Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani in ricordo della tragica vicenda del metronotte Vicenzo Salvatori, ucciso dai sicari della stidda mentre insieme ad altri suoi colleghi stava trasportando alcuni incassi / valori lungo la strada la strada per Favara in provincia di Agrigento la mattina del 27 giugno 1991, propone il pezzo realizzato dalla studentessa Sofia Favaro, della classe III sez. C del Liceo scientifico Filolao di Crotone
“Il 27 giugno 1991 tre metronotte, Vincenzo Salvatori, Ignazio Salemi e Carmelo Cinquemani, vennero presi di mira dalla Stidda che tentò di rapinarli.
Quella mattina presso la Banca d’Italia di Agrigento i tre uomini prelevarono dei plichi con i soldi, che avrebbero dovuto consegnare a Favara.
Per la strada, nei pressi di contrada Petrusa, il loro furgone blindato venne affiancato da una macchina che tentò di spingerli fuori strada, Salvatori che era alla guida provò a fuggire, ma la strada gli venne bloccata da una Citroen BX bianca.
Quattro uomini armati si avvicinarono alla macchina e cominciarono a sparare, Salvatori, che aveva il finestrino abbassato venne colpito per primo e mori sul colpo, venne ferito anche Salemi che però riuscì a sopravvivere, poiché il proiettile colpi il portafogli che si trovava nella tasca della giacca, frattanto Cinquemani, che era seduto sul sedile posteriore, riuscì con la ricetrasmittente ad avvisare la centrale.
A quel punto i criminali anche se non erano riusciti nel loro intento furono costretti a scappare. Questo episodio evidenzia come con la criminalità organizzata nessuno è al sicuro perché non consentono di svolgere in tranquillità un lavoro onesto. La criminalità organizzata bada soltanto ai propri interessi e tenta di eliminare chiunque intralci i loro piani, per tale ragione è necessario riflettere su quanti morti innocenti ha causato la mafia e trovare il coraggio di eliminarla senza timore. anzi prendendo come esempio tutte queste vite strappate dalla brutalità criminale per costruire una società migliore per tutti.”
Vincenzo svolgeva con passione il suo lavoro: guardia giurata addetta al trasporto valori. Una professione difficile, spesso non sempre considerata dall’opinione comune; eppure, molte volte, le cronache riportano di episodi in cui gli operatori di tale settore rischiano la loro vita per uno stipendio poco adeguato e a volte la perdono. Raramente le guardie giurate vengono ricordate per la loro dedizione. La vicenda di Vincenzo costituisce uno spunto di riflessione anche in merito a quanto detto e sollecita ad apprezzare il valore di un mestiere pericoloso e importante.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
Prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU