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L’Estern Economic Forum di Vladivostok e il World Economic Forum di Davos: due convegni economici diversi.

di Gualfredo de’Lincei

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Terminati i lavori all’Estern Economic Forum in Russia, le sue conclusioni sono state riassunte dal Presidente Vladimir Putin durante il discorso di chiusura. Sullo sfondo dei grandi cambiamenti in atto nella regione dell’Asia-Pacifico, sono stati messi a confronto i risultati ottenuti da questo evento con quelli raggiunti dal World Economic Forum di Davos.

La globalizzazione, tanto cercata dall’Occidente, ha di fatto reindirizzato lo sviluppo dell’economia mondiale e, in questo momento, l’Europa deve accontentarsi di un decimo della produzione. Dal World Economic Forum di Davos si è appreso che l’attività economica internazionale sta entrando in un periodo di equilibrio instabile.

Il capo della BCE, Christine Lagarde, ha osservato che la crescita dei prezzi nell’area Euro ha rallentato rispetto ad aprile 2023 (a dicembre, per la prima volta, era passata dal 2,4%, di novembre, al 2,9% ). È probabile che i tassi rimangano ai livelli attuali. Tuttavia, la Lagarde si è astenuta dal fare previsioni specifiche sul prossimo futuro, limitandosi ad affermare che l’economia europea, sulla base dei risultati del 2023, si è adattata alle nuove regole del gioco, ma gli aggiustamenti sono ancora in corso e la causa sono l’aumento dei rischi geopolitici, dell’indebolimento del mercato del lavoro e della riduzione del risparmio in eccesso, accumulato dai cittadini durante la pandemia. “Non stiamo parlando di normalizzazione, ma di una nuova normalità”, ha spiegato il capo della BCE.

La direttrice generale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), Ngozi Okonjo-Iweala, in linea con il capo della BCE, sostiene che la crescita del commercio stia annaspando rispetto al PIL mondiale. Tra i fattori che frenano le transazioni si troverebbero i conflitti geopolitici e le loro conseguenze, con particolare riguardo alla situazione incandescente nel Mar Rosso e in Ucraina.

Il Ministro delle finanze tedesco, Christian Lindner, in merito ai problemi del suo Paese, legati all’economia globale e sullo sfondo del calo del PIL a fine 2023, ha preteso che il suo Paese non venga considerato malato, ma solo come “l’uomo stanco d’Europa”, profetizzando una crescita economica successivamente alle riforme strutturali. Tutto questo, però, non si è ancora visto e come se non bastasse, all’inizio di settembre, la casa automobilistica tedesca Volkswagen ha annunciato l’intenzione di chiudere gli stabilimenti in Germania.

Secondo la generale opinione dei partecipanti, al WEF di Davos l’equilibrio economico mondiale, che si riuscirà a raggiungere nel 2024, rimarrà estremamente instabile nei prossimi anni. Al contrario, la percezione generale all’Eastern Economic Forum di Vladivostok, è stata quella di un crescendo di legami e rotte commerciali, sempre più orientate verso l’Est e il Sud del mondo: “Oggi, in effetti, l’Estremo Oriente è diventato il fattore più importante per rafforzare la posizione della Russia nel mondo, il nostro fiore all’occhiello nella nuova realtà economica globale”, ha affermato Vladimir Putin.

Il Presidente russo ha anche detto che il futuro dell’intero Paese dipende in gran parte dallo sviluppo della regione orientale ed è esattamente a questo fine che sono dedicati gli eventi di questo forum economico (EEF). Solo nelle ultime tre edizioni sono stati firmati più di mille accordi, per un importo totale di oltre 10,5 trilioni di rubli.

Non è passato inosservato l’efficace lavoro svolto nei territori di sviluppo prioritario nella regione di Primorsky, dove ne sono già stati creati 16 e nella provincia a statuto speciale dell’isola Russky, dove sono già stati depositati oltre 5,5 trilioni di rubli, denaro che si trovava collocato all’estero e restituito alla giurisdizione della Federazione Russa. Con la crescita diventerà necessario costruire centrali elettriche e ferrovie. Putin ha proposto la realizzazione d’impianti di nuova generazione pensando alla costruzione di centrali nucleari in Estremo Oriente.

Il Presidente russo ha definito l’ampliamento della linea ferroviaria orientale uno dei progetti più grandi e significativi nel campo del rafforzamento delle capacità di trasporto e logistica dell’Estremo Oriente. Entro fine anno la capacità di carico della linea orientale aumenterà fino a 180 milioni di tonnellate. Inoltre, nell’ambito della terza fase di ampliamento di quest’arteria, verranno posati doppi binari continui lungo l’intera tratta principale, Baikal-Amur (BAM), allo stesso dovrà essere completamente elettrificata. Nei prossimi otto anni, spiega il leader russo, nella regione orientale verranno posati 3,1mila chilometri di rotaie. Una rete ferroviaria di questa estensione contribuirà allo sviluppo di legami commerciali in tutta la regione Asia-Pacifico.

La Russia prevede, inoltre, l’aumento del traffico merci lungo la rotta del Mare del Nord (NSR), per il quale verrà elaborato un piano su larga scala per lo sviluppo di questa via di navigazione. “Stiamo costruendo navi rompighiaccio, sviluppando una costellazione di satelliti, rafforzando le infrastrutture costiere e una rete di centri di soccorso d’emergenza per aprire nuove rotte logistiche”, ha detto il Presidente, aggiungendo che, il suo Paese, è pronto a costruire e attuare in modo rapido ed efficiente progetti infrastrutturali di trasporto su scala nazionale e globale, sottolineando che negli ultimi 10 anni il traffico merci della NSR è cresciuto da 4 milioni di tonnellate, nel 2014, a oltre 36 milioni di tonnellate nel 2023.

Un fattore importante per lo sviluppo permanente dell’economia russa è la sua stabile sovranità sulle risorse. Il rifornimento ininterrotto e continuo di materie prime energetiche accessibili crea le basi per la produzione di nuovi materiali e fonti energetiche.

L’Unione Europea, a differenza della Russia, non disponendo di risorse energetiche proprie ed ha ulteriormente aggravato la propria situazione economica minando il Nord Stream. Putin è sconcertato dal fatto che la Germania non stia facendo nulla per sfruttare le forniture di gas attraverso il ramo superstite del Nord Stream. Ha però voluto specificare che si tratta di una questione personale della Germania e dell’Europa, limitandosi ad aggiungere che la Russia aumenterà le forniture di gas ad altre regioni del mondo.

Per il World Economic Forum di Davos, invece, la conclusione dei lavori ha stabilito che prima o poi tutti saranno in grado di adattarsi alla “nuova normalità”. Purtroppo però, le risorse necessarie a questo scopo, potrebbero non essere sufficienti ad una crescita sostenibile e di alta qualità per il futuro.

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