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Giorgio Mulè a Radio Cusano Campus: “La NATO difende i principi democratici, non solo l’Ucraina”

Giorgio Mulè, Vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia,  è intervenuto a “L’Italia s’è desta“, il programma in onda dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 10, su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Italia Tv (canale 122 del digitale terrestre).

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Durante l’intervista, Mulè ha risposto a diverse domande riguardanti temi di politica internazionale e nazionale.

In merito alle tensioni militari e agli sviluppi emersi dal vertice NATO, Mulè ha dichiarato: “C’è sempre uno Stato che ha aggredito e uno Stato che si difende. Se lo Stato che ha aggredito ha invaso, in barba a qualsiasi norma del diritto internazionale delle Nazioni Unite, il territorio del nostro Stato, continua a pretendere di conquistare altre porzioni dello Stato rifiutandosi di sedersi al tavolo della pace perché rivendica quella porzione di territorio, non si va molto lontano. I tentativi di fare la pace, peraltro, sono stati numerosi e ripetuti nel tempo, affidati a mediatori internazionali, a strutture sovranazionali, l’ultima, la conferenza che si è tenuta in Svizzera. Però le posizioni, ripeto, di chi ha aggredito, cioè della Federazione russa, sono arroccate su un diritto inesistente a rivendicare porzioni di territorio dell’Ucraina: questo va combattuto ma, soprattutto, difeso. Per questo motivo l’Alleanza atlantica e gli stati dell’Unione europea sono a difesa non delle ragioni dell’Ucraina, ma di principi che valgono per l’Ucraina ma valgono per tutti gli Stati che ne fanno parte dell’Unione europea.

Rispondendo alla domanda sull’abilità dell’Europa di esercitare un ruolo di mediazione, Mulè ha osservato: “In passato l’Europa ha certamente sbagliato dal punto di vista della capacità di usare l’arte della diplomazia e di essere al centro, appunto, di qualsiasi tentativo che dovesse essere fatto e deve continuare ad esser fatto. Sicuramente la nuova Commissione europea, come primo punto, dovrà porsi quello di tentare in tutte le maniere possibili di far ragionare in questo tavolo della pace la Federazione russa. Ovviamente il ruolo è centrale e guai se l’Europa dovesse non accettare questo tipo di ruolo perché significherebbe ancora una volta la sconfitta non dell’Europa, ma della capacità di saper vivere il tempo che deve essere un tempo di pace.”

Sulla questione se l’azione della Russia possa essere vista come una reazione all’espansione della NATO, Mulè ha chiarito: “Mi sembra di capire che ancora una volta ci si muove su un grande equilibrio. Cioè quasi che ci fosse un diritto della Russia a invadere ancora di più e a continuare a uccidere civili e militari ucraini rispetto a non si sa quale diritto divino o di tratta di deriva imperialista. Qui le cose devono essere chiare: l’Ucraina continua a difendersi, non aggredisce la Russia, è la Russia che continua ad aggredire l’Ucraina. Dopodiché si vuol ragionare se ci sono delle formule di compensazione internazionale per cui porzioni di territorio possano essere sulla base di accordi internazionali condivise o comunque si possa realizzare un accordo di pace diverso? Bene, ma tutto questo non può essere messo sul tavolo di una trattativa nel quale la Russia vuole impedire all’Ucraina di entrare nella NATO. La NATO è un’alleanza difensiva che non acquisisce nuovi territori: difende quelli esistenti.”

Passando alla questione dell’eliminazione del reato di abuso d’ufficio in Italia, Mulè ha spiegato: “Diciamolo al cittadino i numeri. Diciamo che sui 4990 e passa procedimenti avviati ci sono state 8 condanne. Allora forse il cittadino si rende conto che la norma era sbagliata, ma era sbagliata proprio alla radice, e il fatto che fosse sbagliata non è perché lo dicono i garantisti di Forza Italia o centrodestra al governo. È stato riconosciuto da tutti coloro che o ci sono finiti dentro – e parlo dei sindaci di sinistra e di coloro che vivono sui territori – o di tutti coloro che hanno avuto i loro colleghi, sempre del partito democratico in particolare, che hanno vissuto questo dramma. È un reato antistorico che non ha ragion d’essere e anzi, come sappiamo, è stato usato nel tempo molte volte, per avviare indagini su altri reati, servendosi dell’abuso d’ufficio per avviare indagini su altro o per tenere sulla graticola soltanto per il cosiddetto terrore della firma amministratori pubblici. Quindi meno male che il centrodestra è arrivato al governo; meno male che si è posta fine a questa antistoricità penale che finalmente riporta il paese anche su questo. Sul binario di garantismo e di rispetto delle libertà altrui.

Alla domanda se il caso Toti rientra in questo ragionamento, Mulè ha commentato: “Il ragionamento di Toti è incluso nel rispetto dei diritti e nel bilanciamento dei diritti e delle garanzie. La nostra Costituzione riconosce all’articolo 27 la presunzione di innocenza: in base a questa, un cittadino ha diritto a essere considerato tale fino a sentenza passata in giudicato. Nel caso Toti, vi sono delle esigenze cautelari che vengono ravvisate prima da un giudice e poi da un tribunale del riesame che sono insuperabili perché, secondo i giudici del riesame, Toti non ha capito le accuse che gli vengono mosse. Questo a me fa molto pensare rispetto alle esigenze della misura cautelare che viene affievolita dagli stessi magistrati nel momento in cui gli consentono di vedere altri politici.

Infine, riguardo al suo emendamento sulla Lega Calcio, Mulè ha dichiarato: “Finalmente una norma che smuove quella che era la palestra pietrificata. C’è una componente fondamentale che è la Lega di serie A che versa 120 milioni e miliardi e due allo Stato ogni anno che però, pur essendo grandemente il principale contributore è rappresentata al 12% all’interno della Federcalcio. Questo emendamento introduce un principio che si insegue da 15 anni, per questo è stata definita epocale non da me ma da alcuni giornali, perché finalmente riconosci il diritto di rappresentanza con un’equa ripartizione rispetto a quanto si versa. Se voi abitate in un condominio, sapete che le assemblee funzionano sui millesimi: più metri quadrati possiedi, più rappresentanza hai. Finora nel condominio della Federcalcio la Lega, che aveva circa il 90% dei metri quadri, era rappresentata al 12%. Ora salirà al 22-23%, una rivoluzione che fa capire che la Federcalcio non può più essere gestita su criteri di conservazione dell’esistente, ma deve aprirsi a ciò che è necessario fare.

Ascolta l’intervista: https://www.radiocusanocampus.it/it/giorgio-mule-vice-pres-camera-e-dep-fi

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