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EUROPEE, PALAMARA A RADIO CUSANO: SEPARAZIONE DELLE CARRIERE IN MAGISTRATURA? SE ERO IN ANM AVREI SCIOPERATO

 

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Questa mattina è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, ospite della trasmissione di approfondimento ‘L’Italia s’è desta’ condotta dal direttore del giornale radio Gianluca Fabi e da Roberta Feliziani, Luca Palamara candidato alle europee con Alternativa Popolare. Sulla riforma della Giustizia con separazione delle carriere afferma che se fosse passata quando era alla guida dell’Associazione Nazionale Magistrati avrebbe scioperato: “perché quello è un mantra interno della magistratura, cioè l’idea che le carriere debbano essere unite e non separate. Quindi, per essere chiari, dentro alla magistratura è un no alla separazione delle carriere.“

Oggi però ha cambiato idea: “c’è un assetto della magistratura che la costituzione ha ideato dal 1948, che non c’è nulla di scandaloso che venga messo in discussione, proprio alla luce di come ha funzionato anche il rapporto tra politica e magistratura in Italia  negli ultimi 30 anni”. E aggiunge: “siccome questo è un tema che prescinde dalle competizioni politiche elettorali e da facili entusiasmi o vittorie, io penso che chi è interessato invece a portare avanti un sistema riformatore debba attivarsi affinché questo avvenga senza limitare l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, perché questo è fondamentale altrimenti si distorce la situazione”.

Secondo Palamara: “lo sciopero dei magistrati, la stampa di riferimento quindi Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa ecc… si adoperano per gridare all’allarme, per gridare al controllo politico sul pubblico ministero, per gridare alla limitazione dell’autonomia e dell’indipendenza, gridare a quella parte d’Italia, alla attuale opposizione politica che in nessun modo vuole un processo riformatore del paese sulla giustizia perché ritiene che assecondare i no sia la strada più corta, creano ostacoli affinché la riforma possa poi andare in porto”.

Questa chiusura secondo Palamara è dovuta al “timore, più da parte dei pubblici ministeri, ma non solo, che non ci sia quell’ascendente di chi indaga su chi poi deve giudicare e quindi c’è il timore che i processi possano andare all’aria, c’è il timore che non si arrivi alle sentenze di condanna, c’è il timore che poi si possa perdere quel peso anche politico che la magistratura ha nel paese, questo c’è dietro.”

L’ex magistrato infine spiega quali sarebbero i vantaggi per i cittadini: “quando si genera un processo penale davanti a un giudice, il cittadino che può essere imputato per un reato di furto, di truffa, di rapina ecc… avrà la certezza che gli elementi di accusa e quelli di difesa si svolgeranno sullo stesso piano e chi giudicherà lo farà in maniera terza e imparziale, questo è il vantaggio per il cittadino. Questo è l’effetto più pratico e immediato che si avrà per coloro i quali saranno sottoposti al processo penale, anche se dal punto di vista pratico come ho detto prima, il tema interesserà maggiormente le vicende di cui discute l’opinione pubblica, per esempio un riferimento a quello che sta avvenendo in Liguria può aiutarci nell’esempio, però i casi sono questi nei quali c’è un aspetto più politico che pratico. Dal punto di vista pratico per il cittadino è un diritto di difesa maggiormente garantito nelle aule di giustizia”, ha concluso Palamara.

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