Aspettativa di vita per gli abitanti di Roma Est
Dopo una notte da incubo, a causa del tremendo incendio a Roma Est, che aveva reso l’aria irrespirabile, io e i miei familiari siamo fuggiti dalla città. Qualche giorno dopo, da Rieti, ho chiesto via mail al medico di famiglia: “Gentile dottoressa, é pericoloso restare nel nostro quartiere dopo l’incendio a Ponte Mammolo?”. La sua risposta: “Nessun problema a restare nel quartiere”. Al che, ho insistito: “Dicono che c’è diossina nell’aria”. Nuova risposta della gentile dottoressa: “Purtroppo un po’ è rimasta ma quella c’è sempre tanto”. Che bella consolazione! La diossina nell’aria del quartiere Colli Aniene e ovviamente in quelli limitrofi, c’è sempre. Vedete, io ho tanti anni sulle spalle e poiché sora morte corporale non sarà poi lontanissima, respirare, sempre, una certa quantità di diossina non mi terrorizza, ma le persone più giovani? E i bambini? E’ giusto preoccuparsi di stadi e tranvie e non, prima di tutto, della salute dei cittadini e soprattutto dei bambini? E non pensate che responsabili del disastro siano solo coloro che governano attualmente la Capitale. Il problema delle discariche abusive e dei roghi tossici esiste a Roma Est da moltissimi anni. Basti considerare che nel dicembre del 2019 Riccardo Formigli trasmise un’inchiesta inquietante, sconvolgente sulla “Terra dei fuochi” nei quartieri di Roma Est, affermando che gli abitanti avevano un’aspettativa di vita più bassa di tre anni rispetto a chi abitava in zone centrali, a causa dei cumuli di spazzatura e soprattutto dei frequenti roghi tossici. Il che significa che il problema risaliva a molti, molti anni addietro. Che aspettativa di vita avranno oggi gli abitanti della zona?
Renato Pierri