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Rosario Flaminio, 24 anni, Alberto Vallefuoco, 24 anni, Salvatore Di Falco, 21 anni, sono tre giovani vite strappate ai loro affetti, il pomeriggio del 20 luglio del 1998 a Pomigliano d’Arco in provincia di Napoli, da quella ferita storica che squarcia la Campania e l’Italia: la camorra. Ad accomunarli una borsa lavoro pari a 800 mila lire presso un pastificio, tanti sogni nel cassetto e la speranza di un lavoro a tempo indeterminato. Quel pomeriggio i tre ragazzi sono stati scambiati per appartenenti al clan avversario dei Cirella e per questo furono ammazzati senza alcuno scrupolo. Da allora sono passati 26 anni e oggi la loro memoria è presente nel ricordo di una giovanissima studentessa calabrese, Maria Angelina Muscatello, della classe I sez. D, del Liceo scientifico Filolao di Crotone, le cui parole rievocano i fatti dell’epoca.

Salvatore de Falco era un ragazzo semplice e onesto, come i suoi due amici, Alberto Vallefuoco e Salvatore Di Falco, che lavora in un pastificio e nelle ore libere per arrotondare faceva l’imbianchino. Il suo sogno era quello di avere una famiglia.

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Il pomeriggio del 20 luglio del 1998 era al bar con gli altri due colleghi per prendere come sempre un caffè prima di andare a lavorare. Usciti dal bar stavano salendo in macchina quando tre killer professionisti sparano 40 colpi di pistola uccidendo Salvatore, Alberto e Rosario.

I tre amici morirono giovanissimi per uno scambio di persona. I ragazzi erano incensurati; i killer li avevano scambiati per membri del clan avversario. La camorra con le sue attività illecite ha strappato e continua a strappare la vita e i sogni a tanti innocenti.  Tutti noi dobbiamo impegnarci a ricordare le vittime della mafia per sensibilizzare le coscienze in modo che tragedie del genere non avvengano più. Noi studenti leggendo queste storie rimaniamo turbati dalla violenza e dalla freddezza con cui sono state compiute azioni efferate. Speriamo che coloro che hanno compiuto questo orrendo crimine possano pentirsi e cambiare abbracciando i valori della legalità. Solidarietà, umanità, legalità e cultura sono gli antidoti alla camorra”

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

Prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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