IL PUNTO n. 952 del 26 aprile 2024
di MARCO ZACCHERA
ta è un buon viatico per il centro-destra in vista delle Europee, mentre la consueta demagogia ha sciupato anche quest’anno il 25 aprile che non riesce ad essere momento di riflessione e concordia per tutti gli italiani. A Verbania si va (divisi) alle elezioni e l’approfondimento propone una riflessione sull’ Etica che dovrebbe accompagnare la Politica, ma raramente riesce a farlo. Sono preoccupato sulla nuova fornitura di missili a lungo raggio all’Ucraina “che salveranno vite umane (?!)” e intanto sono una poggia d’oro per le aziende militari USA e mi chiedo chi controlla Zelensky, il cui mandato presidenziale è scaduto, ma non lo ricorda nessuno.
E’ uno dei tanti misteri ucraini che non si hanno il coraggio di affrontare.
25 APRILE
Anziché essere un momento di ricordo e riconciliazione tra italiani, anche quest’anno il 25 aprile è stato motivo di polemiche e si è arrivati a parlare di “regime” perché non è stato trasmesso un monologo di Scurati su Rai 3 (poi comunque ed ovunque letto e riletto integralmente) che non trovava di meglio che concludere: “La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici e finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana». Demagogia spicciola, senza rendersi conto che questa data è stata strumentalizzata così tanto dalla retorica che oggi – purtroppo – per la maggioranza degli italiani (indagine del “Corriere”) non significa più niente. La Meloni – dimostrando furbizia – ha poi perfino pubblicato integralmente il post di Scurati sul proprio sito, ma – incredibile – il gesto è stato commentato come “una seconda censura” perché (ANSA) “la mera pubblicazione di un testo non rende giustizia all’autore, non pareggia la censura, perchè lo scopo di quella pubblicazione era soltanto additare ed esporre Scurati al pubblico ludibrio dei follower…” Vabbè…
Bersani parla di “cultura del manganello” (quello che secondo la Schlein la polizia non deve più usare in piazza) con riferimento alla Meloni, mentre si diffondono esempi di autentica scemenza come la censura e diffida a un professore di musica che ad Ariano Irpino ha consegnato, a richiesta, lo spartito di “faccetta nera” a degli studenti.
E’ comunque singolare che dopo milioni di articoli, trasmissioni, saggi, libri, documenti, comizi, appelli, dichiarazioni ecc. ecc. a 79 anni dai fatti e passate due generazioni ci si divida ancora tra italiani.
Forse i nipoti dei “liberatori” darebbero prova di coraggio (perché una democrazia non deve avere paura dei fatti) dando voce anche a ricostruzioni storiche meno di parte ed ammettere e spiegare anche cosa successe in Italia DOPO il 25 aprile, ovvero quella che Indro Montanelli chiamo “macelleria messicana” ai danni di tanti fascisti o presunti tali. Nell’era del pluralismo e della libertà allora conquistata, perché non è ancora arrivata l’ora di farlo?
VERBANIA: COSTRUIRE E NON DIVIDERSI
A Verbania saranno elezioni comunali nel segno delle divisioni. Ancora incerto il numero delle liste e dei candidati a sindaco, con uno spappolamento conclamato della sinistra che guida oggi la città. Il principale competitor addirittura non ha voluto l’appoggio della sindaco uscente di cui pur è stato per un decennio assessore. Divisioni che sarebbero un’occasione d’oro per il centro-destra che però non ha saputo coglierla, visto che a sua volta si è diviso tra le liste “civiche” a sostengo di GIANDOMENICO ALBERTELLA e quelle “di partito” pro MIRELLA CRISTINA, oltre – va ricordato – a un terzo candidato, MICHAEL IMMOVILLI, che corre in proprio. Concretamente nessuno di loro vincerà al primo turno, ma ALBERTELLA o CRISTINA arriveranno al ballottaggio. Sarebbe gesto di intelligenza politica evitare che la campagna elettorale si trasformi in un rodeo (è inutile rubarsi i voti a vicenda, semmai bisogna recuperarli alla sinistra) lavorando da subito perché chiunque accederà al ballottaggio venga poi appoggiato senza remore dallo sconfitto/a. Soltanto unendosi si potrà sperare di riconquistare al secondo turno una città che l’altra volta fu persa per una manciata di voti. Sarà possibile? Lo spero, ma non mi illudo.
ERBACCE? MA E BIODIVERSITA’!
Quella del comune di Milano che ridurrà il taglio dell’erba in parchi, aiuole e giardini “per favorire la biodiversità” è una idiozia ma – essendo Sala sindaco di sinistra – arrivano applausi del Corriere e tanti baci. D’altronde a Roma sono già “avanti”: il non raccogliere le immondizie trasformando la città in uno stato vergognoso – infatti – è solo per favorire la proliferazione dei topi che (ci avete pensato!?) arricchiscono anch’essi la biodiversità, così come la presenza dei cinghiali per le vie cittadine che rovistano nei rifiuti è evidentemente un’altra “scelta voluta” per proteggere e rafforzare la fauna selvatica. E tutta una incredibile demagogia che si insegue: tutto deve essere green e se poi è anche elettrico ancora meglio. Per esempio sul Lago Maggiore si sfidano a 100 km/ora motoscafi che rombano e disturbano timpani e fauna ittica, ma non conta nulla: sono con motori elettrici e quindi OK.
Approfondimento: ABORTO, POLITICA E PRINCIPI ETICI
Le polemiche sull’aborto, la volontà di Macron di inserirlo come “valore fondamentale” nella Costituzione Europea, lo “scandalo” suscitato dalla proposta della maggioranza di inserire nei Consultori famigliari anche eventuali presenze (gratuite) di associazioni “pro-vita” ripropone ancora una volta il tema di come la Politica dovrebbe affrontare i principi etici.
L’aborto è un tema delicato, che coinvolge la coscienza delle persone e che va affrontato con serietà. Prima di tutto credo che non ci siano certezze né dogmi, ma sottolinei il momento di grande difficoltà quando una madre vuole abortire. Credo che una donna debba essere libera di farlo, ma prima di deciderlo avrebbe il dovere di verificare a fondo la sua scelta ed è per questo che andrebbe aiutata anche fornendole delle alternative e non emarginandola. Ma se in un Consultorio la “pratica” è trattata solo come tale, come potrà mai valutare altre scelte?
Su questo tema delicato anche a sinistra si dovrebbe riflettere, soprattutto da parte di quella minoranza “cattolica” del PD che però sembra stia man mano perdendo importanza e riferimenti, soprattutto da quando Elly Schlein guida la segreteria.
Nonostante un aperto sostegno di buona parte della Conferenza Episcopale Italiana e il supporto di “Avvenire” – che non perde occasione per marcare la distanza dalle politiche del governo – è giusto chiedersi cosa resti non solo di questa componente ma soprattutto perché taccia su quei temi, valori e principi etici che dovrebbero contraddistinguerla e differenziarla da quelle posizioni iper-laiche proprie della sinistra estrema soprattutto su alcuni temi come aborto, famiglia e fine vita.
Non vedo perché in un Consultorio famigliare non debba esserci anche una voce che proponga la continuazione della gravidanza ed è veramente assurdo che, forse per distogliere l’attenzione dai tanti problemi di campo largo o di trasparenza interna che lo perseguitano in questi giorni, il PD porti avanti con particolare virulenza e proprio ora una battaglia strumentale sul tema della 194 (che nessuno vuole abolire).
Se tacciono i cattolici del PD credo sarebbe opportuno qualche commento proprio su questo silenzio da parte della Chiesa se – per una volta – decidesse di richiamarli alle loro responsabilità e non solo insistere (come sempre) su questioni di facile consumo come immigrazione o razzismo.
Fa specie questo silenzio proprio nello stesso momento in cui ci si lamenta di come gli italiani siano sempre di meno, non facciano figli, le famiglie siano sempre più mono-personali e con un indice di fertilità abbondantemente al di sotto della soglia minima.
Non è solo una questione italiana perché sul tema dell’aborto la polemica divampa in tutto il mondo occidentale e soprattutto negli USA. Biden è a fine mandato, è stato un presidente ufficialmente “cattolico” (il primo dopo Kennedy) ma non solo non ha mai minimamente accennato alle proprie idee religiose, ma ha fatto di tutto per disconoscerle visto che – per esempio – proprio della battaglia pro-aborto ne ha fatto uno dei suoi slogan con toni certamente antitetici alla posizione della Chiesa.
Non si chiedeva a Biden di assumere posizione contrarie a quelle del suo partito, ma almeno di tenere un minimo di basso profilo.
Invece no, tutti i “democratici” del mondo sembrano concentrarsi ben di più sulla “libertà” personale portata anche all’estremo, ma senza tener conto che vale finchè non si scontra limitando o uccidendo quella altrui.
BUONA SETTIMANA A TUTTI MARCO ZACCHERA