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L’Assunzione e l’ingenuità di un credente e di un non credente
Il 15 agosto la Chiesa cattolica festeggia l’Assunzione della Vergine Maria al cielo.  Guardate con quanta ingenuità il vescovo san Gregorio di Tours ( 538 ca.- 594), storico e agiografo gallo-romano, descriveva l’evento: «Infine, quando la beata Vergine, avendo completato il corso della sua esistenza terrena, stava per essere chiamata da questo mondo, tutti gli apostoli, provenienti dalle loro differenti regioni, si riunirono nella sua casa. Quando sentirono che essa stava per lasciare il mondo, vegliarono insieme con lei. Ma ecco che il Signore Gesù venne con i suoi angeli e, presa la sua anima, la consegnò all’arcangelo Michele e si allontanò. All’alba gli apostoli sollevarono il suo corpo su un giaciglio, lo deposero su un sepolcro e lo custodirono, in attesa della venuta del Signore. Ed ecco che per la seconda volta il Signore si presentò a loro, ordinò che il sacro corpo fosse preso e portato in Paradiso».
Il vescovo non si rendeva conto che tutta quella fantasia rendeva meno credibile l’evento.
Altrettanto ingenuo, però, il non credente Giorgio Odifreddi che nell’aprile del 2013 descriveva l’evento ai detenuti del carcere di Rebibbia: “Cerchiamo di capire che cosa vuol dire assunzione in cielo. Significa che la Madonna ad un certo punto si alza e se ne va”. E accompagnava le parole facendo un gesto con le braccia e un verso con la voce per simulare lo spostamento del corpo della Madonna dalla terra verso il cielo. Ma si può descrivere in tal modo l’evento?
Giorgio Odifredi pensava che quando nel Vangelo si parla del Padre che è nei cieli, significa che il Padre si trova per davvero in alto, lontano, fra le stelle? E pensava che bisogna necessariamente immaginare che assunzione in cielo significhi uno spostamento della madre di Gesù, una sorta di viaggio terra – cielo?
Ad ogni modo, vale la pena osservare che questo dogma, forse più di altri non trova nessun serio fondamento nelle Scritture. Gesù non dà alla sua mamma tutta l’importanza che le ha conferito la Chiesa.
Renato Pierri

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