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In occasione della Giornata Mondiale della Libertà di stampa il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende soffermarsi sul grande valore della libertà, diritto essenziale dell’uomo, e nello specifico sulla libertà di stampa che ogni Stato di Diritto deve garantire ai suoi cittadini.

La giornata celebrativa, che si celebra il 3 maggio in tutto il mondo, è stata istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per ricordare ai governi di sostenere e far rispettare la libertà di parola, come si legge nell’art.19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, e celebrare la Dichiarazione di Windhoek un documento, che tutela i principi in difesa della stampa libera e il pluralismo d’informazione, promulgato nel 1991 dai giornalisti africani a Windhoek, nello Stato del Namibia.

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“Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni ed idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo di frontiere.” (Art. 19, Dichiarazione Universale Diritti Umani, DUDU, 1948)

La Libertà di Stampa è una necessità per ogni società democratica ed è parte fondamentale dei diritti promossi dall’ideologia liberale, questo affermava chiaramente anche la DUDU. La libertà di espressione all’Italia fu negata durante il regime totalitario, ma con la nascita della Costituzione i nostri padri e le nostre madri costituenti tradussero in diritti la parola libertà.

Il nostro Paese usciva, infatti, da un ventennio in cui le libertà democratiche erano state soppresse. I costituenti individuarono proprio nella libertà di stampa uno dei cardini del nuovo stato democratico.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” (art. 21, Costituzione italiana, 1946).

Per tale ragione è davvero inaccettabile pensare che oggi tanti siano i cittadini che rischiano la propria vita in nome della libertà d’informazione.

La stampa, che arricchisce la nostra vita e ci permette di conoscere la vastità del mondo, negli ultimi anni è diventata l’obiettivo scelto, il nemico da eliminare.

Sono sempre di più i giornalisti che oggi lottano con forza per difendere il diritto d’informazione da nuove censure sempre in agguato, che girano il mondo per raccontarci senza filtri  che le guerre ancora esistono, e che  con le loro inchieste raccontano alla società le dinamiche delle organizzazioni criminali. Sono sempre di più i giornalisti che pagano con l’arresto, con l’ostracismo e addirittura con la vita il diritto di libertà.

Oggi, dobbiamo essere coscienti che diritti e libertà sono in pericolo e spetta ad ognuno di noi il compito di proteggerli. Numerosi sono stati i rapporti fatti negli ultimi anni, da organizzazioni di tutto il mondo, per comprendere le reali difficoltà in cui versa il giornalismo.

La libertà dei media secondo l’ultimo rapporto Media Freedom Report 2024 vive problematiche profonde e preoccupanti. In Italia e in molti Paesi d’Europa le preoccupazioni principali sono quelle legate agli attacchi ai giornalisti e all’influenza governativa sulle reti televisive. Oltre alle intimidazioni e alle elevate cause legali contro i giornalisti, “sono ormai diffuse le cause legali abusive, meglio conosciute come SLAPP, spesso utilizzate per reprimere la libertà di stampa in molti Paesi, tra cui Croazia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Svezia. Inoltre, l’uso diffuso di software spie come Pegasus e Predator rappresenta una minaccia costate” (Italian Digital Media Observatory).

Anche il World Press Index 2023, curato da Reporter Senza Frontiere, ricostruisce un contesto globale a tinte sempre più fosche e denuncia mancanza di interventi normativi sulla diffamazione e sulle intimidazioni. L’Italia in tema di libertà di stampa risulta al 41° posto, seguita molto dopo da Ungheria 72°, Malta 84°, Grecia 107°, ultima in Europa.  Circa una ventina sono attualmente in Italia i giornalisti sotto protezione delle forze dell’ordine.

Per Vittorio Trapani, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, “l’impressione è che l’Italia si stia allontanando dall’Europa, dagli standard europei”. Così dichiara il presidente della FNSI alla tv pubblica tedesca nell’ambito di un servizio sulla libertà d’informazione in Italia andato in onda il 25aprile 2024.

Sempre attiva in tema di libertà di stampa, Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia, giornalista investigativa maltese assassinata nel 2017 con un ordigno esplosivo piazzato nella sua auto, e presidente della Fondazione Daphne Caruana Galizia, di recente ha sottolineato l’importanza per l’Europa della “legge di Daphne”, cioè la direttiva di recente approvazione contro le querele bavaglio (SLAPP).

Tra i numerosi convegni organizzati per il 3 maggio, siamo lieti di segnalare quello promosso dall’associazione culturale Leali delle Notizie, a Ronchi dei Legionari, che si è tenuto oggi, alla vigilia della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, e ha visto protagoniste le scuole secondarie di I e II grado. L’incontro aperto a tutta la cittadinanza è stato dedicato alla memoria di tutti i giornalisti e gli operatori media che hanno perso la vita mentre svolgevano il loro mestiere. Presenti all’incontro i familiari di Andrea Rocchelli (a cui abbiamo dedicato La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa 2022), Mario Paciolla, Italo Toni e Graziella De Caro, che con la loro testimonianza hanno raccontato agli studenti le storie dei loro cari uccisi.

Il 3 maggio è il giorno in cui l’espressione libertà di stampa deve diventare concretezza, deve diventare esempio, deve diventare coraggio.

In questa giornata soprattutto è doveroso dedicare un pensiero a tutti i giornalisti, italiani e stranieri, che ogni giorno sacrificano la loro vita per il diritto d’informazione. Ed è doveroso, oggi più che mai, commemorare tutti i giornalisti che hanno perso la vita solo perché hanno scelto di essere portatori di libertà e di verità.

Il CNDDU intende sottolineare con forza l’altissimo valore civile di una giornata così significativa la quale ci deve spingere a comprendere pienamente che il valore della libertà non è un diritto acquisito e immutabile, va difeso ogni giorno con coraggio e gesti importanti per fare in modo che niente e nessuno possa scalfirlo facendoci scivolare in baratri già conosciuti.

Per la Giornata della Libertà di Stampa 2024 abbiamo scelto di ricordare Mario Paciolla l’osservatore ONU morto in Colombia il 15 luglio 2020. Mario, la cui storia merita ancora verità e giustizia, lavorava a un progetto umanitario per la pacificazione interna tra governo locale ed ex ribelli delle Forze armate rivoluzionari ecolombiane(Farc). https://sites.google.com/view/docentiperidirittiumani/iniziative/omicidio-mario-paciolla-collaboratore-onu

Al giovane osservatore ONU e a tutti i giornalisti e gli operatori media, che abbiamo ricordato nel corso degli anni, e che ancora ricorderemo in futuro, va la nostra gratitudine e il nostro grazie. Alle autorità nazionali e internazionali va invece il nostro appello affinché la libertà dei media portatrice di verità, sia tutelata insieme alla sicurezza di tutti gli operatori d’informazione.

Alla scuola italiana, invece, consegniamo idealmente la storia di un ragazzo perbene, faro per le generazioni future, costruttore di pace, che riempie il nostro Paese di orgoglio per l’altissimo esempio di educazione civica, e che merita, oggi più che mai, di rappresentare quella libertà per cui l’informazione e la stampa si battono.

#GiustiziaPerMarioPaciolla

prof.ssa Rosa Manco

CNDDU

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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