UGLM (Dipino): Incontro di oggi sia l’inizio di una sinergia tra tutte le parti in causa.
Nel pomeriggio di ieri si è svolta presso l’Aula Consiliare della Regione Puglia l’audizione in V Commissione, avente come oggetto la “Sentenza della Corte di Giustizia Europea sull’attività produttiva dell’ex Ilva di Taranto” e lo “Studio sulla Valutazione di Impatto Sanitario (VIS), presentato da Acciaierie d’Italia nell’ambito della procedura Aia”.
In rappresentanza della Segreteria Nazionale UGL Metalmeccanici era presente il Segretario Provinciale di Taranto, Alessandro Dipino.
“Come UGLM riteniamo positivo l’incontro e da oggi è necessario ripartire da zero con la volontà da parte dell’azienda, delle organizzazioni sindacali, della Regione Puglia e delle istituzioni tutte di azzerare le differenze di vedute e procedere tutte nella medesima direzione di marcia” ha esordito Dipino.
“Questa spaccatura tra i vari attori va avanti dal 2012 e in questi 12 anni in Adi si è potuto registrare tutto il peggio che il panorama industriale italiano e le relazioni sindacali potessero esprimere. Ma discutere ancora nel 2024 se dover scegliere tra il lavoro e la salute è inammissibile e da oggi, come UGLM siamo fermamente convinti che si potranno creare i presupposti affinché si possano raggiungere entrambi gli obiettivi, attraverso l’adozione di tutte le tecnologie disponibili affinché si salvaguardi la salute dei lavoratori e dell’intera comunità jonica, in un’ottica di continuo miglioramento”.
“Ciò rappresenterebbe la soluzione per ricucire uno strappo, non solo tra la cittadinanza e la fabbrica, bensì lo strappo ancora peggiore che è quello “palpabile” tra i lavoratori e la fabbrica a causa del perdurare per ben 12 anni di un clima di esasperazione da parte degli stessi, ridotti allo stremo delle forze fisiche, mentali ed economiche”.
“Si è affrontata la prima cassa integrazione nel luglio del 2019 senza soluzione di discontinuità e senza ancora vedere uno spiraglio, un’accusa che chiaramente non è rivolta alla nuova gestione commissariale che ha ereditato questa situazione estremamente pesante, ma con la quale è necessario trovare soluzioni e strumenti che possano alleviare questo grosso macigno che ormai i lavoratori si trascinano avanti da tanto tempo, troppo tempo”.
“Dal 2012, dopo le note vicende giudiziarie, c’è stato questo strappo con la città; chi non ricorda le scritte “ILVA is a killer”, “il mostro” e come lavoratori ci si è sentiti e ci si sente offesi nell’essere additati come responsabili delle nefandezze commesse da altri mentre l’unica colpa dei lavoratori è stata esclusivamente quella di aver prestato il proprio lavoro in una fabbrica nella quale gli stessi lavoratori vogliono continuare a credere ma per i quali al momento non vi è una visione per il raggiungimento di un obiettivo, in quanto, ad esclusione di un altoforno, un acciaieria ed un treno nastri a caldo, il resto è tutto fermo”.
“È inevitabile che oramai regni la rassegnazione, non essendoci visione del proprio futuro a causa delle scelte nefaste adottate da chi, nel settembre 2018, decise di assegnare quello che al tempo rappresentava il primo centro siderurgico europeo al gruppo industriale si è palesato essere il peggior soggetto industriale presente all’epoca sul mercato, con la speranza che potesse dare rilancio a questa azienda”.
“Pertanto, l’incontro odierno dovrà rappresentare il punto di inizio per creare sinergie tra tutte le parti in causa, trovare tutte le soluzioni possibili e immaginabili e tecnicamente valide per salvaguardare ed assicurare la salute, ricucendo il rapporto con la cittadinanza, avviando una produzione eco-sostenibile e dando dignità attraverso il lavoro a tutti i lavoratori, sia i sociali sia gli oltre 5000 lavoratori dell’indotto” ha concluso Dipino.
Taranto 16/07/2024