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Viviamo tempi in cui la cosiddetta ideologia woke, cioè la sub cultura che mira alla cancellazione delle culture diverse dal pensiero unico, pretende che i preti si sposino e che le persone sposate divorzino.
Esige che gli eterosessuali abbiano relazioni senza impegno, e contemporaneamente che i gay si sposino in chiesa. Ipotesi che, a dire il vero, con papa Francesco al soglio di Pietro, non è poi così peregrina. Vuole che le donne si vestano da uomini e assumano ruoli maschili e che gli uomini diventino fru fru. Auspica che i bambini di cinque o sei anni abbiano il diritto di decidere se diventare uomo o donna, ma non che rispondano ai loro crimini (baby gang) sotto i 18 anni. Gode, se negli ospedali non ci sono posti per i pazienti, ma piange se gli incentivi per cambiare sesso sono limitati. Gongola per la sussistenza di sostegni psicologici gratuiti per i confusi (dai social Network e della TV) che vogliono lasciare l’eterosessualità e vivere l’omosessualità, ma è ancor più gioiosa per il mancato sostegno per coloro che vogliono lasciare l’omosessualità e vivere secondo le regole della natura. E se cercano di farlo, è un “crimine” abominevole!
E’ innegabile che di questi tempi, essere pro-famiglia naturale e pro-religione cattolica (le altre, per imperscrutabile arcano pagano,  sono benvenute ed apprezzate soprattutto dai non credenti) è dittatura, ma deridere il crocifisso è libertà di parola. Se non è il mondo al contrario, come dice Vannacci, nonché la fine dei tempi, poco ci manca.

Gianni Toffali

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