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“SUICIDIO ASSISTITO”,’È MORTA “INES”, LA 51ENNE LOMBARDA AFFETTA DA SCLEROSI MULTIPLA, COSTRETTA ALLA SVIZZERA DAI RITARDI DELL’ASL. E’ STATA ACCOMPAGNATA DA DUE ATTIVISTI DI “SOCCORSO CIVILE”, ASSOCIAZIONE PRESIEDUTA DA MARCO CAPPATO

La donna aveva inoltrato la richiesta per accedere al “suicidio assistito” in Italia a maggio. Dopo essersi sottoposta alle verifiche, in mancanza di una risposta definitiva da parte della ASL, ha deciso di andare in Svizzera per mettere fine a sofferenze insopportabili

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OGGI ALLE 16.30 CONFERENZA STAMPA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PRESSO TALENT GARDEN MILANO (PALAZZO DELLA REGIONE), Piazza Città di Lombardia 1.

Interverranno

MARCO CAPPATO, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e responsabile legale dell’Associazione Soccorso Civile

FILOMENA GALLO, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni (IN COLLEGAMENTO)

CLAUDIO STELLARI E MATTEO D’ANGELO, attivisti dell’Associazione Soccorso Civile che hanno accompagnato “Ines” in Svizzera

“Ines” (nome di fantasia), donna lombarda di 51 anni, affetta da quasi vent’anni da sclerosi multipla, è morta questa mattina in Svizzera, dove ha avuto accesso al “suicidio medicalmente assistito”. È stata accompagnata da Claudio Stellari e Matteo D’Angelo, iscritti a “Soccorso Civile”, l’Associazione che fornisce l’assistenza alle persone che hanno deciso di porre fine alle proprie sofferenze all’estero, e di cui è presidente e responsabile legale Marco Cappato. L’azienda sanitaria locale, alla quale la donna aveva inviato lo scorso maggio la richiesta per poter accedere al “suicidio medicalmente assisito”, reso legale in Italia dalla sentenza 242 del 2019 (sul caso Cappato-Antoniani), a oggi non ha ancora trasmesso la relazione finale e il parere del comitato etico.

Dopo una prima diffida da parte di “Ines”, tramite i suoi legali coordinati dall’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, la commissione medica della ASL ha visitato la donna due volte, senza fornire la valutazione sulla sussistenza delle condizioni e le modalità per procedere, incluso il parere del comitato etico competente. Così, qualche giorno fa “Ines” ha diffidato nuovamente l’azienda sanitaria, evidenziando come la recente sentenza della Corte costituzionale (n. 135/2024) abbia chiarito che il Servizio sanitario deve intervenire “prontamente” per assicurare lo svolgimento dell’iter di accesso al suicidio assistito. La ASL, la scorsa settimana, ha risposto prendendo tempo e comunicando che la relazione medica è stata inviata al comitato etico.

“Ines” era in possesso di tutti i requisiti previsti dalla sentenza della Corte costituzionale, ma ha comunque deciso di andare in Svizzera per accedere all’aiuto alla morte volontaria perché ormai le proprie sofferenze erano divenute tanto insopportabili da renderle impossibile attendere ancora altro tempo.

Nonostante il “suicidio medicalmente assistito” sia legale in Italia a determinate condizioni, previste dalla sentenza 242 del 2019 delle Consulta, il Servizio sanitario non garantisce tempi certi per effettuare le opportune verifiche. Molti pazienti rimangono in attesa di ASL e comitati etici territoriali che, per verificare le condizioni e le modalità, possono impiegare anche mesi. Un tempo che molte persone malate con sofferenze intollerabili non hanno. Per questo, nel rispetto delle competenze territoriali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con una raccolta delle firme per una proposta di legge regionale che garantisca il percorso di richiesta di “suicidio medicalmente assistito” e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti per giungere a una risposta da parte del Servizio sanitario.

Le disobbedienze civili dopo la sentenza Cappato

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