Bangladesh: Save the Children, più di 270.000 bambini rimasti senza casa dopo il passaggio del ciclone Remal sulla zona costiera
L’Organizzazione chiede ai leader mondiali di agire ora per affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e di garantire che il futuro dei bambini sia protetto da disastri come questo.
In Bangladesh, più di 270.000 bambini hanno perso la casa o vivono in abitazioni danneggiate dopo che un violento ciclone ha strappato tetti, sommerso villaggi e tolto la corrente elettrica a milioni di persone. È Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, a lanciare oggi l’allarme.
Il 26 maggio scorso, il ciclone Remal ha devastato il sud-ovest del Bangladesh colpendo il Paese con venti fino a 120 km orari e maree di 2-3,5 metri oltre i livelli normali. Circa 3,75 milioni di persone sono state colpite dalla tempesta[1] (ad oggi le vittime sarebbero 16), di questi, 1,6 milioni sono bambini.
Secondo le valutazioni del governo, almeno 150.000 case sono state distrutte o danneggiate in 19 distretti, circostanze che hanno coinvolto circa 639.000 persone, di cui circa 274.000 bambini[2]. In molte zone, a causa delle inondazioni, gli ambulatori sanitari comunitari non funzionano.
Si stima che mezzo milione di persone siano ancora bloccate dalle alluvioni in zone accessibili solo in barca. I villaggi si sono trasformati in isole e sono inaccessibili. Le alluvioni hanno creato anche ingenti danni ai terreni agricoli e la distruzione degli allevamenti di gamberi e pesci, principali fonti di reddito per molte famiglie. Pozzi e bacini idrici sono stati gravemente danneggiati in aree che già avevano un accesso limitato a fonti di acqua pulita, a causa dell’aumento dei livelli di sale.
Più di 17 milioni di persone sono ancora senza elettricità dopo che la tempesta ha interrotto le linee elettriche, danneggiato i ripetitori dei telefoni cellulari e sradicato migliaia di alberi, bloccando le strade e ostacolando i soccorsi.
Ahmed*, 57 anni, era in casa quando il ciclone ha colpito la sua abitazione allagandola. “La mia casa è completamente sott’acqua e da allora non sono più riuscito ad entrarci. Quando ero all’interno, l’acqua mi arrivava al collo e nessuno veniva a salvarmi. Le case di alcune persone sono volate via, altre sono crollate. Anche le mie capre sono state portate via dal vento, tutte e tre.”
Save the Children ha inviato quattro squadre per rispondere all’emergenza, tra cui una squadra medica, nei distretti di Satkhira e Patuakhali, dove il personale ha distribuito pacchi alimentari e sta fornendo rifugi di emergenza, kit per la cucina e l’igiene. Grazie alla preparazione e alla pianificazione, i nostri cinque impianti di trattamento delle acque a Satkhira hanno continuato a funzionare durante la tempesta utilizzando i generatori, e ora forniscono una fonte vitale di acqua pulita a 20.000 persone.
“I bambini in queste zone costiere del Bangladesh avevano già bisogno di sostegno prima del ciclone e ora più di 270.000 hanno perso la casa o vivono in edifici danneggiati. I bambini e le loro famiglie hanno immediatamente bisogno di riparo, cibo e acqua potabile. Ma nel lungo periodo avranno bisogno di molto di più. I mezzi di sussistenza sono stati distrutti e le famiglie, già tra le più povere del Bangladesh, hanno pochi mezzi per guadagnare denaro e mantenere i propri figli” ha dichiarato Shumon Sengupta, Direttore nazionale di Save the Children in Bangladesh.
“Gli impatti devastanti del ciclone Remal hanno ulteriormente ridotto la capacità delle comunità di far fronte agli shock e agli stress climatici. Le crisi sistematiche stanno influenzando anche la vita dei bambini. Inoltre, le infiltrazioni di acqua salata stanno già colpendo quasi 6 milioni di persone, ovvero quasi il 4% della popolazione, in Bangladesh, ma si prevede che coinvolgeranno fino a 13,6 milioni di persone nel 2050 e 14,8 milioni nel 2080[3]” ha proseguito Shumon Sengupta.
I leader mondiali devono agire ora per ridurre urgentemente l’aumento delle temperature, affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici e aiutare paesi come il Bangladesh a prepararsi e rispondere a questi disastri. Devono garantire, inoltre, che il futuro dei bambini – soprattutto quelli colpiti dalla povertà, dalle disuguaglianze e dalle discriminazioni in modo sproporzionato – sia protetto” ha concluso Shumon Sengupta.
Save the Children opera in Bangladesh da più di 50 anni. Insieme al governo, alle organizzazioni e alle imprese, rispondiamo alle principali emergenze, realizziamo programmi di sviluppo e garantiamo che la voce dei bambini sia ascoltata attraverso le nostre campagne, per costruire un futuro migliore.
*I nomi sono stati modificati per proteggere l’identità degli intervistati