“10 e 25” è il titolo del nuovo singolo del cantautore Rocco Rosignoli, prodotto da Sophionki Records e disponibile dalle 10.25 del 2 agosto 2024 su tutte le piattaforme di streaming, e in formato video sul canale YouTube del musicista. 10 e 25 è l’ora in cui, il 2 agosto 1980, nella sala d’attesa della stazione di Bologna Centrale, un ordigno nascosto in una valigia abbandonata esplose uccidendo 85 persone e ferendone più di 200. L’orologio della stazione fermo a quell’ora è la memoria vivente più famosa di questo agghiacciante attentato.
A quarantaquattro anni da quella strage di matrice neo-fascista, il musicista parmigiano rivisita la vicenda con una canzone che, partendo da un orizzonte intimista, allarga lo sguardo alla realtà collettiva, alla tragedia delle vittime, al dolore di chi ancora oggi non conosce la verità, e ai decenni di depistaggi, insabbiamenti e mistificazioni che hanno aggiunto dolore alla tragedia. Se per la strage infatti sono stati condannati come esecutori materiali Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, fondatori dei Nuclei Armati Rivoluzionari, braccio armato del neo-fascismo eversivo, mai è stata fatta luce sui mandanti della strage. Fioravanti e Mambro, che per la strage di Bologna si sono sempre dichiarati innocenti, hanno scontato la loro pena e oggi sono liberi.
Il videoclip che accompagna il brano, diretto da Michele Di Nicola, ritrae il cantautore, solo, con la sua chitarra, lungo una ferrovia abbandonata, prima che la scena si allarghi alla stazione di Bologna e alle tracce dello scoppio della bomba, ancora oggi memoria tangibile per chiunque si trovi a transitare per quel nodo ferroviario cruciale del nord Italia.
Il videoclip: https://youtu.be/D9fZwnFAEJg
Rocco Rosignoli, che di recente è stato insignito del Premio Letterario Internazionale alla Carriera “Omaggio a Pasolini”, pone ancora una volta la memoria al centro della sua opera. Una memoria dolorosa, troppo spesso oscura nel nostro paese, in cui il mistero è spesso servito per nascondere terribili verità. Oggi, che le ombre del passato sono più vive che mai, la memoria è l’unica risorsa che abbiamo per contrastarle.
La canzone “10 e 25” annuncia anche l’uscita del nuovo album di Rocco Rosignoli, prevista per il prossimo autunno sotto l’egida di Sophionki Records. Il disco, intitolato “Giglio Tigrato”, sarà interamente composto di brani originali, dopo due album in cui il cantautore si era cimentato con il repertorio politico della tradizione (“Canti Rossi”, 2020) e con la resa in italiano dei capolavori di Leonard Cohen (“Musica Straniera”, 2022).
10 e 25
Testo e musica di Rocco Rosignoli
Ogni stazione che ho attraversato
con il violino buttato in spalla
lascia un ricordo tutto privato,
come d’un battito di farfalla
vista un istante e volata via,
sale d’aspetto che impolverate
restano chiuse alla ferrovia
da quando le hanno privatizzate.
Ogni binario per ogni attesa
mi lascia fermo col naso in su
a quella scritta là in alto appesa
che porta dove vorresti tu.
Ogni orologio per ogni binario
corre veloce e segna i minuti,
tutte le corse son fuori orario,
non c’è più posto per stare seduti.
Ogni valigia racchiude un cuore
che il viaggiatore tiene nascosto,
racchiude un cuore che può scoppiare
nell’aria torrida del due d’agosto.
Quell’orologio in centro a Bologna
da quarant’anni segna quell’ora,
un muto monito di vergogna
a chi non ha colpe da dare ancora.
Tra gli operai che andavano in ferie
la luce abbagliante dell’esplosivo,
corpi straziati tra le macerie,
c’è chi rimane sepolto vivo,
c’è chi scompare e non lascia traccia,
le braccia portate lontano dai treni,
c’è un assassino ma è senza faccia,
c’è un assassino ma è senza freni.
Se Fioravanti e Francesca Mambro
negano ancora d’esser coinvolti
la commissione ha sgombrato il campo:
gli altri colpevoli ormai son morti.
Se la giustizia ha un esecutore
ancora il mandante resta nascosto,
son gli strateghi della tensione,
son gli impuniti del due d’agosto.
Passano i treni, non più di stato,
le stragi restano, e nel calore
di quell’agosto indimenticato
che di Bologna ha squarciato il cuore,
lavato il sangue da quei binari
resta invisibile il filo nero
che lega lo stato coi suoi sicari,
che chiama i suoi i crimini
col nome “mistero”.
Rocco Rosignoli (www.roccorosignoli.com) è cantautore, musicista e saggista. Suona chitarra, violino, mandolino e altri strumenti a corda o a mantice (fisarmonica, armonium). Da sempre pone al centro della sua scrittura la fusione tra il linguaggio verbale e quello musicale, cercando di costruire un universo sonoro che amplifichi la forza emotiva di entrambi. È inoltre arrangiatore e produttore, e ha diretto diversi cori con repertorio dedicato al canto politico.
Dal 2011 ha pubblicato quattro album di canzoni proprie, e altri dedicati alla canzone politica, alla musica di matrice ebraica, alle canzoni di Leonard Cohen tradotte in italiano. Ha lavorato con Alessio Lega, Max Manfredi, Miriam Camerini, Lee Colbert. Collabora come polistrumentista di scena con numerose realtà teatrali. I suoi contributi a compilation di varia natura sono ormai numerosissimi.
Laureato in lettere moderne, è anche autore di diversi saggi (E l’eco si è smorzato appena: ascoltare Francesco Guccini, ed. Il Foglio, 2023; L’arte di Leonard Cohen, ed. Mimesis, 2022; Il laureato di Mike Nichols, Ed. Il Foglio, 2021) e di raccolte poetiche. Da sempre appassionato cultore della lingua e cultura ebraiche, è in procinto di ottenere un diploma post-laurea di Alta Formazione in Studi Ebraici.
Il tema della memoria è sempre stato al centro del suo lavoro: nel 2017 e 2018 ha ricevuto per due volte il Premio Nazionale per Cantastorie “Giovanna Daffini”. Nel 2024 è stato insignito a Roma del Premio alla Carriera “Omaggio a Pasolini”.
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