Un fantasma dispettoso a Rieti
Fuggiti da Roma a causa dell’ennesimo incendio dell’ennesima discarica abusiva, che aveva reso l’aria irrespirabile, io, mia moglie e una figlia ci siamo rifugiati in una casa a Rieti, presa in affitto per cinque giorni. Ma non era una delle solite case che si affittano per le vacanze. Era un appartamento dove sembrava ci fosse vissuto per lungo tempo qualcuno che se l’era arredato con amore. Sicuramente una signora. Ho ancora impresso nella mente un quadretto in cucina raffigurante dei fiori rosa, molto grazioso. Belle tende ricamate, bei mobili. Però, credo ci fosse anche un fantasma in quella casa, che non gradiva la nostra presenza. Il letto di mia figlia pendeva da una parte e poco c’è mancato che durante la notte non si sia ritrovata per terra. Il mio letto, invece, in ferro battuto, un po’ alla volta camminava e si allontanava dal muro. Una sera mi è rimasta in mano la maniglia di una porta. Lo sportello del frigorifero non chiudeva bene e il latte è andato a male. Ma la cosa più tragica, si fa per dire ovviamente, è stato il crollo improvviso del tavolo sul quale mia figlia aveva disposto il computer per lavorare. Per fortuna ho sentito il rumore del legno che scricchiolava e sono riuscito ad afferrare l’apparecchio, mentre mia figlia con le ginocchia tentava di trattenere il piano del tavolo fermamente deciso a raggiungere il pavimento. Ad ogni modo, nonostante i dispettucci del fantasma, mi è dispiaciuto lasciare l’appartamento. Un po’ meno dispiacere nel lasciare Rieti. Mi è piaciuto il centro storico. Ma a chi sarà venuto in mente di installare sulla facciata di una chiesa, una gigantesca stella cometa? Un pugno in un occhio. Un po’ di abbandono nel resto della città. Nelle aiuole sotto gli alberi non ho visto né erba né fiori. Abbiamo mangiato un’ottima pizza, frutta buona e un gelato buono.
Non so se tornerò a Rieti, ma se dovessi tornarci cercherò di prendere nuovamente in affitto la casa col fantasma dispettoso.
Renato Pierri