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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani oggi ricorda tante giovani vittime innocenti che sono cadute per mano delle mafie il 22 luglio.

Il giovanissimo studente calabrese, Antonio Grilletta, della classe III sez. G, del Liceo scientifico Filolao di Crotone, rievoca le vicende relative a Giovanni Volpe.

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Oggi siamo qui a ricordare una delle tante vittime infangate, oscurate, massacrate e soprattutto dimenticate. Giovanni Volpe era un uomo umile e gentile, un uomo capace di strappare un sorriso e mettere di buon umore chiunque incontrasse. Giovanni si è spento il 22/07/1998 per motivi e cause ancora sconosciute, il caso è irrisolto perché oggi non si sa chi sia stato, per quale motivo e da chi sia stato commissionato l’omicidio; si sa solo che Giovanni è stato ucciso a Favara in provincia di Agrigento. L’episodio è gravissimo perché ci fa capire quanto ancora oggi nel nostro territorio sia difficile far cambiare le cose, rendere la nostra terra un luogo sicuro dove vivere in serenità e spensieratezza, un luogo che ci permetta di uscire di casa senza aver paura di ritrovarsi accasciati sul bordo della strada per una guerra fra clan, per una guerra tra persone egoiste, per una guerra di persone che pur di uscire puliti, uccidono e dopo nascondono ogni traccia.  La morte di Giovanni senza un come e senza un perché deve servire a tutti noi da monito e ci deve caricare di una forza interiore che sia capace di farci dire basta, basta a questa vita triste fatta di brutalità e illegalità, basta a questa vita passata ad ascoltare nomi su nomi di persone pieni di vita spente dal nulla.

Insieme alla tragica storia di Giovanni Volpe vogliamo commemorare oggi anche Palmina Gigliotti, 34 anni, uccisa a Le Castella in provincia di Crotone (Kr), il 22 Luglio 1982; il brigadiere Antonio Cezza, 26 anni, assassinato a Melfi (Pz), il 22 Luglio 1990; il fotografo Lollò Cartisano, 57 anni, ammazzato a Bovalino (Rc), il 22 Luglio 1993 e Bruno Clobiaco, ucciso a Reggio Calabria (Rc), il 22 Luglio 1989.

Il nostro pensiero va a tutte queste vittime incolpevoli decedute a causa della violenza altrui. Oggi è importante ricordarle e ricordare la loro innocenza come un baluardo rispetto ai disvalori dell’illegalità.

In particolare vogliamo soffermarci su Palmina, giovanissima donna e madre encomiabile di cinque figli; rimase fulminata da una pallottola al cuore, mentre cercava disperatamente di riparare i suoi figlioletti dai colpi da fuoco scaricati durante uno scontro tra due clan nemici una faida tra i Liò e i Maesano. Il suo eroismo ha veramente nobilitato il significato della parola madre. Chiediamo che sia apposta una targa a ricordo del suo sacrificio nel luogo in cui cadde.

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.

Prof. Romano Pesavento

presidente CNDDU

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