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Giorgio Minisini commenta il suo ritiro a Radio Cusano Campus: “Felice della mia decisione. Un ripensamento? Al 99,9% no”

Chiedere come stai a Giorgio Minisini, il nuotatore artistico italiano che a 10 giorni da Parigi 2024 ha annunciato il suo ritiro dalle competizioni, non è affatto una domanda scontata.

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Intervenuto a “Melting Sport” su Radio Cusano Campus e in radiovisione su Cusano Italia TV(canale 122 del digitale terrestre), il campione europeo e mondiale di nuoto artistico ha rasserenato sul suo stato d’animo. “Sto molto bene, mi sto godendo gli ultimi allenamenti. Sono molto felice dei feedback che sto ricevendo e dell’opportunità che sto avendo di parlare di una cosa che mi interessa” sorride Minisini. “Ho avuto la serenità e la tranquillità di ragionare su quello che è stato il mio percorso e quello che deve essere il mio futuro. Il fatto di non partecipare alle Olimpiadi di quest’anno mi ha spinto a farmi una domanda diretta: sono disposto a fare altri quattro anni per partecipare a Los Angeles? Diciamo che la risposta che ho trovato dentro di me è che quei quattro anni mi avrebbero fatto troppo male, quindi non valeva la pena di sacrificare la mia salute mentale per seguire questa ossessione a tutti i costi”.

C’è la possibilità di un ripensamento? “Per onestà intellettuale non posso dire al 100% no, ma al 99,9% no. È stata una decisione molto ragionata, ho veramente cercato di considerare tutte le possibilità e le prospettive migliori possibili per me, e nessuna di queste superava in sensazione di benessere quella di concludere il mio percorso per iniziare a diventare qualcos’altro. Sono abbastanza convinto che se apriranno ai misti a Los Angeles 2028, sarò estremamente contento di tifare per chi ci sarà” continua Minisini.

Dopo l’annuncio molti hanno pensato alla questione dei rapporti con la DT del nuoto artistico Patrizia Giallombardo, ma Giorgio Minisini ci tiene a placare le illazioni. “Con Patrizia in questo momento abbiamo un buon rapporto. Abbiamo discusso tanto, non ci siamo trovati d’accordo su alcune cose per le quali poi io non mi sono esposto,perché i miei compagni adesso hanno le olimpiadi da fare, voglio che le facciano con serenità. Con la persona Patrizia, anche: lei mi è stata molto vicino e io so che si è presa una grandissima responsabilità. Se le cose andranno bene tutti sifaranno belli con il risultato, se le cose andranno male sarà tutta colpa. So quanto è difficile per lei in questo momento e cerco di dimostrarle la stessa vicinanza che ha dimostrato a me” spiega il nuotatore.

È vero che ci si aspetta tanto da fuori, ma in realtà un atleta di alto livello si aspetta più di tutto da se stesso. La persona che più di tutte mi criticava, dicendo ‘stai facendo questa scelta perché ti stai vendendo, perché non sei abbastanza forte da soffrire e rinunciare alla tua vita per questo’ ero io” riconosce Minisini. 

È una credenza culturale che fa parte dell’ambiente sportivo odierno, cioè il fatto che qualsiasi sofferenza è giustificata per un atleta, anche le sofferenze patologiche, disturbi alimentari, disturbi psicologici, sofferenze fisiche, è tutto giustificato. Grazie alla terapia e agli studi che sto portando avanti nell’ambito psicologico, ho capito che non deve essere così. Non voglio un mondo così: voglio anche lavorare per creare un ambiente sportivo culturale che non sia così. In quel momento ho anche accettato di superare quella critica interna che un po’ mi impediva di prendere una decisione”.

Ma da dove nascono queste convinzioni, dove sta il problema? “Non c’è un colpevole. Il problema è sia a livello di noi atleti,che viviamo con delle aspettative dei nostri confronti spesso insalubri, e a livello di Federazioni,che spesso mettono davanti i risultati, piuttosto che la qualità del quotidiano di chi lavora con loro. Sicuramente non tutti i media lavorano al meglio per valorizzare l’aspetto del benessere mentale che sta dietro, sia ai risultati positivi che a quelli meno positivi. Penso che sia una cosa per cui nessuno ha la colpa, e per cui tutti, se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo fare qualcosa perché è una impostazione culturale che viene da decenni di storia”.

 

Ascolta l’intervista: https://www.radiocusanocampus.it/it/il-ritiro-di-giorgio-minisini-nuotatore-artistico

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