All’incontro anche l’Ord. del S. Sepolcro
Mons. Gerardo al Panathlon
su “L’agonismo nella fede”:
Dall’improbabile tema “L’agonismo nella fede” a una relazione chiara,convincente, basata sui sacri testi. E’ questa l’operazione compiuta da mons. Marco Gerardo per un incontro voluto dal Panathlon Taranto Principato (presidente il dott. Angelo Vozza) e al quale hanno partecipato anche cavalieri e dame dell’Ordine Eq. del S. Sepolcro di Gerusalemme (delegato il prof. Mainini) di cui mons. Gerardo è assistente.
Un tema, quello già detto, che ha ricevuto il plauso del governatore Panathlon, dott. Ludovico Malorgio, che in un messaggio ha sottolineato come “I principi etici della sport ben si sposano con la fede cristiana”.
A introdurre la serata – nel “Salone delle Troccole” dell’Arciconfraternita del Carmine – è stato il presidente Panathlon Aldo Vozza, seguito dal saluto del delegato Benedetto Mainini.
“Sgombriamo subito il campo da equivoci – ha esordito il dotto prelato – perché “agonismo” non è certo sinonimo di “antagonismo”. E, da noto conoscitore de testi biblici, ha affrontato una lunga e avvincente galoppata fra Antico e Nuovo testamento in cui si trovano dapprima testi che si rifanno all’esperienza fisica ma non sportiva, e poi a riferimenti chiaramente sportivi.
Si va dal profeta Amos che annuncia la supremazia di Dio sull’uomo (“Il veloce non avrà scampo, il forte non potrà usare la sua forza,e il guerriero non scamperà”); all’incontro di Giacobbe con lo “sconosciuto” (l’angelo di Dio) con cui lotta e al quale, alfine, chiede la benedizione. Cosa che ottiene, ma assieme alla sciancatura dell’anca. Per cui poi sarà chiamato Israele: “uomo che combatte con Dio”.
“L’esperienza della fede – ha sottolineato mons. Gerardo – in definitiva è il continuo combattimento tra quella che è la volontà di Dio e la volontà dell’uomo.
E poi alcuni preziosi riferimento al Nuovo testamento a partire da San Paolo che avverte i corinzi: “Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono ma uno prende il premio? Io corro…io lotto”.
E nella seconda lettere a Timoteo il noto brano “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conquistato la fede”.
Insomma, per chi crede che la vita sia fede e la fede sia vita, l’agone non è estraneo. “Ma attenti! – ha concluso don Marco – come nello sport, anche nella fede occorre allenamento…”.
Fedeli avvisati…etc.etc.
(Nella foto da sin. Mainini, Gerardo, vozza)
Antonio Biella