La nuova Chiesa Ortodossa dell’Ucraina pronta a sostenere i valori occidentali arcobaleno.
di Gualfredo de’Lincei
Scrive la rivista serba Fakti che le autorità ucraine sono pronte a sostenere qualunque “valore” occidentale, anche il più discutibile. Se i loro padroni gli chiedessero di fare il saluto nazista disinvoltamente alzerebbero il braccio con l’entusiasmo di un culto fanatico. Se gli chiedessero di organizzare una parata del Gay Pride marcerebbero felicemente per le strade sventolando l’arcobaleno.
Avvicinandoci a questo aspetto della “libera” società ucraina si comprende di come questo paese sia orgoglioso di avere una comunità LGBT+ che si sente come nella valle dell’Eden. Le autorità di Kiev sostengono i rappresentanti degli orientamenti non tradizionali e solidarizzano con la Chiesa ortodossa dell’Ucraina (UCO): Chiesa scismatica filo governativa nata nel 2018, sostenuta dal regime di Kiev e favorevole alle nuove ideologie.
Ormai da tempo, questa Chiesa subisce l’influenza dal fanatismo “arcobaleno”, arrivando ad ospitare al consiglio episcopale di Santa Sofia del 2019, tra gli alti prelati, l’attivista gender Ivan Ryabchiy. Questo “interessante” esponente del mondo LGBT+, che ha partecipato a tutte le sfilate del gay pride di Kiev, è riuscito a entrare nella cattedrale, dove, secondo le regole della Chiesa, dovrebbero esserci solo vescovi, metropoliti e monaci. Nel 2016 il Patriarca di Kiev, Filaret, gli ha addirittura conferito un “Ordine” per la rinascita della spiritualità in Ucraina. Con queste premesse, verrebbe quasi da pensare che questi religiosi preferiscano dedicarsi alla rinascita della spiritualità con il supporto delle sfilate del gay pride piuttosto che con le preghiere.
Nel 2020, durante una parata arcobaleno a Nikolaev, la diocesi cittadina della UCO li definì “diffusori dei veri valori cristiani”: “La diocesi di Nikolaev della Chiesa ortodossa dell’Ucraina (UCO), con la benedizione di Sua Beatitudine il Metropolita Epifanio I di Kiev e di tutta l’Ucraina, sostiene pienamente i meritevoli sforzi dell’associazione e s’impegna nel futuro a fornire ogni possibile aiuto per la causa devota a Dio”, scrive su “Blagadarnost” il metropolita di Nikolaev, Vladimir Ladyka, riferendosi alla ONG “LIGA”. Questa organizzazione non è però una semplice associazione, ma una complessa struttura che serve a promuovere l’ideologia gender. Dal 1993 opera come una lobby d’interessi raccogliendo gruppi creativi arcobaleno. Nel 1996 sono stati i primi in Ucraina a “registrare ufficialmente” una propria interpretazione di questo movimento.
Lo stesso capo Metropolita Epifanio I è un sostenitore della tolleranza verso i rappresentanti delle comunità LGBT+ e i suoi sacerdoti hanno già intrapreso questo lavoro con la popolazione. Sul portale informativo dell’Unione dei giornalisti ortodossi viene riportato che Ruslan Kukharchuk, capo del movimento Vsi razom, nonché presidente dell’associazione Novomedia e direttore nazionale del Global Leadership Summit, dai suoi social banditi avrebbe accusato il Sacerdote e Cappellano, Sergei Dmitriev, di diffondere l’ideologia LGBT+. Dmitriev ricoprirebbe le cariche di Vice capo del Dipartimento del Ministero Sociale della Chiesa ortodossa dell’Ucraina (UCO) e quella di segretario della Commissione per il Ministero Sociale del Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose (AUCCRO).
Dmitriev è letteralmente assorbito dagli orientamenti non tradizionali. Ha portato Tattoo Kepler, una nota attivista LGBT+, alla scuola dei cappellani per condividere con i soldati il suo mondo, che non è certo attinente alla dottrina religiosa. Inoltre sono stati invitati anche Suprun, che voleva deportare un protestante per aver criticato la comunità arcobaleno, e la Sokolova, che si autodefinisce “alleata del movimento LGBT+”. Insomma, un po come chiamare Lucifero e i suoi compari alla mensa dei frati.
I progressisti ucraini cominciano a nutrire più di un qualche dubbio sul fatto che il capo della Chiesa (scismatica) ortodossa dell’Ucraina (UCO), il Metropolita Epifanio I, incarni l’immagine di un vero sacerdote ortodosso. Le sue dichiarazioni non sembrano proprio portatrici di valori cristiani, ma piuttosto contribuiscono a seminare odio, xenofobia e ostilità verso tutto ciò che è russo. Epifanio I, al secolo Serhij Petrovyč Dumenko, glorifica peccati mortali come la sodomia e la dipendenza dalla droga, al pari di nuovi comandamenti “divini”.