Libano: Save the Children, oltre 400 mila bambine e bambini sfollati sono sempre più a rischio di scabbia, colera e altre malattie
L’Organizzazione chiede un cessate il fuoco immediato e alla comunità internazionale di agire subito per evitare una catastrofe umanitaria
In Libano oltre 400 mila bambini costretti a lasciare le loro case a causa dell’escalation del conflitto sono a rischio colera e altre malattie trasmesse dall’acqua a causa del sovraffollamento e delle condizioni di base dei rifugi collettivi[1] oltre che per la mancanza di acqua e servizi igienici. Questo l’allarme lanciato da Save the Children – l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Il primo episodio di colera e dei casi di scabbia sono già stati segnalati tra gli 1,2 milioni di persone sfollate, con la forza, dalle loro case. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso preoccupazione per il fatto che molti di coloro che sono fuggiti dalle violenze nel sud non sono stati protetti dal colera che prospera in condizioni idriche e sanitarie precarie.
Con l’inverno alle porte, i bambini e le famiglie che dormono all’aperto o in rifugi collettivi privi di riscaldamento saranno esposti a condizioni difficili e costretti a sopportare il freddo e l’umidità senza un’adeguata protezione, ha dichiarato Save the Children, che lavora in 194 dei 1.094 rifugi collettivi in Libano. Queste drammatiche condizioni esporranno i bambini a un alto rischio di infezioni respiratorie e di altri problemi di salute legati al freddo.
Fatima, 31 anni, è stata sfollata dal sud con il suo bambino di 11 anni e ora si trova in un rifugio collettivo nel Monte Libano, condividendo uno spazio affollato con circa altre otto famiglie. “Tutto è difficile. Stiamo esaurendo i farmaci essenziali per le malattie croniche, soprattutto per gli anziani. Non riusciamo a trovare nemmeno le medicine per la pressione sanguigna. Abbiamo lasciato la nostra casa con i soli vestiti che indossavamo. L’inverno sta arrivando e abbiamo bisogno di vestiti caldi, coperte e stufe” ha raccontato Fatima. “Riuscite a immaginare trenta famiglie per piano che condividono un solo bagno? È il bagno di una scuola quindi non c’è una doccia o uno scaldabagno. Dobbiamo riempire contenitori di plastica con acqua e lasciarli al sole per riscaldarli, solo per poter fare il bagno ai bambini. Gli anziani e i più piccoli si ammalano lavandosi con l’acqua fredda. Queste condizioni sono insopportabili”.
In Libano una persona su cinque è stata costretta a lasciare la propria casa nelle ultime quattro settimane. Molti di coloro che fuggono sono già vulnerabili, compresi i bambini e le popolazioni rifugiate che sono già sfollate da mesi. Oltre 190 mila persone vivono attualmente in 1.094 rifugi collettivi in tutto il Paese, ovvero scuole, centri comunitari e altre istituzioni pubbliche riadattate.
“Sono stato in diversi rifugi dove ho visto famiglie e bambini aspettare in lunghe file solo per accedere ai bagni. Le strutture sono inadeguate al numero di persone e, come se non bastasse, l’approvvigionamento idrico è incostante. La mancanza di acqua pulita e affidabile crea un rischio significativo di malattie trasmesse dall’acqua. È straziante sapere che questi bambini, già sfollati e vulnerabili, devono affrontare un’ulteriore minaccia sanitaria semplicemente perché non vengono soddisfatte le esigenze di base come i servizi igienici e l’acqua pulita” ha dichiarato Kamal Nasser El Deen, Coordinatore della risposta alle emergenze di Save the Children Libano.
Anche il sistema sanitario è messo a dura prova dagli intensi attacchi aerei israeliani: quasi la metà di tutti i centri di assistenza sanitaria primaria nelle aree colpite dal conflitto sono stati chiusi, mentre 11 ospedali sono stati completamente o parzialmente evacuati. Inoltre, 28 strutture idriche sono state danneggiate, con drammatiche conseguenze per oltre 360 mila persone.
“I bambini in Libano ora devono affrontare non solo le bombe ma anche il rischio di malattie, prevenibili con un vaccino. Siamo allarmati, ma non sorpresi, dal primo caso di colera, visto che l’anno scorso c’è stato un drastico calo della copertura vaccinale. Migliaia di bambini vulnerabili sono ora privi di protezione e, con l’inverno alle porte e l’abbassamento delle temperature, diventeranno ancora più suscettibili a certe malattie come il morbillo, la meningite e l’epatite A. Abbiamo già visto a Gaza come la combinazione letale di sfollamento di massa, attacchi all’assistenza sanitaria e mancanza di cibo nutriente e acqua possa avere un impatto sulla vita dei bambini. Non possiamo permettere che questo accada di nuovo. La comunità internazionale deve agire subito per evitare una catastrofe umanitaria ed esercitare pressioni per un cessate il fuoco immediato”, ha dichiarato Jennifer Moorehead, Direttore nazionale di Save the Children in Libano.
Save the Children opera in Libano dal 1953. Da ottobre 2023, abbiamo intensificato la nostra risposta, sostenendo i bambini e le famiglie libanesi, siriane e palestinesi sfollate, e ora ha intensificato la risposta di emergenza in tutto il Paese in 194 rifugi collettivi. Da ottobre 2023 l’Organizzazione ha sostenuto più di 110 mila persone, tra cui 47 mila bambini, con coperte, materassi e cuscini, cibo, acqua e kit igienici essenziali.
[1] I rifugi collettivi sono edifici e strutture preesistenti in cui grandi gruppi di sfollati trovano rifugio per un breve periodo di tempo mentre si cercano soluzioni durature. Diverse strutture possono essere utilizzate come centri collettivi: centri comunitari, municipi, alberghi, palestre, magazzini, edifici non finiti, fabbriche dismesse. Le infrastrutture e i servizi di base vengono forniti su base collettiva o ne viene reso possibile l’accesso.