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Al SAMAR FESTIVAL – 900 metri sopra il tempo prendono vita le opere di ZEPHA, Augus Rùcula e MACS

 

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Al via la residenza d’artista a Saracinesco (RM) per il SAMAR Festival, il progetto che sfida la frenesia della vita contemporanea e riscopre la storia dei piccoli territori insieme ai muralisti ospiti. Gli artisti al lavoro inaugureranno le loro opere il 30 giugno in occasione del Festival

 

 

Prendono vita le opere dei tre artisti ospiti nel suggestivo paese di Saracinesco (RM) per il SAMAR Festival, il progetto di residenza d’artista organizzato da a.DNA project e Matrice Zero con il sostegno della Regione Lazio e del Comune di Saracinesco e con la direzione artistica di Mirko Pierri e Fabio Pecchioli. 

Il festival unisce la storia e le radici del territorio di Saracinesco, un paese nell’entroterra del Lazio di origini saracene, attraverso la chiave del tempo: Saracinesco, infatti, è un luogo nel quale il tempo sembra essersi fermato, ma al tempo stesso è caratterizzato dalla presenza di ben 7 orologi solari, un vero e proprio museo diffuso tra le strade e le piazze che scandisce il trascorrere delle ore. Il festival è un’occasione unica di dialogo e confronto tra le maestranze e il territorio, uno scambio reale di esperienze e saperi che, in un’epoca che ci vorrebbe sempre più veloci e pronti a fruire immagini virali, tanto nel web quanto negli spazi pubblici, rivendica la necessità di un paesaggio urbano in contatto con il contesto abitativo, che esplora le radici del territorio e allo stesso tempo guarda al futuro. Ospiti del festival 3 urban artist internazionali che in questi giorni precedenti al festival sono entrati a contatto con la comunità locale per ideare e realizzare tre opere murali: il calligrafo ZEPHA dalla Francia, pioniere della nuova calligrafia urbana contemporanea mondiale che dipinge per la prima volta in Italia; l’artista muralista Agus Rùcula dall’Argentina, il graffiti-writer e character designer MACS dall’Italia.

 

«In questi giorni gli artisti hanno raccolto storie e documenti nel Comune o nella biblioteca, creato le loro bozze nell’atelier e nella piazza del paese, luoghi fondamentali per loro per entrare in contatto con le persone del posto. L’idea di creare le bozze in loco sta dando i suoi frutti perché tutte le opere sono condivise e nate in seno a un ragionamento con chi abita Saracinesco e ne conosce la storia, oltre alle linee guida che abbiamo fornito dall’organizzazione insieme al Sindaco. Vivendo qui gli artisti hanno potuto rallentare il ritmo, conoscere bene il territorio ed entrarci in contatto, per esprimere qualcosa che possa davvero rappresentare il luogo e i suoi abitanti e condividerlo con le persone che verranno il 30 giugno» hanno detto i direttori artistici Mirko Pierri e Fabio Pecchioli.

Le opere

Il nome del festival prende spunto da una parola araba di difficile traduzione, “Samar”, che rimanda ai valori dell’incontro e dell’ospitalità, ed è proprio questo lo spirito che sta animando in questi giorni Saracinesco. Il centro anziani e la biblioteca del paese sono lo studio-atelier dei creativi, che sono al lavoro per produrre le opere sulle tre pareti messe a disposizione. Gli artisti sono partiti da delle idee, delle tematiche e degli spunti assegnati in partenza dai curatori, dopo essere arrivanti sul luogo e esser venuti a contatto con la realtà locale queste idee sono state in parte accolte, in parte stravolte.

 

La muralista argentina Agus Rùcula è al lavoro su un’opera che prende spunto dalla vicenda delle “fioraie” di Saracinesco: donne che negli anni ‘50 emigravano verso Roma alla ricerca di indipendenza e venivano ritratte dai pittori delle strade del centro. Rùcula ha scelto di declinare il tema rappresentando una scena in cui le anziane del paese circondano una giovane ragazza e le posano in testa una corona intracciata di malva, ginestra e tanti altri fiori che crescono sulle montagne di Saracinesco. L’idea è nata dalla conoscenza con la nipote di una delle fioraie, lavoro che per anni si è trasmesso di generazione in generazione, conosciuta per caso durante il primo giorno di residenza.

 

Al calligrafo francese ZEPHA, tra i pionieri della calligrafia urbana, per la prima volta all’opera in Italia, è stato assegnato il tema del tempo in rapporto alle origini arabe del luogo. L’artista lo sta interpretando con un linguaggio unico, che unisce gli ideogrammi, i caratteri orientali, occidentali e astratti. Sul suo muro saranno rappresentati tutti e 7 gli orologi del Museo diffuso del Tempo di Saracinesco, in una geometria che rimanda alle meridiane e saranno visibili i nomi, i cognomi e i soprannomi di personaggi storici del paese, appartenenti a famiglie di calzolai e pastori. Anche in questo caso l’artista ha conosciuto e cenato con 30 residenti di Saracinesco e 20 giovani ragazzi che gli hanno raccontato le storie dei loro nonni e bisnonni.

 

Infine ad Antonello MACS, l’illustratore abruzzese conosciuto in tutto il mondo per la sua cifra fumettistica e fotorealista, è stata affidata la parete all’ingresso dell’abitato: a lui il compito di rappresentare come il tempo cambia la morfologia dei paesaggi. L’ospite ha scelto di concentrarsi sull’attività della pastorizia, un tempo principale occupazione degli abitanti di questi luoghi e oggi quasi del tutto scomparsa: rappresenterà infatti una veduta di Saracinesco ricostruita grazie ai racconti degli abitanti, con i campi arati, i greggi al pascolo e le capanne in pietra con copertura di paglia. Il lavoro rappresenterà anche una forma di economia basata sull’autosostentamento e la figura di un pastore in primo piano in contrasto con la società odierna guidata dal consumo. Il lavoro di MACS vuole ripercorrere la storia, una storia anche di emancipazione una storia di comunità, di una forte identità che è ripresa anche nella fisionomia del pastore che verrà dipinto.

 

In questi giorni è in allestimento, tra i vicoli del centro storico, anche la mostra diffusa, che vedrà esposte installazioni prodotte da 20 artisti da tutta Italia tra illustratori, writer, calligrafi e street artist che il 30 giugno vedranno le proprie opere affisse sulle pareti esterne della abitazioni del paese: Orghone, Gojo, Haterisk, Edoardo Ettorre, Gabriele Cigna, Alessandra Carloni, Groove, Gianluca, Elia 900, Warios, Diavù, Ironmould, Giulia Frascari, Croma, Lucamaleonte, MissK, Ex Voto, Krayon, Oniro e Imagrafik.

Appuntamento dunque al 30 giugno a Saracinesco in provincia di Roma per poter vedere le tre opere ultimate e per l’inaugurazione della mostra diffusa in un evento dedicato a street art, narrazioni, condivisione, storia e cultura. Tutte le informazioni e il programma saranno disponibili sui social del festival @samar_fest (facebook e instagram).

SAMAR festival ~ 900 metri sul tempo è un progetto ideato e curato da Mirko Pierri & Fabio Pecchioli, organizzato da a.DNA project & Matrice Zero grazie al sostegno di Regione Lazio e Comune di Saracinesco. Partner: Gruppo Di Donato spa, Vecchio Stampo, Proloco Saracinesco, Corte Saracena, Zalib. Maggiori informazioni sui canali social di @samar_fest. Contatti: tel 3401649020, e-mail adna.collective@gmail.com 

 

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