Advertisement

ALTRO RUMORE POI IL CONTINUUM TRAGICO

La civiltà occidentale, nella prosecuzione di un iter dal quale l’orientale sembra essere solo apparentemente distante, va rafforzando nel presente tempo quell’orientamento di obiettivi che lo scrittore tedesco di lingua inglese Charles Bukoski (Andemach 1920 – San Pedro 1994) già decenni fa così sintetizzava efficacemente: “Non c’è nient’altro da fare che bere, mangiare, scopare, drogarsi e ammazzare”. Era da considerarsi lo specchio della depravazione della vita urbana e della difficile esistenza degli oppressi nella società americana. Oggi quello specchio è andato ampliandosi investendo ovunque ogni categoria, richiederebbe pertanto ben altra analisi. Comunque restano quelli gli obiettivi.                                                            Così, stampa, televisione e social si riempiono di uccisioni assurde, di gossip che vanno anche oltre il privato, si allargano alla sfera politica. Oppure la politica furtivamente si inserisce? E diventa appetitosa materia satirica per vignettisti che sferzano chi, a causa anche di vendette politiche, viene fatto balzare all’attenzione per certo modus vivendi. Certo, non è una novità della nostra era lasciarsi malaccortamente prendere dai piaceri di Venere. Tanto per dar memoria, ricordiamo qualche personaggio antico, diciamo che anche Giulio Cesare venne da Cleopatra preso, oltre che da altre, e dopo di lui Marco Antonio, e poi, nel corso delle varie ere precedenti e posteriori, tanti ancora di ogni genere si lasciarono prendere. Personaggi d’altro tempo, di spessore diverso, soggetti, però, pur essi a commenti satirici: basti pensare a quelli della plebe romana.                                                                                                                                  Per tornare a noi, sulla vicenda di un Ministro, messo quasi alla berlina dall’amante per un promesso incarico non concesso, sono nella scorsa settimana passati in secondo piano, oltre a tante situazioni difficili, i grossi problemi delle guerre ancora in atto, quindi irrisolte, le quali continuano, purtroppo, a seguire il solito loro costume, a provocare drammi e rovine. Breve pausa e sono tornate tragicamente in scena la guerra russo-ucraina e quella in Medio Oriente. Droni dall’una parte e dall’altra, vittime anche civili. Zelensky continua ripetutamente a chiedere armi, e anche Netanyahu. Discutono Usa e Nato sull’invio di armamenti, ricevono pressioni, altrettanto gli altri Stati pro Ucraina e pro Israele.                                                                                                                               Intanto l’obiettivo della Cina e quindi anche di Putin si sposta nel Mar del Giappone dove annunciano di voler effettuare operazioni navali congiunte per approfondire il livello di cooperazione strategica tra i due eserciti e migliorare la capacità di affrontare in modo congiunto le minacce della sicurezza. Nel frattempo Xi e Putin fanno gli auguri a Kim Jong-un per il 76°anno della Corea del Nord, e possiamo comprendere quanto siano gli auguri volti a certi obiettivi. Come si vede, l’alleanza regge, e la Russia si interessa anche all’Arabia Saudita dove il Ministro degli Esteri Lavrov avrà una serie di incontri con Bahrein, Qatar, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e, ovviamente, Arabia Saudita. Si rileva una tessitura abbastanza ampia su cui può la Russia contare. E ciò mentre al Forum di Cernobbio Zelensky annuncia a Biden e ai candidati presidenziali Harris e Trump il nuovo piano di pace da lui chiamato “Piano per la vittoria dell’Ucraina”. Ci sarebbe da discutere molto su questa definizione, su “per la vittoria dell’Ucraina”.                                                                                                                    In Medio Oriente fiamme, atrocità ancora tra Israele e Hamas, raid da entrambe le parti ammazzano innocenti. E sono implicati altri Stati. Di recente l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha temuto che i raid potessero prendere di mira anche i depositi di missili poco distanti dall’aeroporto militare di Shayrat. Di volta in volta poi si tentano sì accordi per la liberazione degli ostaggi prima che vengano uccisi, com’è anche ultimamente per alcuni accaduto, ma finiscono in un nulla di fatto. Intanto Volker Turk, alto Commissario Onu per i diritti umani, condanna “il palese disprezzo di Israele” per il diritto internazionale nei territori palestinesi occupati, affermando che la situazione “va affrontata in modo completo”. Ed è nuovamente rimbalzata la drammatica realtà di Gaza devastata, dove non esiste neppure la possibilità di andare a scuola perché gli edifici scolastici sono diventati rifugio di coloro che non hanno casa. Dramma maggiore per gli ospedali, agibili solo 5 su 36. Il conflitto è in tutto il Medio Oriente, si è espanso, va ancora espandendosi.                                                                                               Cui prodest bellum? A nessuno: non a chi subisce la guerra e neppure a chi la provoca. Non si è dalle prime età compreso, non si pone lo stop definitivo, cresce il pericolo della fine a causa delle armi tecnologiche. Ma vogliamo darci speranza tornando alla bellezza della quotidianità della pace con la poesia Vermeer di Wislawa Szymborska, non solo omaggio al pittore olandese: “Finché quella donna del Rijksmuseum/ nel silenzio dipinto e in raccoglimento/ giorno dopo giorno versa/ il latte dalla brocca nella scodella,/ il Mondo non merita/la fine del mondo”.

Advertisement

Antonietta Benagiano

Advertisement
Articolo precedenteArte in gioco
Articolo successivoClara Moroni: torna con due classici del suo catalogo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui