L’origine del toponimo “Massafra” nel saggio “La via dello zafferano” di Barbara Wojciechowska
Un nuovo saggio, diverso dagli altri, della prof.ssa Barbara Wojciechowska, “La via dello zafferano” Viaggio nella storia e nell’etimo di Massafra. – Crocevia dell’oro giallo. Impaginazione e progettazione grafica di Agata Bitetti (Dellisanti Editore). E’ l’ultima opera della studiosa-ricercatrice Barbara Wojciechowska Bianco, Professore Emerito in Letteratura Francese dell’Università di Lecce (oggi Università del Salento) e Officier des Palmes Académiques de France, nonché presidente del Centro di Cultura, Ricerca e Formazione “Osservatorio del mondo che cambia”, da lei stessa istituito.
In questo volume mette in rilievo, e ne è orgogliosa, che ha trovato l’origine del toponimo “Massafra”, una interpretazione originale che si aggiunge agli altri autorevoli contributi già noti sulle ipotesi del significato insito nel nome di Massafra, che non è, nè la terra degli Afri, nè la terra dei Longobardi (Fara) ma è la terra dello zafferano (Massa-safra(num)). La sua ipotesi è stata convalidata dall’Accademia della Crusca nelle persone dei Prof.essori Rosario Coluccia e Francesco Sabatini. Una ipotesi, la sua, che procede per fonti e argomentazioni. Parla anche della storia delle colture dello zafferano nell’antichità.
Il libro, che dedica ai figli Anna e Giovanni, possiamo annunciare fin d’ora, sarà presentato nel corso di una conferenza stampa (organizzata con Multiradio) il prossimo 31 Maggio, ore 18.00, presso il Palazzo della Cultura, con l’adesione del Comune di Massafra l’Università del Salento, Soroptimist International Club Taranto, FIDAPA-BPW ITALY (Sezione di Massafra), Università Popolare delle Gravine Ioniche e Centro Culturale Sapienza e Saggezza
“Una ricerca, la sua, che proclama l’orgoglio di appartenere a questa terra dandone una connotazione personale di grande impatto, celebrativa ed emozionale”. Lo dice il sindaco avv. Fabrizio Quarto nell’ambito dei saluti (come riportato all’inizio del libro) che ringrazia Barbara Wojciechowska “per quanto fa per la nostra città, per la sua comunità con la diffusione della cultura e delle tradizioni locali, e sono ben consapevole che questo lavoro di ricerca non sarà (ne sono certo) da parte Sua l’ultimo atto d’amore che rivolgerà alla nostra terra meravigliosa!”.
Eppure la nota studiosa internazionale ha sentito per la prima volta nominare Massafra negli anni ’60-’70 quando viveva a Roma e insegnava all’Università della Sapienza. Uno dei suoi amici, infatti, Orazio Bianco, poi diventato suo marito, gliene parlava spesso, ma nei suoi racconti si soffermava nel delinearle la gente e le famiglie del posto più che la bellezza della città. L’incanto dei luoghi di Massafra, invece, l’ha percepito grazie a Pier Paolo Pasolini. “Ci incontravamo, spesso, in gruppo, infatti (ricorda), con docenti universitari, giornalisti e registi nel ristorante Pomidoro in Piazza Dei Sanniti a Roma e organizzavamo spettacoli teatrali e dibattiti sull’attualità.
Durante una di quelle serate, Pasolini ha parlato di Massafra, descrivendola come se la vedesse dall’alto, dalla prospettiva di un uccello: “La città è poggiata su un colle spaccato a metà da una profonda gola”.
La prof.ssa Barbara Wojciechowska si trasferì da Roma a Massafra nel 1979 ed ha continuato sempre a studiarla e ad amarla. Professore Emerito in Letteratura Francese dell’Università di Lecce (oggi Università del Salento), ricordiamo fra l’altro che è Membro dell’Académie de France e che dal 1987 è stata direttrice del Dipartimento di Lingue e letterature straniere e presidente dei Corsi di Laurea in Lingue e Letterature straniere e “Studi francesi” per la sezione del Settecento. La stessa autrice ci ricorda anche che aveva l’impressione che l’origine del nome avesse radici lontane, dal sapore orientale. Per questo, sussurrava spesso la parola Massafra per coglierne appieno il significato.
In uno dei suoi viaggi in Israele, una sua amica del posto, raccontando la storia della città e accennando alla coltivazione delle piante in quel territorio, pronunciò la parola zafferano in ebraico. Fu in quel momento che ella ebbe l’intuizione che quella sequenza di suoni in zeafran (pronunciato con la “s” dolce iniziale) potesse essere la seconda parte (“-safra”) contenuta nella parola Massafra e veicolare, quindi, il significato di “zafferano”. Non è la prima volta che parla di Massafra, anzi. I più ricorderanno tra l’altro la mostra fotografica che ha portato in tutto il mondo “Massafra, Gerusalemme d’Italia” (annullo filatelico in collaborazione con il Circolo Filatelico e Numismatico “A. Rospo”) in cui ha evidenziato le affinità paesaggistiche, architettoniche iconografiche di Massafra e Gerusalemme.
Sarà preparato un annullo filatelico per questo nuovo evento?
Questo libro in presentazione nei prossimi giorni è un dono della stessa, nata in Polonia, alla sua seconda patria, Massafra, appunto, la patria del cuore.
E noi ricordiamo anche che è stata Visiting Professor alle Università statali di San Pietroburgo, Mosca, Dublino, Bristol, all’Università di Parigi-Sorbonne, Paris IV e Columbia University a New York.
Per conoscere altre notizie sulla prof. Barbara Wojciechowska vi rimandiamo all’ultima di copertina del libro, la cui prefazione è delle dirigenti scolastiche del Liceo “De Ruggieri (prof.ssa Elisabetta Scalera) e dell’Istituto Comprensivo Statale “De Amicis – Manzoni (prof.ssa Rosa Favale).
Un libro che fa riscoprire nella nostra storia anche la coltivazione dello zafferano, tra cui anche il commercio dello zafferano dalla Terra D’Otranto ai mercati europei tra il XV e XVI secoli.
A corredare il testo decine e decine di foto, tra cui quella dello stemma di Massafra nei cui disegni è anche riportato lo zafferano.
Un saggio che risveglierà nei lettori la memoria di quella antica pianta che costituisce un elemento identitario della città di Massafra, il cui nome significa, appunto, “Terra dello zafferano”.
Nino Bellinvia
Nelle foto: 1) La Prof. Barbara Wojciechowska nel suo studio. 2) Copertina del libro “La via dello Zafferano”. 3) Stemma di Massafra.