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FOTO Installation View “Anche in un castello si può cadere”, mostra finale del progetto di residenza Wonderful! Art Research Program, 2024 – 1st edition Maria Manetti Shrem, Manifattura Tabacchi, courtesy Museo Novecento Firenze, ph. Leonardo Morfini
Firenze, 28 settembre 2024 – Museo Novecento presenta negli spazi del Caveau della Manifattura Tabacchi Anche in un castello si può cadere, mostra finale del progetto di residenza WONDERFUL! Art Research Program 1st edition 2024 – Maria Manetti Shrem. Curata da Benedetta Casini, l’esposizione presenta nei suggestivi spazi dell’ex fabbrica il lavoro degli artisti Friedrich Andreoni, Lucia Cantò, Benedetta Fioravanti e Giovanna Repetto. WONDERFUL! Art Research Program è un progetto ideato dal Museo Novecento con la Direzione artistica di Sergio Risaliti e la curatela di Stefania Rispoli, nato per offrire l’opportunità a giovani artisti e curatori operanti in Italia di vivere per un periodo di oltre sei mesi a Firenze, città che per secoli è stata fucina di idee, fonte di ispirazione e casa per gli artisti. Il progetto è pensato per dare spazio e tempo alla crescita artistica e professionale tramite la messa a disposizione di una residenza, uno studio, una borsa di studio e un programma di formazione. La prima edizione del programma di residenza è stata realizzata nell’anno del decimo anniversario del Museo Novecento, grazie al supporto della mecenate Maria Manetti Shrem e alla collaborazione con Manifattura Tabacchi e la Fondazione Claudia Cardinale. “Sostenere i giovani talenti nella creazione di opere d’arte che abbiano un impatto sulla nostra società mi dà una gioia immensa. – ha detto la filantropa Maria Manetti-Shrem – Il nostro programma, senza precedenti in Italia, offre sei mesi di ampio sostegno a quattro giovani artisti selezionati e a un curatore in un museo. Siamo anche orgogliosi di includere due studenti del Dipartimento di Storia dell’Arte della UC Davis, classificato come il terzo college pubblico in America dal Wall Street Journal e il dodicesimo tra tutti i college americani. Firenze, rinomata per il suo patrimonio rinascimentale, continua a essere una destinazione globale per le scienze umane e le arti, che celebra la creatività storica e contemporanea”. “La prima edizione del bando WONDERFUL! Art Research Program è stata accolta con grandissimo interesse e successo: sono arrivate oltre 170 candidature da giovani artisti e curatori residenti in tutta Italia. – ha detto il direttore del Museo Novecento Sergio Risaliti – La fase di analisi e selezione, condotta assieme alle curatrici Eva Francioli e Stefania Rispoli, ha richiesto tempo e ha portato a una rosa finale composta dagli artisti Friedrich Andreoni, Lucia Cantò, Benedetta Fioravanti e Giovanna Repetto e dalla curatrice Benedetta Casini. Il sistema dell’arte italiano fatica nel sostenere ricerca e sperimentazione, quindi offrire residenze e un aiuto tangibile alle nuove generazioni di artisti e di curatori rappresenta un ulteriore successo nella politica culturale cittadina. Questa è la vera Firenze rinascimentale, quella che dimostra  nei fatti di essere ancora laboratorio e casa delle avanguardie e non vetrina e palcoscenico di passaggio. Decisiva è stata la generosa collaborazione con Maria Manetti Shrem grazie al cui contributo possiamo avviare il primo ciclo WONDERFUL! Art Research Program 2024. La sua sensibilità e passione per il futuro e l’arte siano di esempio per tanti.” “Questi sei mesi di residenza sono stati intensi e hanno rappresentato un momento di crescita per ciascuno di noi, in particolar modo per il Museo, la sua comunità e la sua storia. – ha detto Stefania Rispoli, curatrice del progetto di residenza – È stato un percorso emotivamente e professionalmente molto denso, fatto di soddisfazioni e anche di inciampi, momenti di ripensamento e riflessione attorno al tema della formazione, della convivenza, dello spazio domestico, del fare ricerca insieme ad altri artisti e del valore della curatela. Abbiamo appreso molto da tutte le persone e le realtà culturali, pubbliche e private, che hanno collaborato al programma di formazione e soprattutto da questo primo gruppo di artisti e dalla curatrice in residenza, molto propositivi, concentrati e generosi nella condivisione. La mostra alla Manifattura è un’istantanea del loro percorso artistico di ricerca, non è il punto di arrivo di questi mesi ma solo una tappa in cui respirare e celebrare il lavoro di ciascuno di loro.” All’interno dei loro appartamenti al Museo Novecento e degli studi in Manifattura Tabacchi, gli artisti e la curatrice in residenza hanno incontrato professionisti, artisti, curatori e molte persone che hanno condiviso con loro esperienze e momenti di studio e ricerca. A questo programma si sono aggiunte visite a luoghi d’eccezione del territorio e due settimane di residenza in Francia, a Nemours presso la Fondazione Claudia Cardinale. La mostra nel Caveau di Manifattura Tabacchi è una delle tante restituzioni possibili di un intenso percorso di studio, ricerca e scoperta. Come racconta la curatrice della mostra Benedetta Casini: “Il titolo della mostra Anche in un castello si può cadere allude alla caduta intesa come evento inaspettato, un inciampo in un percorso apparentemente privo di ostacoli che apre la possibilità di uno sguardo capovolto, diretto alle profondità di luoghi sconosciuti, talvolta inospitali. Il pubblico è invitato ad addentrarsi negli spazi del Caveau di Manifattura Tabacchi, utilizzati per la prima volta come sede espositiva. Attualmente adibito alla conservazione degli oggetti che raccontano la vita della fabbrica e destinato ad una imminente trasformazione, Il Caveau è un luogo liminale, sospeso fra passato e futuro. I lavori in mostra vi si inseriscono come apparizioni inaspettate, accogliendo la sfida della densità storica e simbolica che abita l’edificio. D’altronde se c’è un elemento che accomuna i quattro artisti, è proprio lo spessore della loro pratica, la capacità di attingere alle profondità dell’inconscio, del sommerso, per estrarne produzioni pregnanti, dal forte valore evocativo. Altro elemento ricorrente, anche se mai esplicito o scontato, è il riferimento al contatto fra i corpi che ritorna in tutti i lavori in mostra. Il corpo è interrogato nel suo essere veicolo di comunicazione sensibile con l’altro, ma anche involucro identitario, entro i cui confini si definisce il sé. Non è casuale che, pur in modi profondamente diversi, gli artisti che hanno condiviso in questi mesi lo spazio e il tempo dell’abitare dirigano lo sguardo sulla nozione di contatto, di soglia, quella porzione di spazio liminale che separa l’Io e l’Altro”. Un sentito ringraziamento va alla filantropa Maria Manetti Shrem, che ha sostenuto il progetto, alla Fondazione Claudia Cardinale e in particolare a Claudia Squitieri e Perrine Gamot per aver collaborato con grande generosità e passione alla residenza, a tutti i professionisti, le istituzioni, i musei e le associazioni che hanno partecipato al programma di formazione incontrando gli artisti e la curatrice in residenza, condividendo la loro esperienza e professionalità.

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