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Padiglione Italia

Biennale Arte 2024

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Public Program

IF ONLY WE HAD EARS

Fiducia nello sfondo (in ascolto con la natura)

14 – 15 giugno 2024

 

Giardino delle Vergini, Arsenale

Public Program – IF ONLY WE HAD EARS

Secondo appuntamento: Fiducia nello sfondo (in ascolto con la natura)

 

 

PROGRAMMA:

Venerdì 14 giugno 2024⁠

h. 16 David George Haskell, Songs of the Trees (Il canto degli alberi) – TALK (Eng)⁠

h. 17 Diana Lola Posani, Vettori atmosferici di germogli trasparenti: ascolto profondo ed eco-mutualità – TALK (Ita)

h. 18 LETTURE (Ita)
Discorso di un condannato alle piante, testo scritto e letto da Tiziano Scarpa

L’albero presuntuoso, testo scritto da Nicoletta Costa e letto da Francesca Verga

Sabato 15 giugno 2024

h. 16 David George Haskell e Francesco Bergamo, Sounds Wild and Broken (Suoni fragili e selvaggi) – CONVERSAZIONE (Eng) ⁠

h. 17 Neelakshi Joshi, Radical movements for climate action: making a space-time connection (Movimenti radicali per l’azione in difesa del clima: una connessione nel tempo e nello spazio) – TALK (Eng) ⁠

h. 18 Attila Faravelli, Enrico Malatesta, Nicola Ratti, Superpaesaggio – PERFORMANCE

Fiducia nello sfondo (in ascolto con la natura) è il titolo della seconda tranche di appuntamenti di IF ONLY WE HAD EARS, il corpo più ampio del Public Program del Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Dedicato all’esperienza sonora intesa come ecosistema complesso di relazioni tra sé e gli altri, la due giorni del 14 e 15 giugno affronterà le declinazioni dell’ascolto come attività e strumento di attenzione e cura per il non-umano, in continuità con molte opere di Bartolini già dagli inizi della sua carriera, dove il suo stesso corpo o quello di altri performer ricercavano un’osmosi con l’elemento organico, la terra e il territorio.

 

Il 14 giugno, alle ore 16.00, apre il ciclo di incontri il talk con il biologo e due volte finalista del Premio Pulitzer David George Haskell, in cui si esplora cos’è possibile imparare dall’ascolto degli alberi. I “canti degli alberi” sono i suoni che emergono dalle piante e riecheggiano nel loro legno, ma sono anche le narrazioni che si celano dietro a questi suoni e che raccontano le molteplici interconnessioni della vita. Ascoltarli permette di imparare a conoscere la personalità di ciascuna pianta e la natura delle relazioni che la legano agli altri esseri, compresi gli umani. Haskell è tornato spesso a fare visita ad alcuni alberi in varie località del mondo, ascoltandoli insieme ai loro numerosi abitanti, parlando con persone la cui vita è legata a quella presenza, cercandone le storie. Che si tratti di foreste, città, zone di conflitto e zone che riflettono in prima linea il cambiamento ambientale, l’albero funge da centro in una rete di relazioni e le persone sono parte di questi canti: sui marciapiedi di Manhattan, nella remota foresta pluviale amazzonica o negli uliveti di Gerusalemme. In un periodo di rapido cambiamento ambientale, gli alberi ci ricordano che tutta la vita è fatta di interconnessioni. Nessuna specie è sola, nessun individuo esiste separato dagli altri: siamo tutti parte della stessa comunità dei viventi.

 

Alle ore 17.00 Diana Lola Posani, artista sonora, performer vocale, conduce un talk dal titolo Vettori atmosferici di germogli trasparenti: ascolto profondo ed eco-mutualità, in cui si concentra sulle pratiche di ascolto profondo come strumento di ricostruzione del legame tra umano e non-umano. In particolare, viene trattata la pratica del Deep Listening messa a punto dalla compositrice Pauline Oliveros, indagata per la rilevanza che ha ottenuto nel panorama contemporaneo e proiettata verso un’idea di ecologia sonora. Ed è proprio a partire da alcune partiture della Oliveros che prende le mosse il tentativo di comprendere cos’è la permeabilità sonora e di capire come lo sviluppo di un ascolto orizzontale e co-creato possa favorire nuove modalità di comunicazione e interconnessione. Tracce scientifiche, ma anche poetiche e musicali, porteranno i presenti a scoprire la meraviglia acustica come modalità di riscoperta del mondo che ci circonda e di cui siamo parte.

 

A partire dalle 18.00 tornano i reading dei testi composti da due autori appositamente per il Padiglione Italia e che hanno già animato il Giardino delle Vergini nei giorni di preview della Biennale: Tiziano Scarpa  legge il suo testo Discorso di un condannato alle piante e Francesca Verga, assistente curatrice del Padiglione, legge L’albero presuntuoso, un testo di Nicoletta Costa.

 

Il programma di incontri prosegue anche nel pomeriggio del 15 giugno: alle 16.00 il dialogo tra David George Haskell e Francesco Bergamo (SSH! Iuav) attorno al libro Sounds Wild and Broken (Suoni fragili e selvaggi), pubblicato nel 2023 da Einaudi, in cui Haskell affronta un’esplorazione poetica dei variegati suoni del nostro pianeta, dei processi creativi che hanno prodotto queste meraviglie e dei pericoli che la diversità sonora deve affrontare oggi. Partendo dalle origini del canto animale e attraversando l’intero arco della storia della terra, Haskell celebra l’emergere dei suoni del nostro mondo. Una storia di ecologia ed evoluzione che si è articolata attraverso i flauti di avorio di mammut delle grotte paleolitiche, i violini nelle sale da concerto moderne e la musica elettronica negli auricolari, a testimonianza della continuità tra la musica e il linguaggio umani. Haskell non dimentica però che, come esseri umani, siamo anche colpevoli di una distruzione che sta zittendo molti dei suoni della Terra vivente e ci conduce dentro foreste minacciate, oceani e strade di città rumorose, dimostrando che le crisi sonore non sono mere perdite di ornamento sensoriale. Il suono è per lui una forza generatrice e dunque la cancellazione della diversità sonora rende il mondo meno creativo, meno equo e meno bello. Apprezzare la bellezza e la frammentazione del suono può così diventare una guida utile per attraversare le crisi di cambiamento di oggi. Sounds Wild and Broken è un invito ad ascoltare, stupirsi, appartenere e agire.

 

Alle 17.00 è la volta di Neelakshi Joshi, una ricercatrice con un forte interesse per la dimensione sociale delle trasformazioni spaziali verso la sostenibilità. Il talk collega gli attuali movimenti radicali per la giustizia climatica nel Nord del mondo (Just Stop Oil e Letzte Generation) alla lunga storia dei movimenti per la giustizia ambientale nelle regioni con una storia postcoloniale e coloniale. Joshi ipotizza che questi movimenti siano una reazione alle ingiustizie insite nel ritmo e negli obiettivi delle attuali politiche governative di azione per il clima. Attenzione particolare è dedicata al paradigmatico movimento Chipko, guidato da donne nell’Himalaya durante gli anni ‘70, dove le manifestanti abbracciavano gli alberi per impedirne l’abbattimento. Sottolineando le radici coloniali del cambiamento climatico e l’eredità di resistenza che continua a ispirare i movimenti ambientalisti nati dal basso, Joshi sottolinea l’importanza di comprendere come gli attuali movimenti per la giustizia climatica si basino sulla storia di resistenza al colonialismo.

 

Chiude gli incontri il progetto collaborativo degli artisti sonori Nicola Ratti, Attila Faravelli ed Enrico Malatesta, che propone alle 18.00 Superpaesaggio: una performance site-specific in ascolto diretto con le possibilità offerte dall’ambiente, calibrata sulle peculiarità acustiche e ambientali del Giardino delle Vergini e dei suoi dintorni. Il pubblico sarà coinvolto in un’esperienza di ascolto composta da movimenti, pause, intensità, timbri e dinamiche differenti, che farà emergere le caratteristiche sonore dei luoghi abitati da IF ONLY WE HAD EARS, lasciandone risuonare variazioni e possibilità sonore.
IF ONLY WE HAD EARS

 

Un palinsesto di quattro appuntamenti di due giorni ciascuno (venerdì e sabato), focalizzati sul tema dell’ascolto, inteso come metafora di relazione e comprensione di sé e dell’altro: IF ONLY WE HAD EARS è il corpo più ampio del Public Program del Padiglione Italia alla 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, curato da Luca Cerizza e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

 

Ispirandosi alla celebre frase del musicista e teorico John Cage “Music is everywhere, if we only had ears”, il programma a cura di Luca Cerizza in collaborazione con Gaia Martino prevede una serie di incontri con ospiti italiani e internazionali articolati in diversi appuntamenti negli spazi del Padiglione Italia. Focalizzato su alcuni temi centrali per il lavoro di Massimo Bartolini e per il progetto del Padiglione Italia, IF ONLY WE HAD EARS – che ha luogo nei mesi di maggio, giugno, luglio e settembre nel Giardino delle Vergini adiacente al Padiglione – si declina attraverso diversi format: conferenze, conversazioni e performance musicali sono accompagnate da momenti laboratoriali espressamente dedicati alle classi di Arti Visive di NABA, Nuova Accademia di Belle Arti e Università Iuav di Venezia, protagoniste di una collaborazione con il Padiglione Italia per la ricerca e la didattica.

DUE QUI / TO HEAR

Padiglione Italia

Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

20.04 – 24.11.2024

Tese delle Vergini, Arsenale, Venezia

Commissario: Angelo Piero Cappello

Curatore: Luca Cerizza

Artista: Massimo Bartolini

 

IF ONLY WE HAD EARS: prossimi appuntamenti

venerdì 12 e sabato 13 luglio 2024

venerdì 13 e sabato 14 settembre 2024

Giardino del Padiglione Italia – Arsenale (VE)

 

Modalità di partecipazione all’evento:

Ingresso con biglietto de La Biennale di Venezia.

In caso di maltempo gli incontri non si terranno nel Giardino delle Vergini, ma all’interno del Padiglione Italia.

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

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