La storia e il fascino di “Lovere romana, dal tesoro alla necropoli”
in mostra dal 2 marzo al 2 giugno all’Atelier del Tadini di Lovere (Bg)
I reperti archeologici conducono in un viaggio nel tempo alla scoperta di Lovere romana, un abitato
di cui non rimane alcuna traccia ma che rivive grazie ai ritrovamenti della sua vastissima e ricca necropoli
LOVERE (BG) – Si inaugura sabato 2 marzo a Lovere, presso l’Atelier del Tadini, la mostra “Lovere romana. Dal tesoro alla necropoli”, che sarà visitabile gratuitamente fino a domenica 2 giugno. Nata da un’idea di Giovanni Guizzetti, è curata da Stefania De Francesco e Serena Solano, funzionarie archeologhe della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, ed è promossa e allestita dal Comune di Lovere in collaborazione con la Soprintendenza e la Fondazione Accademia di belle arti Tadini di Lovere ed il contributo del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano dell’Oglio. La mostra vuole raccontare l’importante ruolo di Lovere in età romana, attraverso l’esposizione di alcuni fra i più significativi reperti provenienti dalla necropoli rinvenuta in località Valvendra, lungo le attuali vie Martinoli e Gobetti.
In età romana, nel luogo oggi occupato dalla cittadina di Lovere, sorgeva un centro vivace e importante, certo favorito dalla felice posizione sul lago. Di questo centro, però, non è stata ancora rinvenuta alcuna traccia, ad eccezione di due iscrizioni trovate nei pressi del monastero di San Maurizio. È per questo che la vasta necropoli riveste un’eccezionale importanza per capire la ricchezza della Lovere romana e come vi vivessero i suoi abitanti: gli oggetti portati alla luce nel corso degli scavi ci raccontano di un emporium florido e importante, propaggine e avamposto meridionale della Civitas Camunnorum (l’odierna Cividate Camuno), alla confluenza di importanti vie di comunicazione tra il territorio bergamasco, il Sebino e la valle Camonica.
Il percorso espositivo offre uno spaccato della Lovere romana attraverso i reperti archeologici venuti alla luce, dai primi ritrovamenti casuali all’inizio dell’Ottocento alla scoperta, nel 1907, del cosiddetto “tesoro”: preziosi oggetti in oro e argento, vasi e ornamenti vari conservati al Museo Archeologico di Milano e che tornano in riva al Sebino per questa speciale occasione, fino agli scavi archeologici più recenti. Lo scavo sistematico del 2015 è quello che ha riportato alla luce la maggior parte delle tombe, permettendo una comprensione completa della necropoli grazie anche alle analisi stratigrafiche, antropologiche e archeobotaniche svolte. Tra i reperti che si potranno ammirare spiccano collane, anelli in oro e argento con castone e altri ornamenti, vasi e oggetti della vita quotidiana, lucerne e dadi da gioco. A fare da quinta scenografica alla mostra ci sarà un disegno con ricostruzione della necropoli sullo sfondo del lago e dell’area circostante.
Sottolineano Stefania De Francesco e Serena Solano, curatrici della mostra: «Una selezione dei preziosi reperti facenti parte del cosiddetto tesoro di Lovere dialoga in mostra con alcuni dei più significativi corredi delle tombe scavate presso il campo sportivo tra il 2013 e il 2015. I reperti conducono in un viaggio nel tempo alla scoperta di Lovere romana, un abitato di cui non rimane alcuna traccia ma che rivive grazie ai ritrovamenti della sua vastissima e ricca necropoli, utilizzata come luogo di sepoltura per oltre quattro secoli tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del V d.C. Il taglio della mostra è duplice: da un lato c’è stata la volontà di far comprendere quanto i materiali archeologici possano restituire e raccontare, se correttamente recuperati e contestualizzati. Dall’altro lato, è stata prestata particolare attenzione ai visitatori più giovani, con un’introduzione didattica sulle necropoli e sul rituale funerario e un invito a osservare e a giocare. Nelle vetrine, gli oggetti scelti per accompagnare i defunti nel viaggio nell’aldilà offrono l’occasione per conoscere alcuni aspetti della vita quotidiana e della vivacità culturale e commerciale dell’antica Lovere romana, grazie alla sua strategica posizione lungo importanti vie di comunicazione. La necropoli, lungo la strada, ci invita a percorrere un viaggio nel passato e a muoverci nel territorio, per scoprire i siti della Rete Pad, la Rete dei Paesaggi Archeologici Diffusi, e la vicina Valle Camonica romana su cui Lovere in antico gravitava».
Afferma il sindaco di Lovere Alex Pennacchio: «La mostra è senza alcun dubbio uno degli eventi culturali più significativi degli ultimi decenni. Frutto di un lungo e appassionato lavoro di ricerca e di valorizzazione del nostro patrimonio archeologico, ci offre la possibilità di ammirare alcuni dei reperti più belli e significativi rinvenuti nella necropoli di via Martinoli, una delle testimonianze più importanti della presenza romana nel nostro territorio. Si tratta di oggetti che ci raccontano la vita, la cultura, la religione e l’arte di una civiltà che ha lasciato un segno indelebile nella nostra storia. Vi invito a visitare l’esposizione con curiosità e interesse, e a lasciarvi coinvolgere dal fascino della Lovere romana».
Dopo l’inaugurazione della mostra, altri importanti appuntamenti sono in agenda nelle prossime settimane: sabato 16 marzo, nella Sala degli Affreschi dell’Accademia Tadini (alle ore 15), verrà presentato il volume “La necropoli di età romana di Lovere (BG): una comunità sulle sponde del Sebino”, a cura di Maria Fortunati, già funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia; infine, sabato 6 aprile, nella stessa sede, si svolgerà la giornata di studi intitolata “E dell’oscura morte al passo andare”, organizzata dalla Rete PAD, nel corso della quale i relatori si confronteranno sulla tematica della morte e sui rituali, sui simboli e sulle credenze che attraversano lo spazio e il tempo sotto l’aspetto archeologico, storico-artistico e sociale. Al termine dei lavori si terrà una tavola rotonda in cui gli argomenti dibattuti nel corso della giornata di studi saranno affrontati dal punto di vista antropologico.
“Lovere romana. Dal tesoro alla necropoli”
Atelier del Tadini, via Giorgio Oprandi, Lovere (Bg).
Periodo: dal 2 marzo al 2 giugno 2024.
Orari: venerdì e sabato dalle 15 alle 19; domenica e festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.
Per le scuole e per prenotare visite guidate: 349 4118779; mail: didattica@accademiatadini.it
Ingresso libero.
Per informazioni: www.accademiatadini.it; www.pad-bg.it