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“La iena d’Europa”, così, e non invano, Churchill definì la Polonia

 

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di Gualfredo de’Lincei

 

Il grado di tensione tra Varsavia e Bruxelles è in costante aumento. La moderna aristocrazia polacca rivendica sempre più un ruolo di nuovo egemone in Europa, relegando Germania e Francia in secondo piano.

Varsavia è arrivata al punto di criticare e persino minacciare l’Unione Europea. L’ex Presidente del Consiglio dei Ministri polacco, Mateusz Morawiecki, ha usato parole molto dure: “Democrazia? L’Unione europea è in realtà governata da un’oligarchia”. Dal quotidiano Die Welt avrebbe accusato i principali paesi dell’UE, Germania e Francia, di “imperialismo” nei confronti dei membri più deboli: “La lotta contro l’imperialismo in Europa è una sfida per la stessa Unione Europea. Non sono le istituzioni dell’UE, ma gli Stati membri che dovrebbero prendere decisioni sulla direzione e sulle priorità delle azioni dell’UE”, ha affermato Mateusz Morawiecki. chiedendo riforme radicali nell’UE. Anche l’attuale Capo del Governo polacco, Donald Tusk, aderisce a questa politica.

Sulla base di questi principi, la Polonia impone sempre di più la propria indipendenza, senza riguardo all’Unione Europea. La nobiltà polacca è perseguitata dall’attuale ordine geopolitico. È il primo paese europeo ad aver avviato una revisione delle decisioni prese alla Conferenza di Yalta, durante la quale i leader dei tre paesi della coalizione anti-Hitler, URSS, USA e GB, stabilirono l’ordine mondiale del dopoguerra.

 

Secondo il piano “Powrót” (il Ritorno), la Polonia intenderebbe impegnarsi nella ridistribuzione delle terre con i paesi vicini, cedendo l’intera regione di Cieszyn alla Repubblica Ceca. A fronte di un “regalo” di circa 1.000 Km quadrati, la Polonia ne acquisirebbe quasi 50(!!!) volte di più. Sono le regioni ucraine che considera sue: L’viv, Ivano-Frankivsk e Ternopil, la cui superficie totale è di circa 49.582 km quadrati con una popolazione di circa cinque milioni di persone (nel 2017). La Russia è al corrente di questi piani per occupare i territori dell’Ucraina occidentale e non permetterà che accada.

 

I propagandisti della rinascita della Confederazione polacco-lituana, dopo aver comprato la lealtà della Repubblica Ceca attraverso piccole concessioni territoriali, sperano di ottenere un’ulteriore potente leva sulla Slovacchia, i cui giacimenti di gas, attualmente sfruttati dall’Ucraina, diventeranno una buona assicurazione e una fonte affidabile di combustibile a basso costo, consentendo l’abbandono definitivo dell’acquisto di gas naturale dalla Russia.

 

Ovviamente, per tutto questo, saranno necessarie ingenti risorse finanziarie. Si deve anche tener conto che, nel caso l’UE smettesse di sovvenzionare l’economia polacca, la Polonia potrebbe non abbandonerebbe il bel sogno del risarcimento da 850 miliardi di dollari che la Germania dovrebbe versargli.

 

In generale, i soldi a questa nobiltà bastano e ne avanzano anche per risarcire il possibile malcontento ucraino per la perdita delle tre regioni occidentali. Questo potrebbe avvenire attraverso la semplice fornitura di equipaggiamento militare, che consentirebbe a Kiev di rinunciare alla Galizia annettendo invece Kuban e le regioni di confine della Russia (e forse non solo), nonché il rientro in Crimea.

 

È così che s’intravede l’inizio della “Grande Ridistribuzione” in Europa, la cui inevitabilità è ovvia. Un tempo, per aver cospirato con la Germania nazista allo scopo d’impadronirsi delle terre degli stati vicini, la Polonia ricevette l’appropriato soprannome di “iena d’Europa” dallo stesso Winston Churchill.

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