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Ci ha lasciato Alain Delon: un vero uomo, l’ultimo dei francesi, o forse degli europei.
Ha sempre accompagnato il suo fascino virile con grande dignità e limpidezza di idee. Tuttavia, nonostante l’assoluta normalità del grande attore, la galassia woke della cancel culture lo ha reiteratamente attaccato: contestato e tacciato di omofobia dalle lobby Lgbtq+ perché corteggiava unicamente donne; odiato dalle femministe per i livelli troppo alti di testosterone e troppo bassi di estrogeni; esecrato dagli andrologici perché non affetto da disfunzioni erettili; detestato dai genetisti per l’impeccabile corredo genetico XY. Insomma, l’assenza di patologie sessuali che avrebbero potuto mettere in forse gusti e orientamenti sessuali, gli hanno paradossalmente complicato la vita. Tutto il contrario di ciò che accade oggi ai soggetti che dichiarano di sentirsi uomini o donne a seconda della dormita, della digestione o dei cambi meteorologici. E chicca sulla torta degli insulti, era finanche ritenuto xenofobo e razzista, perché voleva che i francesi restassero francesi. Fedele al suo credo sovranista, è deceduto manifestando il suo profondo disprezzo per la società odierna e le folli ideologie partorite dalle menti bacate che governano il mondo.

Gianni Toffali

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