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Nuovo successo di Sara Favarò “La vera storia di Vitti ‘na Crozza. Autori, misteri, morte, miniere” 

L’ultima edizione del volume (pag. 158) è stata stampata in questo 2024 (in commercio dal 17 gennaio 2024) dalla Giambra Editori, casa editrice indipendente con sede a Terme Vigliatore (Me).

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Sara Favarò (autrice di testi teatrali, attrice, cantante e cantastorie negli spettacoli teatrali da lei scritti e diretti, portati in giro dalla compagnia teatrale “Gruppo arte Sikelia”) dedica questo suo volume “Vitti ‘na crozza”, conosciuta per il suo orecchiabile ritornello ed è spesso considerata un inno della Sicilia. Tuttavia la sua origine risale agli anni Cinquanta ed è ambientata nell’atmosfera tremenda e disumana delle miniere di estrazione dello zolfo siciliane. Sara Favarò ha eseguito uno studio analitico della canzone restituendo la veridicità delle sue origini e del suo significato. L’autrice svela inoltre il nome del suo autore e del suo compositore. Quest’ultimo ha dovuto lottare per il riconoscimento della paternità musicale del brano che è stato oggetto di varie rielaborazioni testuali e musicali fino all’aggiunta del “larallallerulallerulalà”, che suona come un’offesa alla dignità di quanti morirono nel ventre della terra. La prima versione della canzone è quella che si può ascoltare come sigla del film “Il cammino della speranza” di Pietro Germi.

Tra l’altro ci fa piacere ricordare che  nel 2019 all’Archivio di Stato di Catania dagli eredi di Vittorio Alberti (autore nel 1971 di “Vitti ‘na crozza” nelle esecuzioni ed incisioni di Ignazio Privitera), e nel mese di novembre 2020 è donato alla biblioteca dell’Istituto.

L’autrice Sara Favarò, insignita dal presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana per il suo impegno e dedizione nel campo culturale e artistico, è una scrittrice sensibile ai temi sociali. Anche la F.I.D.A.P.A. (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) di Partinico, ha voluto conferirle il riconoscimento “Vittoria Alata”.

La sua produzione letteraria, che vanta un centinaio di pubblicazioni, è vasta e variegata: narrativa, saggistica, teatro, letteratura per l’infanzia, ricerche etno-antropologiche. Giornalista pubblicista, collabora con testate nazionali ed estere. Fondatrice, nel 1980, del gruppo etno-rock Sikelia, ha portato in giro per il mondo la loro musica lontana da abusati cliché folcloristici. Negli anni ’70 ha fondato, con altri, una compagnia teatrale interpretando le migliori commedie del repertorio siciliano. Autrice di testi teatrali che porta in giro con il “Gruppo arte Sikelia” da lei fondato, recita per il cinema, il teatro e la televisione.

Lo scorso 17 maggio il libro è stato già presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino con ampio successo di pubblico e critica. Il testo, oltre al saggio dove l’autrice racconta la storia della canzone e le implicazioni di ordine sociale e culturale in essa contenute, contiene in appendice l’atto unico teatrale “Dal Ventre della Terra”, della stessa Favarò, ed è arricchito dalle foto di scena e set di Giulio Azzarello, dal film ROSSO MALPELO di Pasquale Scimeca, e i disegni in china di Piero Favarò. “Vitti ’na crozza è la canzone più manipolata e oltraggiata della tradizione siciliana. Protagonista della canzone è ’na crozza, ossia un teschio che, attraverso il suo racconto, si fa promotore di una forte denuncia sociale. Dichiara Sara Favarò “L’allegro refrain è stato aggiunto da una casa discografica, molti anni dopo la sua prima incisione che risale al 1951, per motivi prettamente commerciali. Tale allegro motivetto se da un lato ha reso famoso il brano anche oltre oceano, dall’altro lato ha finito per mortificare il significato di una canzone che parla di sofferenze atroci e che è una drammatica invocazione di giustizia e di fede. Fede in una Chiesa che fino alla metà del secolo scorso vietava che si suonassero le campane a morto per tante categorie di persone tra cui: artisti, comunisti, suicidi, omicidi, minatori che morivano nel ventre della terra. Il famoso “cannuni” dove viene ritrovato il teschio non è il cannone da guerra. Altro che: trarallalleru lalleru lallà!!!”. Sono tanti i motivi di denuncia contenuti nella canzone e sono tanti i sedicenti autori del testo e della musica”. Dieci anni di ricerca di Sara Favarò danno risposta ai tanti quesiti, anche attraverso testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle mortificazioni, dolori, stenti, privazioni, divieti! Al Festival del Libro Sara ha anche presentato due testi: “L’Aquilone della Pace” di genere favolistico, e l’altro narrativo – giornalistico, “L’OPERA DI DIO. Dal Teatro dell’Opera dei Pupi alla vita consacrata in Africa”, scritto con Anna Cuticchio.

Come messo in evidenza “Vitti ‘na crozza” (vidi un teschio) è una famosa canzone popolare siciliana su testo di autore sconosciuto, musicata dal compositore Franco Li Causi nel 1950. L’autore ottenne il riconoscimento della paternità dell’opera solo nel 1979. Su un testo popolare di autore e data di creazione sconosciuti, Franco Li Causi compose la melodia da adattare al testo in una canzone che facesse parte della colonna sonora, in qualità di brano d’apertura, del film Il cammino della speranza del regista Pietro Germi.

La versione di Li Causi è un  canto di lavoro, dai toni lenti e cupi, aderenti alla cadenza poetica del testo. Lo stesso testo pervenne al Li Causi da parte di Pietro Germi a cui lo aveva recitato un anziano minatore di Favara, tale Giuseppe Cibardo Bisaccia.

La prima incisione della canzone venne realizzata nel 1951 da Michelangelo Verso e pubblicata su 78 giri dalla Cetra.

Negli anni diversi cantanti e compositori hanno utilizzato la musica, con il testo originale o a volte con testi diversi, modificati in alcune strofe, pur mantenendo tutti la strofa originale del ritornello principale.

Nel 1964 Gabriella Ferri e Luisa De Santis ne hanno inciso una rielaborazione, firmando parole e musica (Ferri-De Santis). In tale solco e nel clima dei gruppi folkloristici, negli anni settanta il canto si adattò ai toni più spensierati della ballata popolare (Franco e Tony li causi incisero molti dischi per diverse case discografiche (Fonit Cetra, La Voce Padrone, Melody).

Solo nel 1979 la SIAE ha attribuito a Franco Li Causi i diritti di paternità del brano “Vitti na crozza”

Ecco il testo di “Vitti ‘na crozza”.

Vitti ‘na crozza supra ’nu cannuni,

fui curiusu e ci vosi spiari.

Idda m’arrispunniu cu gran duluri

muriri senza toccu di campani.

Sinni eru, sinni eru li me anni,

sinni eru, sinni eru e nun sacciu unni,

ora ca su’ arrivati a ottant’anni

u vivu chiama u mortu e ’unn’arrispunni.

Cunzatimi cunzatimi stu lettu

ca di li vermi su’ manciatu tuttu.

Si nun lu scuttu cca lu me piccatu

lu scuttu a chidda vita a sangu ruttu.

Idda m’arrispunniu cu gran duluri

muriri senza toccu di campani.  

Sara Favarò merita di essere conosciuta in tutti i campi in cui opera e da parte mia un vivo ringraziamento nella gioia della condivisione di una grande amicizia, grazia all’attenta e amichevole presentazione del noto artista Giuseppe Messina, scultorepittorepoeta, autore teatrale, attore e regista.

Nonostante quanto scritto sopra, riporto altre note per una più attenta precisione secondo l’attività svolta dalla Favarò.

SCRITTRICE

Scrittrice sensibile ai temi sociali, di cui tratta nei suoi testi di narrativa e poetica. Studiosa di tradizioni popolari, nei suoi tanti saggi, documenta usi e costumi della Sicilia e tenta di dimostrare l’esistenza di un’Isola lontana da abusati stereotipi, attraverso le sue canzoni e i suoi spettacoli teatrali. Si occupa anche di letteratura per l’infanzia ed è autrice di albi illustrati e racconti brevi. Sara Favarò merita di essere conosciuta in tutti i campi in cui opera e da parte mia un vivo ringraziamento nella gioia della condivisione di una grande amicizia che segue l’amichevole presentazione da parte del noto artista Giuseppe Messina, scultorepittore,poeta, autore teatrale, attore e regista. Nonostante quanto scritto sopra, riporto altre note – a volte ripetute – per una più attenta mia precisione sulle attività svolte dall’artista.

SAGGISTA
Autrice di saggi che esplorano le radici della cultura popolare siciliana, allarga le sue ricerche alla traslazione di riti pagani in riti cristiani e alla comparazione di riti e miti dell’area mediterranea.

CANTAUTRICE
Fondatrice, con il fratello Giovanni, del Gruppo Etno – Rock Sikelia (nato dall’Associazione UN CORI TUTTU U MUNNU nel 1980), è autrice dei testi delle canzoni originali che il Gruppo porta in giro per il mondo, con le musiche del fratello. È stata diverse volte ospite di trasmissioni della RAI e altre emittenti nazionali. Come autrice e compositrice collabora anche con altri compositori, la cui musica spazia dalla classica al rock..

ATTRICE
Fondatrice, negli anni Settanta, della compagnia teatrale dialettale “I mafiosi”, con alcuni amici del rione Partanna – Mondello, ha interpretato, nel ruolo di protagonista, le maggiori commedie del repertorio siciliano. Autrice di testi teatrali è anche attrice, cantante e cantastorie negli spettacoli teatrali da lei scritti e diretti, portati in giro dalla compagnia teatrale Gruppo Arte SIKELIA, che opera nell’ambito dell’Associazione culturale da lei presieduta. Recita anche per il cinema sia in film che in corto metraggi e documentari e per la televisione.

GIORNALISTA
Giornalista pubblicista collabora con testate nazionali ed estere. È anche autrice di testi di inchieste giornalistiche. I suoi articoli sulle tradizioni popolari siciliane, pubblicati da Sikania, sia in italiano e sia in inglese, sono risultati ai primissimi posti della top ten della testata più letti in Italia e in America. Per circa un anno ha curato la pagina della cultura della provincia, del Giornale di Sicilia.

Concludiamo citando i titoli di alcune sue opere: “La tartaruga Carletta e la polpessa Lucy. Storia di amore e ei ecologia”, Edizioni a colori ( Ed. Valtrend 2024); “Santa Rosalia. Fede dubbi riti leggenda” (edizioni Il Pozzo di Giacobbe, collana Respiro); edizioni Di Girolamo  collana Promemoria); (edizioni Il Pozzo di Giacobbe collana Respiro); edizioni Di Girolamo, collana Promemoria); “Rosalia c’era e c’è. Cantastorie, poema, triunfu” (edizioni Di Girolamo, collana Promemoria); Lenzuola nel vento.( Ediz. a colori. edizioni Nuova IPSA, collana Trilly); “Cunti. Racconti popolari siciliani” (edizioni Di Girolamo; collana Promemoria); “La terra degli dèi. Miti e divinità siciliani” ( edito da Di Girolamo, 2021); “Giufà giramondo. Antologia di cunti in italiano, toscano, inglese e siciliano” (edizioni Siké, 2021).

 

Nino Bellinvia

 

Nelle foto: 1) La copertina “La vera storia di Vitti ‘na-Crozza” (Giambra Editori). 2) L’autrice-giornalista-attrice Sara Favarò. 3) Sara Favarò in una foto d’archivio di G- Azzarello.4) Sara Favarò al Festival Internazionale del Libro di Torino. 5) Copertina di un libro di Sara Favarò.

 

 

 

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