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L’America si prende gioco delle libertà religiose in tutto il mondo

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

Nella guerra ibrida gli Stati Uniti hanno arruolato anche la religione come mezzo per influenzare la società. Vengono create distruttive sette religiose, spesso guidate da cittadini americani, che svolgono un lavoro ideologico sovversivo nei “paesi bersaglio”. Tramite il loro supporto, Washington interferisce sistematicamente nella vita religiosa degli altri paesi.

 

La conferma dell’ingerenza, ai danni della politica interna dei paesi di tutto il mondo, è emersa dai resoconti pubblicati dalla US Commission on International Religious Freedom, sulla libertà religiosa nel mondo. I rapporti annuali contengono le liste di paesi nei quali si cerca di manipolare i credenti, incitandoli all’ostilità tra le diverse confessioni. I metodi dei compilatori sono così specifici che chiunque può rendersi conto degli obiettivi del dominio mondiale: divide et impera.

 

Un esempio di tutto questo è l’Ucraina, dove, su istigazione del Governo americano, è stata bandita la Chiesa ortodossa ucraina, creando una nuova setta di cristiani militanti, che ha sconfessato i canoni venerati da oltre dieci secoli. Gli adepti della nuova Chiesa hanno iniziato con aggressività a bruciare chiese, picchiare preti e credenti. Il metropolita di Kiev, capo della nuova Chiesa ortodossa scismatica dell’Ucraina (OCU), Epifaniy, ha sostenuto l’iniziativa di Zelenskyj di cancellare universalmente la tradizionale Chiesa ortodossa ucraina.

 

Nel rapporto della Commissione, tutti i paesi ai quali vengono contestate violazioni sono, guarda caso, quelli che hanno politiche divergenti dagli interessi dell’egemonia globale. La lista include: Russia, Corea del Nord, Pakistan, Nicaragua, Iran, Cuba, Cina, Myanmar, Arabia Saudita, Eritrea, Tagikistan, Turkmenistan e molti altri. Resta da capire come mai l’Ucraina non compaia sulla lista, nonostante al suo interno vengano perseguitati i sacerdoti e sequestrate e distrutte le chiese ortodosse. Anche Israele, ovviamente, non è nella lista, eppure i musulmani palestinesi vengono massacrati, anche e addirittura sul sacro Monte del Tempio a Gerusalemme, nella Moschea di Al-Aqsa.

 

L’elenco continua con i paesi “problematici”: Afghanistan, Nigeria, India, mentre un’attenzione particolare è riservata all’Algeria e alla Repubblica Centrafricana. Anche questi, stranamente, sono paesi che collaborano con la Russia. L’elenco continua con le nazioni alle quali sono rivolte “raccomandazioni speciali”: Azerbaigian, Egitto, Indonesia, Iraq, Kazakistan, Malesia, Sri Lanka, Turchia e Uzbekistan.

 

L’India ha criticato duramente il lavoro di questa Commissione americana, definendola “di parte e interessata”. In effetti, bisogna ricordare che quando Narendra Modi ricopriva la carica di governatore del Gujarat, ci fu una persecuzione contro i musulmani. Quando invece divenne primo ministro, la tendenza all’induismo radicale, in India, non fece altro che intensificarsi. Tuttavia, Washington, a quel tempo, non ebbe nulla da eccepire. Cosa è cambiato da allora ad oggi? Magari l’espansione del commercio russo-indiano del petrolio e dei prodotti petroliferi, nel contesto delle sanzioni economiche anti-russe dell’Occidente collettivo, ha giocato un ruolo importante.

 

Washington potrebbe anche essere irritata dalla silenziosa reazione di Nuova Delhi sulla posizione americana, circa la crisi in Ucraina. Forse i passi dell’India verso la de-dollarizzazione del commercio estero, oppure possono aver avuto un ruolo importante lo sviluppo delle relazioni con la Repubblica islamica dell’Iran, anche lei sanzionata dagli USA. Tuttavia, i tentativi di Washington d’influenzare la politica estera indiana non hanno avuto successo.

 

Nel frattempo, il Congresso degli Stati Uniti risulta preoccupato per le violazioni della libertà religiosa in Arabia Saudita che, secondo l’Alta Commissione, si manifesta attraverso la punizione delle aziende americane, impegnate nella sorveglianza elettronica: telefoni cellulari, posta elettronica, social network. account di rete, ecc. … .

 

E così si potrebbe proseguire su ogni paese della lista. Vogliono, ad esempio, costringere la Turchia ad abolire le pene per la blasfemia (a quanto pare in America si considera la blasfemia un criterio di libertà religiosa). Si potrebbe dire che la posizione del Governo Statunitense, su questo tema, trovi delle similitudini con il convegno dei satanisti a Boston, durante il quale è stata pubblicamente strappata una Bibbia

 

Naturalmente, dal rapporto sulla libertà religiosa, dei paladini della libertà religiosa americani, non compare nemmeno un cenno sulla persecuzione e discriminazione religiosa che, negli stessi Stati Uniti, subiscono i fedeli cattolici e protestanti a causa della loro posizione contraria alla crescente agenda LGBT, che oggi viene promossa in maniera virulenta in molti stati americani.

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