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Gaza: Save the Children, migliaia di bambini con le loro famiglie in fuga da Rafah, ma non c’è più spazio e le “zone umanitarie” sono senza acqua e con servizi igienici limitati

L’Organizzazione chiede un cessate il fuoco immediato e definitivo per proteggere le vite delle bambine e dei bambini di Gaza, la riapertura di tutti i valichi di frontiera e che venga garantito un accesso umanitario senza ostacoli in tutta la Striscia.

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La video testimonianza: http://www.contenthubsavethechildren.org/Package/2O4C2SOJJFFM

 

Migliaia di bambine, bambini con le loro famiglie stanno cercando disperatamente di fuggire da Rafah, ma le cosiddette “zone umanitarie” ampliate verso cui si stanno dirigendo hanno pochissimo spazio e acqua e servizi igienici molto limitati. Questo l’allarme lanciato dal personale di Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro – che è stato costretto a trasferirsi.

Martedì le forze israeliane hanno preso possesso del lato palestinese del valico di Rafah mentre le operazioni militari israeliane si sono estese[1], con attacchi aerei e operazioni di terra. I media hanno riferito che, negli ultimi giorni, decine di persone sono state ferite e uccise dai pesanti bombardamenti sulla zona orientale di Rafah.

Decine di migliaia di persone, molte delle quali sfollate più volte dall’inizio della guerra, dal 6 maggio sono state costrette ad andarsene[2] quando le forze israeliane hanno emesso ordini di trasferimento chiedendo ai civili della zona orientale di Rafah di spostarsi nella “zona umanitaria” designata da Israele ad Al-Mawasi e Khan Younis.

“Nella periferia di Rafah abbiamo visto scene di caos. Tutte le strade erano piene di auto, con gente ammassata sui camion e bambini in cima ai carretti trainati da asini, in cui erano contenuti tutti gli averi delle loro famiglie, abbiamo visto intere vite stipate nella parte posteriore delle auto o di quelli che una volta erano furgoncini ambulanti. Le persone che non avevano un mezzo per muoversi camminavano con tutti gli effetti personali che potevano portare con sé”, ha dichiarato Rachael Cummings, team leader di Save the Children a Gaza. “C’erano bambini dappertutto, che cercavano disperatamente di correre e di stare al passo con gli adulti”.

Le agenzie delle Nazioni Unite hanno riferito che i pochi posti in cui le persone sono state sfollate con la forza sono privi di latrine, fonti d’acqua, fognature o ripari adeguati, ma le agenzie umanitarie non sono in grado di migliorare le condizioni se non si garantisce l’accesso al carburante o altre forniture.

Il personale di Save the Children si è trasferito da Rafah a Deir Al-Balah, dove ci sono fognature a cielo aperto nelle strade. L’area di Al-Mawasi, a sud di Deir Al-Balah, è “completamente piena” e non c’è più spazio per i rifugi.

“Al-Mawasi è totalmente gremita e le strade ogni giorno sono più trafficate di quello precedente. Non c’è più spazio per le persone. Non si riesce a dare assistenza, né acqua, né servizi igienici”, ha dichiarato Rachael Cumming. “Fa caldo, ci sono mosche ovunque. Non è sicuro, non è pulito, ma la gente continua a venire perché crede di lasciarsi alle spalle qualcosa di ancora peggiore. I bambini sono ovunque. Sono smarriti e sconvolti”. Rachael Cummings ha raccontato che quello che ha visto sulla strada da Deir Al-Balah a Rafah è “inimmaginabile”, con bambini di sei anni a piedi nudi che lottavano per portare con sé bottiglie d’acqua e altri beni di prima necessità.

“Mentre attraversavamo Deir Al-Balah, abbiamo visto persone che cercavano di trovare spazio per allestire qualsiasi riparo riuscissero a trovare. Alcuni erano fatti di legno e teloni, mentre altri avevano tende, ma lo spazio era davvero poco. La gente cercava disperatamente di costruire qualcosa. Abbiamo incontrato bambini che piangevano e urlavano sul ciglio della strada, sopraffatti dal panico e dal caos che stavano vivendo. È davvero un luogo terrificante per i più piccoli. La nostra intenzione è quella di continuare le operazioni a Rafah e ad Al-Mawasi, compresa quelle a tutela della salute e della nutrizione, la fornitura di kit sanitari e di un riparo, ma è molto difficile e dobbiamo anche assicurarci che il nostro personale non si metta a rischio”.

Save the Children chiede un cessate il fuoco immediato e definitivo per proteggere le vite delle bambine e dei bambini di Gaza e che le parti in conflitto aderiscano al diritto internazionale umanitario. Tutti i valichi di Gaza – l’unica ancora di salvezza per le famiglie – devono essere riaperti e deve essere garantito un accesso umanitario senza ostacoli in tutta la Striscia.

Save the Children fornisce servizi e supporto essenziali ai bambini palestinesi dal 1953. Save the Children si sta adoperando per sostenere e proteggere il suo personale e continuare ad aiutare i bambini e le famiglie di Gaza, monitorando costantemente la situazione a Rafah per capire se e per quanto tempo potrà continuare a portare avanti il proprio intervento.

La video testimonianza: http://www.contenthubsavethechildren.org/Package/2O4C2SOJJFFM

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