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Tra le storie e i volti non dimenticare, Raffaele Gargiulo, vittima innocente, assassinato la sera dell’8 luglio 2008, dal camorrista Cristiano Valanzano e da Gaetano Caruso e Angelo Maresca, nipote di un affiliato al clan D’Alessandro, mentre era in auto con una sua amica, in via via Quisisana, in una zona periferica di Castellammare di Stabia in provincia di Napoli; il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ne rievoca la sanguinosa vicenda attraverso il racconto della studentessa Giulia Menzano, della classe I sez. D, del Liceo scientifico Filolao di Crotone:

“Raffaele Gargiulo, morto, ammazzato, a 38 anni, a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, l’8/7/2008. La sua non è la storia di un eroe che combatte contro il male. Non è la storia di un servitore della patria che cade sotto i colpi della “vendetta” dei cattivi. No, ma è, ugualmente, una storia assurda, da brividi, da raccontare. È una storia che avrebbe potuto vedere quale sfortunato protagonista una qualsiasi altra brava persona. Una storia di ordinaria follia e cattiveria, una storia finita nel sangue per colpa di due balordi, vili e indegni.

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La storia, anzi la fine della storia per un giovane uomo, aggredito e ucciso in una tentata rapina degenerata in un omicidio. Aggredito in momento assolutamente inaspettato ed ucciso mentre cercava di sfuggire alla cattiveria ed alla “fame” di due criminali.

Si era appartato, in una zona isolata, in auto, con la sua fidanzata alla ricerca di intimità. Si avvicinarono due malviventi, armati di pistola, e nel momento in cui Gargiulo avviò la sua vettura per sottrarsi alla rapina fu raggiunto da un proiettile che lo uccise, mentre i banditi si diedero alla fuga.

I responsabili dell’omicidio furono arrestati pochi mesi dopo, grazie alle indagini congiunte di polizia e carabinieri.

Rimane la tristezza per l’ennesima vittima innocente di un mondo malato e degradato. Un mondo nel quale la vita di un giovane uomo, sembra, non abbia alcun valore. Un mondo in cui giovanissimi criminali, alla ricerca di facili guadagni, sono pronti ad ogni azione, senza alcun rispetto per gli altri, ma a ben vedere senza alcun rispetto anche per la propria esistenza.

Rimane il vuoto.

L’assenza di un giovane uomo a cui è stato negato il futuro, l’assenza di un giovane uomo che avrebbe potuto essere qualunque altra persona. E, assolutamente, ciò non può essere accettabile.

 

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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