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Andai a lu mari, il video di Pedicini sul tema dello spopolamento del Sud
Il musicista, ex europarlamentare, lancia un nuovo brano tratto dall’album Radio Sud Globale

Andai a lu mari – Piernicola Pedicini
Dopo Famme Restà, Piernicola Pedicini lancia il suo secondo video musicale: Andai a lu mari, brano tratto dall’album Radio Sud Globale, con il quale Pedicini ha coniugato l’impegno politico e la denuncia sociale con sua passione per la musica. “Se Famme Restà apre un focus e un dibattito sulla guerra – racconta l’autore – che manda al fronte decine di migliaia di ragazzi che non faranno più ritorno a casa, togliendo speranza e futuro alle nuove generazioni, con Andai a lu mari ho voluto accendere i riflettori sull’incessante fenomeno dello spopolamento di intere aree del Mezzogiorno d’Italia. Un tema per il quale occorre impegnarsi usando tutti gli strumenti politici possibili, tra questi anche la musica.”
Radio Sud Globale è l’epilogo di un percorso a cui Pedicini ha dato vita quattro anni fa, fondando la band La Brigata Frà Diavolo e girando in tour città e borghi del Meridione con l’intento di denunciare in musica e parole la questione meridionale. Non a caso ogni suo pezzo è declinato in un dialetto del Sud. Dalla campana Famme Restà, alla scelta della “lingua sarda” per Andai a lu mari. Brano, quest’ultimo, infarcito della secolare saggezza isolana, con citazioni di proverbi (“Sa domo est minore, su coro est mannu”, la casa è piccola, il cuore è grande) e, anche in tal caso, con riferimenti all’attualità e alla guerra. Come nel passaggio in cui Pedicini canta: “In tempus de gherra, faulas fino a terra”, ovvero in tempi di guerra la propaganda la fa da padrona.
Miglior disco su Music Map, tra le più seguite piattaforme musicali, Radio Sud Globale “vuole essere un mezzo per sensibilizzare i cittadini – sottolinea Pedicini – in particolare i più giovani, rispetto a temi che sembrano vecchi, ma che purtroppo l’attualità non smette mai di restituirci in tutta la loro drammaticità. Dalla diseguaglianza di genere, alla violenza sulle donne, dalla libertà di pensiero alle guerre, fino alla questione meridionale che torna con prepotenza in questi mesi con l’autonomia differenziata”.

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