DEMENTIA
“Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”. Pensiero di Giovanni Falcone valido anche per la società globale. Come in realtà essa si presenta? Tecnicizzazione espansa per una celerità che si marchia di rallentamenti; agguati con coltelli per le vie urbane e persino in casa dove talora diviene utopia la sicurezza; inganni e truffe a profusione seguendo i dettami di coloro che si impegnano a far crescere il proprio business; e poi popolazione occidentale senescente e accessi difficili a cure, denaro volatile per spese maggiorate. Tante le difficoltà che gli esseri viventi hanno inter sé creato, pur quando il tempo è di pace. Come godere la bellezza del vivere? Così da sempre, ad ogni era le sue difficoltà, a partire dalla paleozoica, eroe pertanto l’essere che è riuscito a sopravvivere anche attraverso trasformazioni e adattamenti giungendo sino alle difficoltà contemporanee. Supererà pure queste, ce ne saranno altre, sarà così sino al punto finale. A meno che non voglia l’essere, per niente sapiens, autodistruggersi per ricominciare, scarso superstite, dalla prima condizione di partenza. Con quel che ha creato il pericolo c’è, con quanto sta sconsideratamente portando avanti. Sul globo fuochi già accesi o che stanno sul punto di accendersi, aneliti quasi a che si pervenga a una deflagrazione globale. A parole poi tutti i Potenti, o quasi tutti, annunciano di volerli spegnere. Continuano a divampare con le atrocità e rovine che da sempre la guerra comporta. E sembra la cosiddetta guerra a pezzi, che tra Russia e Ucraina non vede la fine e in Medio Oriente paurosamente s’allarga, avviarsi ad essere terza guerra mondiale per la quale poco vale fare gli scongiuri se i Potenti non si seggono al tavolo con forte volontà di trattare, di costringersi vicendevolmente alla pace mettendo da parte la forza degli interessi e operando con tutta la giustizia possibile nella natura umana. Al momento gli Usa sono presi dalle prossime elezioni presidenziali, per ora quel che fanno è continuare a inviare armi in Ucraina e ad Israele, anche se esprimono condanna di una prosecuzione della guerra. Ue e Nato cominciano ad ammonire Israele, l’unico Stato con tipologia occidentale nel contesto mediorientale, per quanto sta portando avanti in Libano, oltre che nella Striscia di Gaza: al massacro subito Israele continua a rispondere con altri massacri su cui pure gli Stati amici sono in dubbio e che hanno infuocato le piazze di tutto il mondo. Inoltre gli attacchi da Israele ripetuti a Unifil, al contingente italiano che ha trovato esplosivi incendiari nel sud del Libano, pur se non ci sono state vittime, vengono considerati chiaramente inaccettabili da tutti, ovviamente anche dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E, mentre Netanyahu sollecita ad allontanarsi, Stefano Messina, comandante del contingente italiano, annuncia: “Risponderemo se rischiamo l’incolumità”. Dalla parte del Movimento Islamico di Resistenza (il ben noto Hamas con a capo Yahya Sinwar della cui morte sembra ora esserci certezza: lo dicono occasionalmente ucciso in un raid a Gaza) stanno il Partito Islamista libanese, vale a dire Hezbollah, e la Siria. E c’è la forza dell’Iran, ha attaccato obiettivi israeliani ma poi, con le risposte mirate agli impianti nucleari e petroliferi e l’eliminazione del Segretario Hassan Nasrallah e del generale pasdaran Abbas Nilforoushan, l’Iran sa bene che potrebbe incappare in rischi maggiori, avere la necessità di ricorrere all’alleato nordcoreano perché possa proseguire alla tanto bramata distruzione di Israele. Almeno così appare anche se alcuni esperti delle vicende iraniane di tale brama non appaiono convinti. In ogni contesto la verità si nasconde, restano solo le supposizioni. Intanto Mosca ammonisce: “L’Ucraina nella Nato è terza guerra mondiale”. Ma non sarebbe questo scenario né quello mediorientale il teatro dello scoppio della terza guerra mondiale. Non può essere se si medita su quanto sta avvenendo nel Pacifico ad opera della Cina che ha accerchiato l’isola di Taiwan da sempre rivendicata come propria, e anche secondo quanto dichiara il prof. Zheng Yongnian, esperto di geopolitica vicino a Xi Jinping . Zheng pone in rilievo l’aggressività imperialistica degli Usa e annuncia che la guerra fredda è già iniziata con epicentro Asia-Pacifico. Del resto, oltre ai droni aggressivi attivi in Medio Oriente e nella guerra russo-ucraina, ci sono i droni-spia. (L’Italia ha, a esempio, Guardian, è il suo drone-spia silenzioso e ad energia solare che effettua sorveglianza, controllo e intelligence a lungo raggio). Sin dallo scorso anno enigmatici droni ingenerarono sospetti negli Usa, dato che per oltre due settimane sorvolarono dopo il tramonto la base di Langley. Ciò è rimasto ancora oggi un mistero. Comunque circola voce che Xi si stia preparando all’eventualità di una guerra non ‘fredda’, anche se continua a dire che preferirebbe evitarla. Si dovrebbe perché la guerra, qualsiasi guerra, come disse alle Potenze Belligeranti Benedetto XV nel suo Appello del 1° agosto 1917, è una “inutile strage”. Demenziale al massimo se pensiamo agli effetti che una guerra atomica provocherebbe. Con le sue capacità distruttive possiamo considerare ancora la guerra, come sosteneva Carl von Clausewitz, “la continuazione della politica con altri mezzi”?
Antonietta Benagiano