre.

FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a., azienda fondata nel 2006 a San Marino da Roberto Felicetti, Vincenzo Rotondo e Alessandro Bianchini, comprende i marchi FR Art Collection, FR Watch Collection, FR Art Events. L’attività si caratterizza sia per progetti di consulenza all’interno del mercato dell’arte italiana, sia per l’organizzazione di mostre dedicate ai principali artisti del Novecento storico italiano e del panorama internazionale. Tra le esposizioni: Al di là della forma. Mostra sul novecento Storico Italiano (Palazzo Granieri della Roccia, Torino), La fine dell’avanguardia da De Chirico a Guttuso, a cura di Vittorio Sgarbi (Galleria d’Arte San Marino, Palazzo Arzilli), la personale di Pablo Atchugarry presso il Waterfront di Porto Cervo. FR Istituto d’Arte Contemporanea S.p.a. si conferma nel ruolo di organizzatore del Padiglione di San Marino alla Biennale Arte 2024 dopo i positivi riscontri ottenuti in occasione della 59. Esposizione Internazionale d’Arte (Postumano Metamorfico, Palazzo Donà Dalle Rose, 2022) e della 18. Mostra Internazionale di Architettura (Ospite Ospitante, La Fucina del Futuro, 2023).

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Si allegano il comunicato stampa, alcuni estratti degli interveti in occasione della conferenza stampa, il manifesto, un ritratto fotografico dell’artista e alcune opere con le relative didascalie e i crediti fotografici (si prega gentilmente di fare riferimento all’apposito documento). Il press kit completo è scaricabile all’indirizzo: https://bit.ly/biennaleveneziasanmarino.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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