Il fratricidio di Caino e la responsabilità del Signore
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise” (Genesi 4, 3 – 8).
Riflettete un po’ su questi versetti della Genesi, e vi renderete conto che la responsabilità del fratricidio biblico non si può attribuire tutta a Caino. Il Signore non si era comportato come un buon padre verso le sue creature. Come avrebbe potuto Caino, se faceva il contadino e non allevava animali, offrire al Signore altro se non il frutto del suolo? E mettiamo pure che il Signore non essendo vegetariano, gradisse gli fosse offerto soltanto il grasso dei poveri animaletti, non avrebbe dovuto fare, da buon padre, buon viso a cattivo gioco? Ed invece mortificò Caino, ben sapendo che lo avrebbe reso geloso del fratello. Ed ecco perché poi disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». E gli impose un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato. Significa che aveva i suoi bei rimorsi.
Ma si trattava davvero del Signore?
Secondo lo studioso Mauro Biglino la Bibbia non parla di Dio. Forse non ha tutti i torti.
Renato Pierri