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Iran: le proteste a livello nazionale del 19 agosto 2024 evidenziano l’aggravarsi della crisi economica e del lavoro

Proteste sono scoppiate in tutto l’Iran lunedì 19 agosto, quando pensionati, operatori sanitari e altri lavoratori hanno manifestato in più città, esprimendo la loro crescente frustrazione per la negazione da parte del regime iraniano dei diritti economici fondamentali e per le condizioni di lavoro. Le manifestazioni diffuse, che abbracciano vari settori, mostrano il crescente malcontento tra la popolazione iraniana.

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Ad Arak, nell’Iran centrale, gli operatori sanitari dell’Università di Scienze Mediche di Arak si sono uniti agli scioperi nazionali, manifestando in solidarietà con gli infermieri di tutto il Paese che chiedono salari più alti e migliori condizioni di lavoro. Gli scioperi ad Arak fanno parte di un movimento più ampio che ha visto gli operatori sanitari di diverse città, tra cui Ahvaz e Mashhad, scendere in piazza per protestare contro il persistente disprezzo del regime per le loro richieste.

Le proteste degli infermieri, scatenate dalla tragica morte dell’infermiera 32enne Parvaneh Mandani per superlavoro, si sono rapidamente diffuse in tutto l’Iran, unendo gli operatori sanitari nella richiesta di salari equi, migliori condizioni di lavoro e la fine degli straordinari obbligatori. Gli infermieri hanno organizzato scioperi nonostante la repressione del governo, esprimendo la loro frustrazione per la negligenza del regime. I loro cori, come “Abbiamo combattuto contro il Covid, ma non abbiamo ricevuto alcun sostegno”, evidenziano le gravi sfide che devono affrontare.

A Teheran, i pensionati della Compagnia di Telecomunicazioni dell’Iran (TCI) hanno manifestato nonostante la presenza delle forze di sicurezza, chiedendo pensioni più alte e condizioni di vita essenziali. Questi pensionati, molti dei quali hanno lavorato per decenni nel settore, sono sempre più frustrati dal fallimento del governo nell’affrontare le loro difficoltà economiche. Proteste simili sono state segnalate a Sanandaj, Kermanshah, Rasht e Isfahan, dove i dipendenti in pensione della TCI hanno organizzato manifestazioni con le stesse richieste.

A Zahedan, nel sud-est dell’Iran, i lavoratori dell’azienda Sakht Kooshan, affiliata alla municipalità locale, hanno organizzato una protesta davanti alla sede della loro azienda. I lavoratori, che non vengono pagati da cinque mesi, hanno chiesto il pagamento immediato dei salari arretrati. Questa protesta evidenzia le gravi pressioni economiche cui devono far fronte i lavoratori della regione, dove i ritardi salariali e le cattive condizioni di lavoro sono diventati fin troppo comuni.

A Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, i proprietari terrieri del distretto di Khavaran hanno protestato davanti al palazzo municipale, chiedendo al governo di mantenere le sue promesse di consegnare delle case. Le lamentele dei proprietari terrieri riflettono problemi più ampi di corruzione e cattiva gestione all’interno del governo, che ha ripetutamente mancato di rispettare i propri impegni.

Nel frattempo, i residenti della contea di Dana, nella provincia di Kohgiluyeh e Boyer-Ahmad, hanno continuato a protestare contro la decisione del governo di trasferire la gestione della contea a Isfahan. La decisione ha suscitato indignazione tra i locali, che la vedono come un tentativo da parte del regime di emarginare ulteriormente la loro comunità.

A Bushehr, nel sud-ovest dell’Iran, i dipendenti della Fajr Jam Gas Refining Company hanno organizzato una protesta, aggiungendo le loro voci al crescente coro di malcontento in tutta la nazione. I lavoratori chiedono salari equi e migliori condizioni di lavoro, riflettendo la più ampia crisi economica che ha attanagliato il Paese.

Le proteste del 19 agosto sono la continuazione di una serie di scioperi e manifestazioni che si sono diffuse in tutto l’Iran nelle ultime settimane. Nonostante i tentativi del regime di reprimerle, i manifestanti rimangono imperterriti, chiedendo non solo riforme economiche, ma un cambiamento fondamentale che possa porre fine alla corruzione sistemica e alla cattiva gestione che hanno afflitto le loro vite per decenni. Il popolo iraniano è sempre più unito nella richiesta di un futuro in cui i suoi diritti siano rispettati e i suoi bisogni primari siano soddisfatti, segnalando un movimento crescente che cerca di rivedere il sistema politico ed economico del Paese.

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