STOP CASTELLER – LNDC ANIMAL PROTECTION – RETE DEI SANTUARI DI ANIMALI LIBERI
Orsi in Trentino: contro le politiche della giunta provinciale nuova manifestazione sabato 21 settembre a Trento promossa da StopCasteller, Lndc Animal Protection e Rete dei santuari di animali liberi
Francesca Manzini: “A due mesi dall’uccisione ‘legalizzata’ di mamma orsa KJ1 vogliamo ribadire le responsabilità politiche di una classe dirigente che ha fatto del tiro al bersaglio all’orso il fil rouge della propria agenda politica, per favorire gli interessi della zootecnia”
“Dalla reintroduzione in Trentino, 68 gli orsi morti, uccisi o scomparsi, molti vittime del ‘fàr e tasèr’, il ‘fare e tacere’: il bracconaggio mai denunciato dalle istituzioni e da ISPRA. Uno sterminio ‘dal basso’ che renderà l’estinzione auspicata dalla giunta una possibilità concreta”
L’avvocato Paolo Letrari di LNDC Animal Protection: “La PAT non ha esitato a eseguire l’uccisione anche in presenza di una misura cautelare. La nostra battaglia per riaffermare l’illegittimità costituzionale della legge provinciale 9 del 2018 non è finita”
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Sabato 21 settembre tornano in piazza a Trento gli attivisti della Campagna StopCasteller che, da quattro anni, si oppongono alle politiche ursicide della giunta trentina, auspicando nuove modalità di convivenza con l’orso. Il concentramento del corteo, organizzato con LNDC – Animal Protection e Rete dei santuari di Animali liberi, sarà alle ore 14 in piazza Duomo con conclusione davanti al Castello del Buon Consiglio, in piazza Mostra.
“A due mesi dall’uccisione ‘legalizzata’ di mamma orsa KJ1, l’obiettivo – spiega Francesca Manzini, portavoce della campagna – è quello di ribadire le responsabilità politiche di una classe dirigente che ha fatto del tiro al bersaglio all’orso il fil rouge della propria agenda politica e che altera la verità sfruttando la paura della gente per favorire gli interessi del comparto zootecnico e di chi vorrebbe la montagna di dominio esclusivo dell’uomo. Dalla reintroduzione dell’orso in Trentino a oggi – continua Manzini – sono 68 gli orsi morti, uccisi o scomparsi. Fra questi un numero imprecisato è vittima del ‘fàr e tasèr’, il ‘fare e tacere’: il bracconaggio diffuso mai denunciato dalle istituzioni. Uno sterminio ‘dal basso’ a cui si allude sempre più esplicitamente nei commenti degli utenti sotto i post social dei più alti membri del governo provinciale, ma che nessuno denuncia, tanto meno le istituzioni. Anche ISPRA, con le sue concessioni, colpevolmente ammanta di scientificità il proposito della giunta Fugatti di decimare una popolazione animale già estremamente fragile e isolata, e rende l’estinzione una possibilità concreta”.
“L’impegno portato avanti negli ultimi anni da LNDC Animal Protection per contrastare in sede di giudiziale gli ordini di abbattimento degli orsi in Trentino – sostiene l’avvocato Paolo Letrari, responsabile Grandi Carnivori di LNDC Animal Protection – ha prodotto un’importante sequenza di pronunce dei giudici amministrativi che ha ostacolato di fatto la volontà politica dell’amministrazione trentina di ottenere con questi strumenti una riduzione del numero di orsi presenti sul territorio. Per questa ragione, forse, si è assistito a un cambio di strategia della PAT, rappresentata dal Presidente Fugatti, che nel caso più recente non ha esitato a porre in esecuzione l’ordine di uccisione anche in presenza di una misura cautelare di sospensione disposta dal TRGA di Trento. Per questa ragione LNDC Animal Protection ha formulato anche per l’abbattimento di KJ1 (come già aveva fatto per il caso di M90) una richiesta di risarcimento danni a carico della PAT, per far sì che il TRGA di Trento sia comunque chiamato a pronunciarsi in merito alla denunciata illegittimità dei provvedimenti di abbattimento. Nei nostri vari ricorsi abbiamo anche sollevato la questione di legittimità costituzionale della Legge Provinciale n. 9/2018 che attribuisce al Presidente PAT il potere di emettere i decreti di abbattimento o cattura di orsi e lupi, in deroga alle norme nazionali e UE. La nostra battaglia per riaffermare il principio di primazia del diritto eurounitario in questa importante materia non è quindi finita e, vale la pena di ricordarlo, ci vede impegnati anche avanti alla Corte di Giustizia dell’Unione europea, dove ancora pende il giudizio che deciderà la sorte di JJ4”.
“Solo nell’ultimo anno e mezzo – aggiunge Francesca Manzini – sono stati almeno quattro i casi di orsi ricercati dalla Provincia autonoma di Trento e poi misteriosamente rinvenuti morti. Di questi il più inquietante è quello dell’orsa Fiona-F36 che da poche settimane era stata munita di radiocollare. L’autopsia ha confermato che l’orsa è stata uccisa a fucilate da mano esperta. I responsabili si sono premurati di occultare ogni traccia rasando la zona cutanea della ferita per poi estrarre il proiettile. Purtroppo siamo di fronte a una impenetrabile opacità delle attività delle istituzioni coinvolte e alla colpevole omertà da parte di chi sa perfettamente cosa sta succedendo ma non parla. Di questo passo, quanti saranno gli orsi rimasti in vita prima del prossimo campionamento previsto per l’estate 2025?”.
“Nonostante le innegabili difficoltà di portare avanti una battaglia di civiltà così divisiva – conclude la portavoce di StopCasteller – , noi ci siamo e daremo sempre battaglia affinché prevalga una cultura e una prassi della convivenza che tengano conto delle vite di tutti, umani e animali. Alla giunta diciamo che presto o tardi le cose cambieranno: le politiche fondate sullo sfruttamento, del territorio, delle risorse, delle vite animali e umane, sono obsolete e insostenibili. Alla fine le persone apriranno gli occhi e vi toglieranno quel potere che a cui state aggrappati con tanto accanimento”.
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