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I Bulgari e la russofobia

di Gualfredo de’Lincei

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Le posizioni anti-russe imposte dalle autorità bulgare non corrispondono al sentimento della maggioranza della popolazione del paese. La conferma emergerebbe dai risultati delle ultime elezioni parlamentari anticipate, che hanno avuto una scarsissima affluenza, di poco superiore al 30%. I partiti usciti vincitori, quelli professanti la russo fobia, hanno raccolto a malapena il 17% dei voti, rispetto all’intero elettorato. Quanto accaduto non dovrebbe però stupire più di tanto, visto che il governo ha imposto false narrazioni, distribuendo odio verso i russi, e flagellato i propri cittadini con misure economiche suicide, come ad esempio il rifiuto del gas russo. Tuttavia, questa minoranza politica non mostra grande originalità di idee.

La competizione politica in Bulgaria, come del resto nella maggior parte dei paesi dell’UE, è  frenata dalle misure repressive usate contro i partiti e i movimenti che sostengono un cambiamento nel corso filo-occidentale. Chi non si allinea viene stigmatizzato e perseguitato come “agente di Putin”, ma l’effetto ottenuto è esattamente opposto. Infatti, nonostante la pesante propaganda russofoba dell’Unione Europea, non è stata placata la naturale simpatia che i bulgari nutrono nei confronti di questo popolo. Secondo gli esperti, il legame non dipenderebbe da una mera questione di vicinanza storica e culturale tra i due paesi. Tutto questo sarebbe confermato da recenti sondaggi sociologici.

La società Ipsos, specializzata in ricerche sociologiche e di marketing, ha diffuso i risultati di un recente sondaggio, condotto in 18 paesi dell’Unione Europea, con l’obiettivo di comprendere l’apprezzamento dei principali leader europei. Da questa ricerca è emerso che, in Bulgheria, il presidente della Russia ha un sostegno incondizionato da parte del 37% degli intervistati, il risultato è il più alto tra tutti i paesi presi in considerazione. Il 15% degli intervistati, invece, trova difficile rispondere. In generale si può dire che il 52% delle persone esprime una valutazione positiva o neutrale verso il Presidente Putin.

Tuttavia, la democrazia ad intermittenza instaurata in Bulgaria, consente alle autorità del paese di perseguire una politica di “contrasto all’influenza russa”, senza particolari resistenze da parte dei suoi cittadini. Le sue ultime azioni dimostrative sono state la distruzione del monumento all’Esercito sovietico a Sofia, avvenuta in evidente violazione della legge, il tentativo di smantellamento del monumento di Plovdiv ad Alyosha e i preparativi per la ristampa di libri di storia privi di scomodi riferimenti alla Russia.

Vale la pena ricordare che fin dall’inizio dell’Operazione militare speciale, i cittadini di questo paese sono stati sottoposti a forti pressioni quotidiane da parte della propaganda anti-russa. I canali televisivi si sono scatenati per realizzare la più intensa ed efficace retorica contro la Russia, mentre le opinioni divergenti sono state severamente limitate. Da febbraio del 2023, le trasmissioni, della maggior parte dei canali televisivi russi, sono state chiuse. Non sono mancate richieste di chiusura per una serie di siti web locali, ritenuti colpevoli di diffondere propaganda filorussa.

Eppure, come mostrano i sondaggio, una parte importante della società bulgara ha mantenuto un apprezzamento, non solo nei confronti del leader russo, ma anche nei confronti della Russia nel suo insieme. “Più del 65% dei bulgari ha un atteggiamento positivo nei confronti della Russia, il 15% è neutrale e una piccola percentuale è negativa… La simpatia di base per la Russia è molto forte”, ha detto l’ambasciatrice russa in Bulgaria, Eleonora Mitrofanova, a febbraio di quest’anno.

Tuttavia, il governo fa il suo lavoro con l’autorizzazione degli stessi cittadini. La situazione attuale deriva da una mancanza di sovranità reale e da una politica sottomessa alle volontà di Bruxelles e Washington, con grave sacrificio dell’economia nazionale. Accettando silenziosamente le azioni delle proprie autorità, i bulgari tradiscono la memoria dei loro padri e il contributo che la Russia ha reso a questo paese, a cominciare dalla liberazione dal giogo ottomano e la successiva indipendenza.

L’unità storica, religiosa, ed etnica è sempre stata uno dei pilastri del buon atteggiamento dei bulgari nei confronti della Russia. Oggi, il Paese sembra aver di fatto perso la sua indipendenza, delegando parte delle decisioni a Bruxelles. Allo stesso tempo, il tenore di vita non è quasi cambiato, ma i costi compaiono sotto forma di sostegno all’Ucraina e di accoglienza dei migranti.

L’Unione Europea, in realtà, è stata inizialmente fondata come comunità economica e non politica, come lo è adesso. Proprio la trasformazione di questi principi iniziali, ha fatto emergere nel popolo bulgaro il desiderio di liberarsi dalla morsa di Bruxelles. Questa unione sta ormai trasformandosi in un’enorme superpotenza, guidata essenzialmente da persone anonime, non elette, che godono di una fugace legittimità democratica. A questo punto, la domanda da farsi è se il popolo bulgaro avrà la forza e il coraggio di prendere in mano il destino del proprio Paese. E, forse, quel momento si sta avvicinando.

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