Il mio viaggio a Taurianova. Città della terranova tra le vie della storia e la cultura
Pierfranco Bruni
Ci sono diversi Sud. Non può esistere un solo Meridione. Io uomo del Sud conosco poco dei diversi Sud. Ricomincio il mio viaggio.
Non conoscevo Taurianova sino a qualche mese fa. L’ho visitata per la prima volta in occasione del conferimento della Capitale città italiana del Libro. In occasione della conferenza stampa e di qualche evento culturale inserito nelle diverse e ricche attività. Inaugurata la Biblioteca per l’occasione. Una biblioteca dedicata a Rende, che c’era ed era aperta al pubblico già qualche anno fa. Persone splendide.
Non solo la gentilezza e la cortesia greca, gli amministratori che hanno puntato si alla città, ma a tutta la realtà calabrese e direi meridionale ha un “tratto” di suggestività antica. Suggestioni e atmosfere tra i luoghi di un mediterraneo che intreccia il Tirreno di Enea e la linea ionica che rimanda a Omero ma anche a Pavese. Città metropolitana Reggio Calabria.
Una geografia che ha nel cuore la nostalgia dei ritorni e il dolore delle partenze. Geografia non solo fisica ma anche metafisica. Da Alessio all’aspromontano Corrado Alvaro. Qui sono vissuti i poeti ellenici. Ibico è un viaggio in quella temperie ellenica che unisce i linguaggi della Grecia profonda con le antropologie del mondo contadino che fa i conti sempre con il mare.
L’archeologia, io da archeologo di inizi carriera, si incontra con la storia e con l’arte. Sembra entrare, dalle rifiniture dei portoni, in un barocco di cui la Calabria è un mosaico la cui lettura materiale non può che incontrare l’mmateriale della Lingua, del dialetto e di un vocabolario al quale appunto Alessio ha lavorato.
I codici materiali dei beni culturali si propongono come visione di scavo nelle radici di un Mediterraneo che è destino. Le voci sono greche. Rimandi e tradizioni. Il rito del fuoco. La magia dei vicoli. I suoni del vento. Una terra calabra che rinasce con la cultura.
Mi sembra un impegno forte ma necessario soprattutto quando da anni si parla che il futuro ha un cuore antico. Ciò interessa tutto il Sud. Se gli altri Sud prendessero esempio da Taurianova si creerebbe un grande cantiere in cui la cultura del patrimonio delle arti starebbe al centro anche di quelle nuove professionalità che ruotano come indotto sulle attività della valorizzazione dei contesti geo-culturali.
La cultura non ha la capacità di fermare il tempo. Ma ha la forza di farla comprenderla in un “gioco” tra costi e benefici e risorse e vocazioni. Qui è il punto. Spesso ho considerato quella parte della Calabria una terra distante. Non è così.
Ora che ho visto posso affermare che Taurianova tutta è un patto ancestrale con la cultura: dalle radici al presente. Non sapevo che fosse anche la città del torrone. Aspetto importante. Perché anche dalla produzione nasce la valorizzazione.
Mi rendo conto sempre più che ogni riscatto nasce dalle risorse vere e dalle vocazioni in incipit di un territorio. Sono stato ospitato in un albergo che fa invidia alle grandi catene alberghiere: per gentilezza, pulizia, riservatezza e bellezza. Bellezza. Che termine immenso.
La Calabria non è quella realtà in cui l’emigrazione fa capo. Non soltanto. Non è quella terra “malevole” che lo cronache raccontano. La cortesia è di casa. Aveva ragione Pavese che riscrisse il suo concetto di Sud. Non è quel Cristo che si fermato a Eboli. Una icona ormai superata. È invece quella memoria del mondo sommerso alvariano e non il racconto dei pastori di Gente in Aspromonte. Non più. Neppure però è quel mondo raccontato da Repaci e Seminara. Dio non creò il mondo bruzio prima delle altre cartine geografiche.
La letteratura è più della storia. Non è neppure la denuncia di Costabile. È quel mondo di Francesco Grisi che partendo da Cutro giunge a Reggio Calabria passando da Taurianova. È il mondo che pur sullo Ionio dei Bronzi Riace esplora la Piana di Gioia Tauro sulla quale a lungo si è soffermato il roveratano Carlo Belli insieme a Giuseppe Selvaggi che mette a confronto la Piana di Sibari con quella di Gioia Tauro.
La città distrutta dai Sareceni rinasce a nuova vita. Radaceni. Una Terranova. Insomma la storia ha le sue peculiarità. È sera. Ritorno con la mia passeggiata tra le strade.
Mi fermo. Osservo. La Villa. Le arcate. Le chiese. L’autostrada del Mediterraneo a due passi. Il tempo è un cerchio. Un veneto come Giuseppe Berto, oltre alle sue pagine dedicate alla Calabria, scrisse, nel suo romanzo più conosciuto, che la Calabria: “Appena la vidi seppi che quella terra, dalla quale si scorgevano magiche isole, era la mia seconda terra, e qui son venuto a vivere. … so di trovarmi in uno dei luoghi più belli della terra”. Giuseppe Berto, “Il male oscuro”.
Il resto? Basta visitarla. Taurianova è li che vi ci aspetta. Un pezzo di Calabria in cui la cultura è progettualità e la vita ha profonde radici tra la storia, le strutture, il tempo e le antropologie.