Ancorare la spesa sanitaria al Pil
per sottrarsi alle “marchette elettorali”
Stefano Massaro, Ceo di Cerba HealthCare Italia, indica la strada per risolvere il problema dei bassi finanziamenti al sistema sanitario nazionale
«Ancorare la spesa sanitaria al Pil vuol dire già destinare con una decisione non più negoziabile dei fondi alla salute. E questo significherebbe sottrarsi al meccanismo delle “marchette elettorali”, per concentrare le risorse su ciò che serve davvero, ma che il cittadino percepisce solo quando é malato».
Stefano Massaro, Ceo di Cerba HealthCare Italia, dalla tavola rotonda del TgCom sulla sanità e il rapporto pubblico e privato, presente il sottosegretario al ministero della Salute, Marcello Gemmato, ha sottolineato come «negli anni, a prescindere da quale sia stato il governo o la corrente politica, abbiamo assistito a delle “marchette elettorali” che, per guadagnare voti, hanno spostato il denaro da ciò che serve davvero».
«L’Italia spende la metà rispetto a quello che spendono paesi come Francia e Germania nella sanità pubblica -ha ricordato Massaro-. E i cittadini devono sapere che in queste condizioni noi stiamo compiendo un miracolo. E dico noi, perché il servizio sanitario pubblico è quello erogato con denaro pubblico, indipendentemente da chi sia l’erogatore, che sia di diritto privato o di diritto pubblico. La verità è che il sistema sanitario nazionale non è finanziato a sufficienza. Mancano le risorse e da qui la grandissima polemica che è uscita in questi giorni».
La soluzione suggerita da Stefano Massaro alla politica è semplice: «ancorare una spesa sanitaria corretta al volume di Pil, visto che il Pil non subisce variazioni così estreme, a parte ciò che è avvenuto durante la pandemia, che è ovviamente un caso eccezionale. Il problema è che quando si va verso le elezioni è più facile fare promesse elettorali dimenticandosi della sanità -ha concluso Stefano Massaro-, dal momento che, per fortuna, la maggior parte della popolazione è sana e quindi il bisogno sanitario viene messo sempre in secondo piano, perché ci accorgiamo della sua importanza solo quando siamo malati».