Advertisement

Il Ministero degli Affari Esteri del regime iraniano chiede restrizioni occidentali al Mojahedin del Popolo Iraniano ( PMOI )

Il Ministero degli Esteri iraniano ha nuovamente formalmente implorato i paesi occidentali di fermare le attività della Resistenza iraniana. Un corrispondente delle notizie ufficiali del regime, incaricato di sollevare questa domanda durante la conferenza stampa di oggi del 14 maggio, ha chiesto al portavoce del Ministero degli Esteri: “Nelle ultime settimane, è stato osservato che i leader del gruppo ipocriti [il peggiorativo del regime per diffamare l’Organizzazione dei Mojahedin del popolo iraniano] hanno attivamente esercitato pressioni su varie nazioni europee, tra cui Italia, Regno Unito, Germania e persino il Congresso degli Stati Uniti, per intensificare le sanzioni contro l’Iran e costringere gli europei ad attivare il meccanismo di snapback. Cerco la posizione diplomatica ufficiale su questo argomento.”

Advertisement

Leggendo con cautela dai suoi appunti e seguendo le consuete calunnie contro il MEK, Naser Kanaani, ha detto: “Se questi paesi ascoltassero i consigli degli ipocriti, ovviamente susciterebbero seri dubbi sul loro acume politico e lungimiranza.”

Kanaani ha poi abilmente spostato l’attenzione sull’evasione delle sanzioni da parte di Teheran e sulla cospicua inerzia tra le potenze occidentali.

“Le nazioni che hanno applicato con insistenza sanzioni unilaterali e illegali contro la Repubblica Islamica dovrebbero valutare criticamente le conseguenze delle loro azioni. Devono riconoscere il risultato di queste sanzioni ingiuste e, di conseguenza, è ovvio che gli ipocriti si trovano costretti, ogni giorno che passa, a cercare nazioni ancora inclini a far eco alle loro ostilità sbagliate contro l’Iran. Allo stesso tempo, le stesse nazioni sanzionatrici devono impegnarsi in una sobria resa dei conti dei loro passi falsi passati e ricalibrare di conseguenza le loro politiche difettose.’”

L’incidente, combinato con il recente lancio da parte del regime iraniano di una campagna di demonizzazione contro la Resistenza iraniana attraverso figure ex o affiliate all’estero, sottolinea la profonda apprensione di Teheran.

Il corrispondente, incaricato dal portavoce del Ministero degli Esteri, indica gli incontri tra la signora Maryam Rajavi, Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran, con rappresentanti e legislatori di vari paesi.

In questi incontri, la signora Rajavi ha chiesto la designazione terroristica del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie islamiche (IRGC), attivando il meccanismo di snapback ai sensi della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e dichiarando il regime iraniano come una minaccia per la pace e la sicurezza mondiale ai sensi del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite. Tuttavia, ciò che la giornalista affiliata allo stato non ha osato sollevare è stata la quarta e principale richiesta della signora Rajavi, che è il riconoscimento formale del diritto del popolo iraniano di lottare e rovesciare il regime clericale.

Tuttavia, ciò che le autorità ufficiali del regime non possono articolare, i loro pari lo esprimono con chiarezza e candore. Il sito web statale “Alef”, gestito da Ahmad Tavakoli, ex capo del Centro di ricerca del Parlamento, ha scritto il 12 maggio, “Gli eventi dell’autunno del 2022 hanno dimostrato che il grande progetto del MEK si è profondamente radicato in un ampio spettro e al centro dell’opposizione alla Repubblica islamica.”

La fonte aggiunge inoltre: “Contemplare gli sviluppi circostanti indica un futuro pericoloso, il cui disprezzo avrà conseguenze disastrose.All’ombra della negligenza dei custodi culturali, della bancarotta intellettuale e della mondanità del sistema educativo e dei media, e di varie spaccature che diventano più evidenti di giorno in giorno, il discorso del MEK viene diffuso a un segmento della popolazione iraniana attraverso pacchetti culturali attraenti e diversi.”

Concludendo, il sito avverte: “Questi sforzi, insieme alle attività culturali distruttive volte a influenzare le menti dei giovani iraniani, dovrebbero aprire gli occhi dei custodi culturali del paese a molte verità amare. Se trascuriamo, ci ritroveremo circondati da giovani, che a causa della mancanza di una corretta comprensione delle realtà storiche e a causa di fratture economiche e sociali, saranno attratti dal discorso nascosto del MEK, che non ha paralleli nel crimine.”

 

 

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteMassafra. Nomina scrutatori Elezioni Europee 
Articolo successivoRUBIO, M5S: CONDANNA VIOLENZA, GRAVISSIMA SE PER SUE POSIZIONI PRO PAL

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui