Advertisement

LA SFIDA DEL RAPPORTO DRAGHI
UNA STRATEGIA PER RILANCIARE L’EUROPA

La nuova legislatura che si è aperta con il voto di giugno per rinnovare il Parlamento europeo ha visto una crescita dei partiti anti-europei (che hanno anche poi costituito all’interno del PE un nuovo gruppo politico omogeneo nazionalista), ma non sufficiente a scalzare la maggioranza pro-europea che nel Parlamento si è infatti coalizzata per eleggere Ursula von der Leyen come nuova Presidente della Commissione europea.

Advertisement

All’interno del Parlamento rimane pertanto una maggioranza animata dalla volontà di lavorare per rafforzare l’Europa, ma l’influenza dei nazionalisti e delle destre estreme cresce perché la loro presenza diventa preponderante in molti Stati membri e si riflette in molti ambiti: nella composizione più conservatrice del collegio dei Commissari designati, in alcune posizioni della stessa Von Der Leyen, nella tendenza del gruppo dei Conservatori (ECR, dove FdI è il maggiore partito), nonostante la fuoriuscita delle forze politiche più nazionaliste, di cercare intese con l’estrema destra invece che con la nuova maggioranza, nella debolezza di molti governi nazionali – e in particolare con la crisi in Francia e Germania – e nella crescita delle divisioni interne al Consiglio europeo.

Non a caso, un Consiglio europeo che non ha ancora avuto il coraggio neppure di prendere nota della richiesta avanzata dallo scorso Parlamento europeo di aprire una Convenzione per affrontare finalmente il confronto sul futuro dell’Europa e sulla riforma dei Trattati. Un quadro, pertanto, con molte ombre, reso sicuramente più fosco dal rischio di un’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca, mentre continua l’offensiva russa in Ucraina (una guerra di fatto contro tutta l’Europa libera e democratica) con l’intento dichiarato di portare a compimento l’annullamento dell’Ucraina come Stato indipendente e la guerra in Medio Oriente si allarga.

 

In questo scenario, il rapporto presentato da Mario Draghi su “Il futuro della competitività in Europa” cade come un macigno, documentando la perdita di competitività e il declino strutturale dell’Unione europea a causa della sua perdurante divisione; un declino che arriva a mettere a rischio la nostra coesione sociale, i nostri valori democratici e la nostra stessa libertà a causa della nostra impotenza nel garantirci la sicurezza e della nostra dipendenza estera sul piano tecnologico, energetico e nell’approvvigionamento delle materie prime strategiche.

 

Il Rapporto sfida i governi e le istituzioni europee ad agire per superare la situazione di paralisi costruendo un’integrazione politica che dia all’UE la capacità di agire come una comunità coesa attorno ad obiettivi strategici comuni perseguiti con coerenza a 360 gradi. È la dimostrazione del fatto che l’Unione europea deve cambiare passo e per farlo ha bisogno di una riforma organica dei Trattati.

Serve una grande mobilitazione della società per far sentire alla politica, e ai governi in particolare, la pressione di un’opinione pubblica determinata a non vedere la fine del progetto europeo e a lasciar cadere la visione di pace e giustizia che rappresenta. La realtà dei fatti chiede agli Stati membri un passo indietro in alcuni ambiti cruciali per riguadagnare insieme come europei competitività e autorevolezza a livello mondiale.

Scarica il Rapporto Draghi

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Advertisement
Articolo precedenteL’OMAGGIO A RAFAEL ALBERTI DELL’INSTITUTO CERVANTES DI NAPOLI
Articolo successivoaward-winning song from new film // darkness becomes seductive

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui