Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani, in considerazione del fatto che l’immissione in ruolo dei docenti viene sempre più ritardata da una serie di fattori quali laurea quinquennale, specializzazione (master, corsi di perfezionamento, dottorati di ricerca), precariato e tenendo conto del costo della vita in progressivo aumento, rimarca la necessità di intervenire presto sul tema della previdenza sociale per i docenti immessi in ruolo dopo il 2000. Dalle nostre stime risultano simulazioni apocalittiche relative alle pensioni reali, 500 euro medie, che verranno percepite dagli insegnanti a fine carriera. Quanto affermato è facilmente verificabile dai dati INPS.
Si precisa inoltre che molti insegnanti, sia da precari che di ruolo, sono costretti a decurtare gran parte del proprio stipendio perché impiegati presso istituti scolastici lontanissimi dalla propria sede di residenza, specie per le regioni del Centro – Nord. Inoltre da precari spendono somme considerevoli per formarsi ed arrivare all’agognato ruolo.
In pratica sia l’ingresso nel mondo del lavoro posticipato che l’erosione della propria disponibilità economica impediscono di ricorrere a una pensione integrativa; nel contempo il sistema previdenziale per com’è strutturato determinerà un esercito di nuovi poveri altamente formati.
Facciamo un piccolo esempio pratico: un docente fuorisede spende tra affitti, viaggi per ricongiungersi con i familiari, e bollette circa 10 mila euro in un anno. In dieci anni, come risulta per alcune classi di concorso particolarmente svantaggiate (A046 – discipline giuridiche ed economiche) bloccate dalla mobilità interprovinciale, l’importo è di 100 mila euro. Per non parlare di eventuali cure sanitarie.
In tali condizioni, il risparmio delle famiglie viene rapidamente corroso, risultando così impossibile programmare un futuro per sé stessi e per le proprie famiglie.
Il CNDDU invita il Governo e il ministro dell’Istruzione e del Merito, prof. Giuseppe Valditara, a valutare possibili interventi finalizzati al sostegno urgente dei redditi previdenziali degli insegnanti, dal momento che la situazione già molto problematica potrebbe diventare catastrofica per tantissime famiglie. Si potrebbero considerare di emanare un decreto legge per il rientro dei docenti fuorisede con dieci anni di ruolo e bonus aggiuntivi di 1000 euro annui destinati ai costi di sostentamento.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU