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REDDITOMETRO: STUDIO CONSULENTI DEL LAVORO SUSINI GROUP, BOCCIATO DA DUE IMPRENDITORI SU TRE

Firenze, 14 giugno 2024 – Secondo una ricerca di Susini Group S.t.P., studio fiorentino leader nella consulenza del lavoro, è emerso che il 77% dei dipendenti e il 69% degli imprenditori e autonomi sono contrari al nuovo redditometro 2024.
Per quanto riguarda i lavoratori subordinati le punte più alte di contrarietà allo strumento fiscale si sono registrate nelle regioni del Sud Italia con una media dell’88%, il 74% al Centro e il 69% al Nord.
Tra gli imprenditori e autonomi, invece, le percentuali di avversità al redditometro sono risultati pressappoco ex aequo fra le varie regioni italiane con il 72% al Sud, il 68% al Centro e il 67% al Nord.
Il redditometro 2024 è uno strumento di controllo fiscale utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per determinare indirettamente il reddito complessivo delle persone fisiche, confrontando il reddito dichiarato con il loro effettivo stile di vita e capacità di spesa.
Il suo scopo è analizzare le spese fatte dal contribuente e confrontarle con il reddito dichiarato. Se le prime superano di oltre il 20% il secondo, scatta la presunzione di irregolarità.
Un mezzo per contrastare l’evasione fiscale che non ha mai funzionato correttamente e portato risultati validi. Secondo una ricerca di Unimpresa, in 13 anni, dal 2010 al 2022, i controlli svolti dall’amministrazione finanziaria sui rapporti bancari dei contribuenti italiani sono stati meno di 85mila e hanno consentito di individuare appena 7,2 miliardi euro di tasse non pagate.
Ma perché non piace il redditometro? Secondo gli intervistati dello studio di Susini Group S.t.P. i motivi sono soprattutto tre:
* non tiene conto dei risparmi accumulati nel tempo;
* è uno strumento che non valorizza le famiglie soprattutto quelle con figli;
* è troppo invasivo e viola la privacy.  

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«Una prima soluzione per combattere l’evasione in Italia è quella di ridurre la pressione fiscale che nel 2023 è stata di oltre il 47,5%. Inoltre, un utile aiuto al fine del controllo potrebbe arrivare dall’utilizzo di tecnologie legate all’AI che permetterebbero di individuare più facilmente anomalie contabili e fiscali, incrociando una serie di dati», commenta Sandro Susini, consulente del lavoro e fondatore di Susini Group S.t.P..

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